Isola Farnese: il borgo di Roma nel Parco di Veio

In questo periodo non si fa altro che parlare di borghi e di turismo di prossimità, e se ti dicessi che anche Roma ha nel suo territorio dei borghetti niente male? Uno è il borgo di Ostia Antica di cui ho già parlato in questo blog, l’altro è Isola Farnese. Si può essere turisti anche nella propria città? Assolutamente sì, basta avere un occhio curioso e la voglia di scoprire nuovi posti.



Quando si pensa alla Capitale la mente vola al centro storico con le sue chiese, i suoi monumenti e i resti dell’antica civiltà. Ma c’è tanto altro da scoprire in questa città che non smette mai di stupire anche noi romani.

Andiamo a scoprire insieme il borgo di Isola Farnese.



ISOLA FARNESE: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE PER VISITARE IL BORGO DI ROMA

Durante gli anni della scuola avrai sicuramente sentito parlare di Veio, l’antica città etrusca nata nel X secolo a.C. che nel suo periodo di massima espansione – che coincise con la fondazione di Roma – veniva considerata come la città più potente del Tirreno. Fu poi conquistata dai romani nel IV secolo a.C., trasformata in municipio (cioè città legata a Roma) da Augusto e abbandonata nel IV secolo d.C.

Ecco, Isola Farnese sorge proprio sulle rovine di Veio, immersa nel bellissimo Parco regionale di Veio, ma fa parte di Roma. Sì, si trova sulla Cassia, a una quindicina di chilometri dal centro e al confine con il Comune di Formello, ma è a tutti gli effetti Roma ricadendo nel XV Municipio.



Si tratta di un borgo piccolissimo abitato nel nucleo centrale da una ventina di persone (altre 60 a Isola Vecchia prima dell’arco). Si sviluppa sulla via Baronale che conduce al castello Farnese Ferraioli da cui prende il nome.

Le antiche abitazioni che si snodano lunga la via e nelle viuzze laterali sono abbellite da decorazioni artistiche e da qualche reperto, e ricordano proprio quelle dei borghi del centro Italia.

Camminando lungo Via Baronale si arriva al Castello che era separato dal resto dell’abitato per via di un fossato, e poteva essere raggiunto grazie a un ponte levatoio. Il maniero fu acquistato nel XVII secolo dalla famiglia Farnese che diede poi il nome al centro abitato. Isola invece perché sorgeva su una rocca di tufo ed era circondata dal fosso Piordo, e appariva proprio come un’isola.

Sinceramente non c’è nulla di particolare da visitare se non la chiesa quattrocentesca di San Pancrazio che custodisce il dipinto “Madonna col bambino ed i santi Domenico e Caterina da Siena” dipinta dal Cavalier d’Arpino e l’acquasantiera realizzata con capitelli corinzi, ma visitare questo luogo senza tempo è una cosa che consiglio  tutti, romani e non, perché sembra di essere in un vero e proprio paesino.

La passeggiata non ti porterà via più di una quindicina di minuti pertanto ti suggerisco di riprendere l’automobile e invece di tornare a seguire le indicazioni per l’area archeologica di Veio che dista a meno di 5 minuti. L’indirizzo esatto è Via Riserva Campetti. Troverai un parcheggio in cui lasciare la macchina. Sentirai il fragoroso rumore dell’acqua e scoprirai il perché solo dopo pochissimi istanti. Ti ritroverai di fronte a una piccola quanto scenografica cascata a ferro di Cavallo e sopra alla Cascata della Mola.

Se la giornata lo permette entra poi all’interno del parco regionale dove troverai l’area archeologia di Veio immersa in una fitta vegetazione, con i resti del Tempio di Apollo e la piazza d’Armi Etrusca.

Te la consiglio per una passeggiata domenicale lontano dal caos cittadino, meglio se durante la bella stagione per godere di tutta la bellezza naturalistica del parco regionale.