Quel paradiso chiamato Mauritius: ecco perché scegliere questa destinazione

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Ogni volta che ripenso al viaggio a Mauritius del 2015 mi appare davanti agli occhi un sorriso. Un sorriso gentile, delicato, spontaneo, uno di quelli che scaldano il cuore e che ti fanno sentire a casa.



Mauritius è un paradiso terrestre. Le coste cinte dalla barriera corallina accarezzate da un mare da sogno, le bianche spiagge da cartolina, la natura rigogliosa che dal mare si estende fino all’interno del Paese con quell’intenso colore verde che sembra dipinto, gli uccellini che cinguettano intonando canti melodiosi… tutto meraviglioso. Non a caso Mark Twain, nel suo diario di viaggio, scrisse: “Si ha l’impressione che sia stata creata prima Mauritius e poi il paradiso, e che il paradiso sia stato copiato da Mauritius”.

Siamo sinceri, di posti belli nel mondo ce ne sono tanti, e perché scegliere proprio Mauritius? Te lo dico subito. Tralasciando la bellezza della natura due sono secondo me i suoi punti di forza:



I mauriziani sono talmente gentili e pacifici che durante i primi giorni di soggiorno nel Paese capita di porsi la domanda “ma ci trattano così perché siamo turisti?”, per poi accorgersi che la loro gentilezza non è solo una facciata di circostanza ma un vero e proprio modo di essere e di affrontare la vita. Ricordo che parlando con alcuni di loro rimasi piacevolmente “sconvolto” da una cosa che dovrebbe essere scontata ma che purtroppo nel resto del mondo non lo è affatto, un qualcosa di veramente bello che se fosse attuata in ogni singolo Paese porterebbe la pace: la pacifica convivenza delle religioni. A Mauritius ci sono induisti, buddisti, cristiani e musulmani. Se un cristiano non ha una chiesa vicino casa si reca a pregare nel tempio di culto più vicino che può essere un tempio indù o una moschea, stessa cosa fa l’induista e il musulmano. Ma non solo, insieme festeggiano le principali ricorrenze religiose, si scambiano doni, fanno pellegrinaggi…

Oltretutto a Mauritius non ci si annoia mai. Chissà quante volte avrai sentito dire da coppie di amici parlando di posti esotici “lì non ci andrei mai, mi annoierei a stare solo al mare”. Questa cosa a Mauritius non può capitare. È possibile alternare giornate al mare a gite nell’Oceano Indiano, a escursioni nell’entroterra come alle terre dei sette colori di Chamarel in cui le sabbie colorate si fondono dando vita a collinette a strati di colore, alle vicine cascate, all’orto botanico di Pamplemousses con le sue ninfee giganti e le sue oltre 80 varietà di palme, al tempio induista sul lago Grand Bassin che secondo la tradizione pare sia collegato al Gange, alle case coloniali, alle piantagioni di tè, alle rumerie che dalle canne da zucchero producono il pregiatissimo rum, ma anche alla capitale Port Louis con il suo vivacissimo mercato centrale. Viaggi in famiglia? Non puoi perderti il Casela Nature Park con tante attrazioni per grandi e per piccini. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età. Sfido chiunque ad annoiarsi.



Mauritius è anche cultura e tradizione. Un meltin pot che attraverso i secoli ha forgiato un popolo che ha preso il bello da ogni situazione, anche la più complessa, e che si percepisce persino nei sapori della cucina creola influenzata da quella indiana, francese e cinese.

Tra poco più di un mese sarò di nuovo lì con tutta la famiglia e non vedo l’ora di rivivere quelle speciali sensazioni che Mauritius è in grado di donare ai suoi ospiti. Ho voglia di riempirmi il cuore, gli occhi e l’anima della bellezza sprigionata da ogni sua sfaccettatura.

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