Diario di viaggio alle Seychelles: Praslin e La Digue

Categorie: Diari di viaggio

Prima di leggere questa seconda e ultima parte del racconto del nostro viaggio alle Seychelles leggete qui la prima parte tutta dedicata all’isola di Mahé.



Quinto giorno
Oggi lasciamo l’isola di Mahé per trasferirci in quelle che dicono siano le isole più stupefacenti dell’arcipelago: Praslin e La Digue.
Noi siamo emozionatissimi perché abbiamo sempre desiderato di visitarle, e non immaginate nemmeno quante volte abbiamo sognato guardando le loro foto sul web. Prima o poi ci andremo, ripetevamo sempre con un sospiro.
Facciamo l’ultima colazione sulla spiaggia di Barbarons e alle 10:30 prendiamo il catamarano veloce Cat Cocos che in un’ora ci porta a Praslin.
Il prezzo del biglietto è di € 49 a persona.

Appena sbarcati al porto di Praslin veniamo colpiti dalla limpidezza dell’acqua del mare. È talmente trasparente che si vedono ad occhio nudo centinaia di pesci colorati tra cui il bellissimo pesce pappagallo.
Praslin è la seconda più grande isola delle Seychelles, conta circa 8.600 abitanti, ed è anche conosciuta come “Isola delle Palme” per le sue sterminate foreste di palma da cocco, e solo qui nasce un cocco molto speciale che vi farò conoscere più tardi.
Passiamo a lasciare i bagagli al The Old School Self Catering, un delizioso appartamentino dotato anche di cucina che si trova nella Baia di Ste Anne, a pochissimi minuti dal porto  e a soli 5 km dalla Cote d’Or.

Lasciati i bagagli ce ne andiamo subito ad Anse Lazio, quella che viene considerata come una delle spiagge più belle dell’arcipelago.
Anse Lazio si trova nel nord-ovest dell’Isola ed è delimitata da grossi massi di granito che insieme alla vegetazione circostante incorniciano un mare da sogno.
Prima di entrare facciamo conoscenza con le centenarie tartarughe giganti che anche se anzianotte hanno uno sguardo piuttosto vispo.

L’impatto con Anse Lazio ci lascia senza parole. Mille colori che vanno dal verde della vegetazione, al bianco della sabbia, passando per il marrone/grigio delle rocce, fino ad arrivare all’azzurro intenso del mare, pervadono i nostri cuori.



Non resistiamo e ci buttiamo subito in acqua, la temperatura del mare è piacevolissima e farsi il bagno in questo splendore è di una goduria pazzesca.
Per pranzo mangiamo al ristorantino Bonbon Plume che si trova proprio sulla spiaggia e quindi ci andiamo a piedi nudi. Che spettacolo ragazzi.

Ci mangiamo un bel pesce alla griglia e ci ributtiamo subito a prendere il sole sulla spiaggia.

Ci facciamo una bella passeggiata e ci rituffiamo in acqua. È talmente bella che è impossibile resistere al richiamo “buttati, buttati”.
Dietro alla spiaggia c’è anche una bellissima laguna che sembra tipo quelle oasi nel deserto che appaiono dopo centinaia di chilometri in mezzo al deserto.

Rimaniamo sulla spiaggia fino a che non tramonta il sole e quando il cielo si colora di rosso ci godiamo uno spettacolo indimenticabile.


Ceniamo con del buon pesce nel ristorantino del The Old School Self Catering, che tra l’altro ha una cura maniacale nel presentare i piatti, e ci ritiriamo nel nostro appartamento.
Sesto giorno
Ci svegliamo con il gallo che canta, ce n’è uno proprio di fronte al nostro appartamento che secondo noi sta facendo le prove per il prossimo festival di Sanremo. Scendiamo a fare colazione e alle 9 ce ne andiamo alla Cote d’Or.
La Cote d’Or è una lunga spiaggia di sabbia bianchissima, praticamente deserta, ci siamo solo noi, qualche pescatore con la sua barchetta e qualche turista che passeggia. Una meraviglia.


Il mare è calmo, basso e anche qui l’acqua è calda.
Ci facciamo una bella passeggiata, un bel bagno, qualche foto (Valentina gioca a fare la “modella per caso”),


e andiamo a pranzo a La Pirogue dove io mangio una bistecca di tonno con salsa al burro e limone, e Valentina il polpo al curry, specialità locale accompagnata dall’immancabile riso.


Soddisfatti del nostro pranzetto seychellese siamo pronti per visitare un luogo mitico, la Vallée de Mai, Patrimonio dell’Umanità Unesco. L’unico posto al mondo in cui cresce il Coco de Mer.


Il Coco de Mer è una palma da cocco (Lodoicea Maldivica) alta fino a 40 metri e che vive anche per 800 anni, i cui semi sono i più grandi di tutte le altre specie vegetali.
Il suo seme arriva a una grandezza di mezzo metro e a un peso anche di 20 kg.
Il seme può essere di due tipi, femminile e maschile. Il seme femminile ha una certa somiglianza con il bacino delle donne, quello maschile è invece simile a quello degli uomini.
Per la sua forma gli sono stati attribuiti nell’antichità poteri soprannaturali e veniva usato anche come “viagra”.

Pensate che per arrivare a maturazione impiega anche 25 anni e nei negozi si può acquistare a un prezzo di € 400-500. Quello che viene venduto ha il solo scopo ornamentale e, tagliato a metà, può essere utilizzato come vassoio o ciotola per alimenti.
Ne abbiamo visti alcuni nei negozi di Mahé e Valentina ci stava facendo un pensierino ma l’ho fermata in tempo, non ha fatto in tempo a dire “sarebbe carino comprarne uno da utilizzare come vassoio quando vengono a cena i nostri amici”. Volete sapere la mia risposta? “Cara Vale, con € 500 li porto tutti a cena al ristorante almeno 4 o 5 volte!” Aiutatemi voi a frenare la ragazza dallo shopping compulsivo perché io non so più cosa fare!
Nella foresta della Vallée de Mai è possibile ammirare altre specie vegetali endemiche e animali come il pappagallo nero, il bulbul delle Seychelles, il geco verde, il piccione blu e l’immancabile pipistrello gigante.
Dopo una bella passeggiata di un’ora e mezza nella foresta torniamo al nostro appartamento e nel vicino villaggio acquistiamo il rum seychellese “takamaka” al cocco, buonissimo, piace molto anche a me che non amo particolarmente il rum.
La sera cenetta al ristorante del The Old School e poi a nanna, anche perché nei dintorni non c’è nulla. Ne approfittiamo per riposarci in quanto domani ci aspetta quella che viene definita come l’isola più bella delle Seychelles, La Digue.
Settimo giorno
È arrivato il grande momento. Dopo aver visto “cose che voi umani…” cioè posti talmente belli da sembrare irreali, ci aspetta l’isola che tutti definiscono come un vero e proprio paradiso terrestre.
La Digue si raggiunge con l’imbarcazione veloce Cat Rose. Il biglietto costa € 15 e il tragitto dura solo 15 minuti. Non si fa in tempo a salire bordo che bisogna subito scendere.
Non appena si arriva al porto di La Digue si nota subito una bellissima aria vacanziera e spensierata.
Volti allegri, grossi sorrisi, gente in costume che passeggia sorseggiando latte di cocco. Già ci piace!
Andiamo di corsa a posare le nostre valigie all’hotel Chateu St Cloud,



prendiamo a noleggio le bici dell’hotel e iniziamo ad esplorare l’isola.
Il mezzo migliore per muoversi a La Digue è proprio la bicicletta. L’isola è piccolina, misura 5 x 3 km, ha una superficie di 15 km quadrati, una popolazione di circa 2.800 abitanti, e in giro ci sono pochissime automobili.
Non stiamo nella pelle, vogliamo arrivare al più presto ad Anse Source d’Argent, dicono sia talmente bella da sembrare un quadro.
Ragazzi miei non è mica bella, è fantasmagorica.

L’acqua è trasparente, le rocce granitiche digradano fino al mare, ci sono palme ovunque. Io mi faccio dare un pizzicotto da Valentina giusto per capire che se sto sognando o meno.


Le rocce creano delle meravigliose calette dove godersi il puro relax, di quelli alla robinson crusoe. Turisti permettendo.
Noi non resistiamo e ci buttiamo in acqua. Sfido chiunque a resistere alla tentazione di tuffarsi in questa piscina naturale.


Usciamo solo quando stanno per spuntarci le branchie, le pinne e le squame, e andiamo a berci latte di cocco in un chioschetto accanto alla spiaggia. Quanto ci piacciono queste cose esotiche. A Roma al massimo ci possiamo bere una spremuta di arancia al bar o un centrifugato che tanto va di moda.

Il tizio del chiosco ci apre un cocco con due bei colpi di machete – io mi sarei amputato una mano al primo colpo – e ci gustiamo questa delizia.

Risaliamo in sella alle nostre bici e andiamo a pranzo al ristorante Fish Trap che si trova accanto al porto, e dove mangiamo specialità creole.



Montiamo in sella alle nostre bici e tra una salita e una discesa arriviamo in un altro posto pazzesco: Grand Anse, una spiaggia dal fascino selvaggio.



Purtroppo non è consigliato fare il bagno a Grand Anse in quanto le correnti marine sono piuttosto forti e possono risultare pericolose.
Ma noi ci accontentiamo di ammirare questo paesaggio mozzafiato.


Prima del tramonto torniamo nella zona del porticciolo, acquistiamo qualche souvenir da riportare ad amici e parenti e ci fermiamo ad ammirare il tramonto.

Ceniamo in hotel, rimaniamo fino a mezzanotte a far due chiacchiere a bordo piscina, tanto Valentina riuscirebbe a parlare ininterrottamente anche per 24 ore, e poi ci ritiriamo nella nostra stanza.
Ottavo giorno
Oggi è l’ultimo giorno di effettiva permanenza qui alle Seychelles, domani abbiamo l’aereo alle 8:25.
Ci godiamo l’ultima mattinata a La Digue sempre in sella alle nostre biciclette,

e prendiamo il catamarano che ci riporta a Mahé, via Praslin.
Mangiamo al Bravo restaurant di Eden Island – un’isola artificiale di Mahé che ospita abitazioni prestigiose, un centro commerciale, ristoranti, locali e la marina –

e ci trasferiamo a Beau Vallon, la località in cui trascorreremo la notte presso La Fontaine Self Catering.
Nel pomeriggio ci rilassiamo in spiaggia e nonostante il cielo sia grigio e a tratti piovoso, ci facciamo l’ultimo bagno nel meraviglioso mare seychellese.
Per cena mangiamo pesce al ristorante La Fontaine.
Alle 5 del mattino suona la sveglia che mette fine al nostro sogno ad occhi aperti. Andiamo in aeroporto e ci imbarchiamo sul volo Emirates che, con scalo a Dubai, ci riporta a Roma.
Un viaggio alle Seychelles è quanto di meglio si possa desiderare per ristabilire quell’armonia tra anima e corpo che le nostre vite cittadine e frenetiche tendono a distruggere.

Musica video Seychelles: “Happiness” Royalty Free Music from Bensound
Viaggio realizzato in collaborazione con l’ente del turismo delle Seychelles, le opinioni sono personalissime e non affatto influenzate dall’ente.