Diario di viaggio: da Chicago a New York

Buona domenica a tutti!



Iniziano ad arrivare i primi diari di viaggio degli amici di VoloGratis, colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che in questi giorni ci hanno inviato i loro resoconti, a breve li pubblicheremo tutti!
Oggi andremo negli States insieme a Gian Filippo, il suo, più che un diario, è un vero e proprio viaggio emozionale che lo ha portato a scoprire la vera faccia dell’America.
 

Da Chicago a New York



Il 7 settembre 2010, all’inzio del terzo viaggio negli States, ero finalmente di fronte all’entrata del Jazz Festival di Chicago, per me appassionato di Blues e di Jazz è stata spesso una idea irraggiungibile, un desiderio più volte espresso e mai realizzato ….. ora ero pronto ad ascoltare.

A parte la passione per la musica, Chicago mi ha fatto una splendida impressione, una città culturalmente molto viva, varia e diversa a secondo dei quartieri percorsi, con un lungo lago meraviglioso (che sembra un lungo mare), piena di verde, con degli interessanti musei, un’archittettura sorprendente (in partcolare le opere dell’architetto Wrigth) e trasmette un feeling particolare. Chiaramente avendo avuto la possibilità di percorrere i quartieri più poveri, ci si accorge anche di altro….. , c’è sempre una realtà contraria e opposta.



Di grande impatto sono stati i quattro giorni “on the road” tra Chicago, Erie, Niagara Falls, Ithaca (NY). Abbiamo viaggiato in macchina percorrendo l’Illinois, l’Ohio, l’Indiana, e la Pennsylvania, abbiamo sfiorato i grattaceli e le ciminiere di Cleveland, le periferie industriali e fatiscenti di Buffalo, ci siamo completamente inzuppati sotto le Niagara Falls – facendoci un sacco di risate (in particolare i bambini).

Abbiamo percoso le strade secondarie su e giù per le alte colline della Pennsylvania e dello stato di New York dalla natura incontaminata e dalle foreste fittissime e apparentemente sconfinate, con le fattorie e i paesi con le classiche case di legno. Siamo stati a Ithaca, cittadina universitaria, piena di giovani e Phoenicia (enclave hippy nello stato di New York).

Abbiamo potuto vivere e vedere con i nostri occhi quello già visto in tanti film, letto in tanti libri e ascoltato in tanti dischi (Hamish, reduci del Vietnam in Harley Davinson…..) e ogni luogo e comunità avrebbe meritato piu’ tempo e attenzione.

Malgrado fosse la terza volta negli States, tutto mi ha nuovamente suscitato una impressione profonda: il diverso stile di vita, la diversa architettura, le diversità sociali e l’atmosfera a volte depressa che abbiamo colto.

Tutto questo per la prima parte del viaggio, perchè New York che rappresenta la seconda e ultima tappa ha resettato tutto.

Già la conoscevo e non mi aspettavo granchè, ma questi ulteriori 7 giorni, vivendone la quotidianità (abbiamo abitato in una casa a Brooklyn) sono stati devastanti.

Una città che somiglia al mondo e a chi lo abita, a volte sporco, puzzolente, quasi repellente e destabilizzante, ma di impatto portentoso, prodigioso, eccitante . Un fermento culturale, sociale, artistico, che, questa volta più delle precedenti, mi ha lasciato spesso senza parole.

Ripeto, vivendo in una casa di Brooklyn, ho potuto coglierne la quotidianità e forse mi sono concentrato su aspetti meno esteriori e ho smesso di guardare in alto per vedere ciò che accade ad altezza uomo.

Con questo non ho voluto ignorare le disparità sociali, la miseria, la difficoltà di molti ma nell’insieme ho avuto netta l’impressione che li’ si vive, nel bene e nel male, un’evoluzione sociale e culturale che è già futuro.