Sante Marie: il borgo autentico della castagna e del tartufo, a un’ora da Roma

Per una gita in giornata da Roma, un weekend a stretto contatto con la natura e le tradizioni, o come tappa imperdibile di un viaggio in Abruzzo, devi assolutamente segnarti Sante Marie, in provincia de L’Aquila, leggendo questo post capirai il perché.



La prima volta che ho sentito nominare Sante Marie fu nel 2003 dai miei genitori. Erano andati a fare un giro in Abruzzo e si erano fermati in quel piccolo borgo circondato da monti e natura selvaggia, innamorandosene perdutamente al punto da voler cercare una casetta in cui rifugiarsi quando avrebbero avuto voglia di scappare dallo stress e dal caos di Roma. Tornati a Roma ne parlavano con entusiasmo e io sinceramente non ne capivo il perché. Loro che non sono abruzzesi e che avevano trascorso con noi tante estati al mare e altrettante in Trentino – Alto Adige, cosa avevano trovato di così magnetico in un piccolo borgo dell’Abruzzo a un’ora di auto da Roma? “Ti ci dobbiamo portare” mi dissero, e così – un venerdì Santo dal cielo grigio – andai con loro a Sante Marie. Dopo un’ora di auto mi ritrovai in una dimensione completamente diversa rispetto a quella a me familiare. Uscendo dall’autostrada (casello di Tagliacozzo) fui catapultato tra i boschi della Riserva Naturale Regionale Grotte di Luppa e dopo qualche chilometro di strada spuntò da una parte il cartello “Dolomiti d’Abruzzo” e dall’altro “Benvenuti a Sante Marie”: meraviglia! Mamma e papà non erano impazziti, quel luogo a solo un’ora da Roma era un vero incanto, uno scrigno di serenità.

I miei genitori acquistarono una casetta lì e da 20 anni frequento quel luogo che è oramai diventato la mia oasi di pace, e ora ho voglia di farlo conoscere anche a te che ami la bellezza.



SANTE MARIE: BORGO AUTENTICO D’ITALIA

Sante Marie è un incantevole borgo situato nell’entroterra dell’Abruzzo, nella provincia dell’Aquila. Questo pittoresco villaggio è un gioiello nascosto situato nel cuore dell’Appennino centrale italiano. La sua posizione in mezzo a montagne e foreste offre uno scenario mozzafiato e un’atmosfera tranquilla che attira visitatori in cerca di pace e bellezza naturale.



È un piccolo scrigno che custodisce tanti tesori. Se ne sta lì nascosto tra boschi e monti pronto a stupire chi ci si approccia con curiosità. Scendendo dalla Via Tiburtina Valeria (SS 5 quater) si viene accolti dalla Piazza Aldo Moro, cuore pulsante del borgo marsicano, e dallo splendido murales raffigurante la brigantessa Michelina De Cesare realizzato magistralmente dall’artista italo-cilena Sally Sade Lattanzi. Sì, siamo in terra di briganti che – a dispetto dell’accezione comune – non erano malviventi, ma spiriti liberi entrati in clandestinità per lottare contro l’invasione dei Sabaudi. Proprio alle porte di Sante Marie l’8 dicembre 1861, fu catturato il brigante Josè Borjes, generale catalano mandato in Italia per riportare sul trono Francesco II.

È possibile conoscere la storia dei briganti nel Museo del Brigantaggio e dell’Unità d’Italia, a Palazzo Colelli, in cui sono esposti documenti, abiti, armi, foto d’epoca e altri cimeli. All’interno del museo vi è anche l’interessantissima mostra permanente delle Radio Storiche, tutte ancora funzionanti.

I murales che raccontano la storia, la natura e la cultura contadina di Sante Marie, sono sparsi per tutto il borgo, anche nelle frazioni che compongono il Comune: Scanzano, Castelvecchio, Val dei Varri, Santo Stefano, Tubione e San Giovanni.

Perdersi tra le vie del borgo, tra edifici storici (bellissima la chiesa quattrocentesca di Santa Maria delle Grazie), stretti vicoli, il profumo del ragù verso l’ora di pranzo, l’odore fresco del bucato, qualche bambino che gioca per strada e gli anziani che chiacchierano sull’uscio di casa, riporta indietro nel tempo, a una dimensione a cui noi che abitiamo nelle grandi città non siamo più abituati da decenni. C’è anche il “borgo della lettura”, uno spazio interamente dedicato ai libri con una piccola biblioteca ricavata da una vecchia cabina telefonica.

Sante Marie, oltre a far parte dell’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia, è anche Città del Castagno, Città delle Grotte e Città del Tartufo.

Città del Castagno perché è circondata da boschi di castagno. La castagna è un frutto importante per la comunità e da 50 anni viene celebrata a fine ottobre con una sagra che richiama visitatori da ogni parte d’Italia. Tutto il borgo si veste a festa e le strade si riempiono di stand in cui deliziare il proprio palato con piatti tipici locali.

Città delle Grotte perché nella Riserva Naturale Regionale Grotte di Luppa, in cui Sante Marie si trova, ci sono tante grotte carsiche, tra cui la Grotta di Luppa – conosciuta come Inghiottitoio – vero e proprio paradiso per gli appassionati di speleologia. Le grotte sono visitabili su prenotazione con il gruppo speleologico.

La Riserva Naturale Regionale Grotte di Luppa è una suggestiva area naturale protetta che si estende per 435 ettari, con alberi di castagno, faggi, aceri e noccioli. Lì si trova anche la prima panchina gigante (Big Bench) della provincia de L’Aquila, facilmente raggiungibile con una passeggiata che parte dal villaggio “Dolomiti d’Abruzzo” passando davanti alla chiesetta di San Quirico, dalla quale si ammira un favoloso panorama sulla valle e sul borgo. Salendo verso la Fonte della Rocca si trovano aree attrezzate per picnic con barbecue e tavolini.

Città del Tartufo perché Sante Marie è uno dei luoghi italiani più importanti per la raccolta del tartufo bianco (tuber magnatum pico) e per il tartufo estivo (tuber aestivum vittadini). Fa parte della “Cerca e Cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco.

Il borgo marsicano è anche Comune Outdoor, un comune sportivo all’aperto in cui è possibile fare camminate su sentieri segnalati tra cui il celebre Cammino dei Briganti, arrampicata e mountain bike (ogni anno vi si svolge la Cicloturistica della Castagna).

Ti sto stupendo, vero? Sante Marie è tutto questo e molto altro!

Se ami passeggiare tra la natura qui avrai solo l’imbarazzo della scelta a partire da passeggiate semplici e di breve percorrenza fino ad arrivare al più impegnativo Cammino dei Briganti – fattibile in sette giorni – che parte e torna a Sante Marie, seguendo le orme dei briganti tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le colline del Monte Velino, passando lungo il confine attuale tra Abruzzo e Lazio, una volta tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico. Un Cammino divenuto celebre in tutta Europa. Si fa a tappe, con tanto di passaporto che si ritira a Sante Marie e timbrato a ogni tappa, e posti in cui dormire e ristorarsi con l’ottima cucina locale.

Per chi non può per svariati motivi intraprendere il Cammino dei Briganti c’è la possibilità di percorrere in giornata i Sentieri della Brigantessa. Il sentiero di San Quirico che passa tra due chiesette (di cui una degli alpini) e la Big Bench, è all’interno della Riserva Naturale Regionale Grotte di Luppa, ricca di grotte carsiche visitabili su prenotazione con il gruppo speleologico.

Da Sante Marie parte anche il Sentiero Corradino che ripete il percorso attraverso la Marsica seguito dal giovane principe svevo della famiglia Hohenstaufen per raggiungere i Piani Palentini, dove si svolse l’epico scontro noto come la “battaglia di Tagliacozzo”, che ebbe un impatto decisivo sul destino del Regno di Sicilia e dell’Italia Meridionale. Il percorso prevede tappe nei luoghi chiave della battaglia, per poi salire da Scurcola Marsicana al Monte San Nicola, dove Corradino si fermò prima dell’epico confronto.

Spesso vengono organizzate passeggiate ed escursione di gruppo, tra cui la bellissima iniziativa “Briganti Inclusivi”, per persone con disabilità motoria, con disabilità sensoriali, con disabilità cognitive e malati oncologici.

Questo è il mio posto del cuore, un luogo magico e senza tempo, un angolo del mondo che incanta i sensi e nutre l’anima. È un luogo in cui la bellezza della natura e la profondità della cultura e della tradizione si fondono in un’armonia perfetta. Ogni visita è un’esperienza che si trasforma in un ricordo indelebile.