Bath e Cotswolds: diario di viaggio con l’itinerario completo

Bath e Cotwsolds in Inghilterra erano mete che sognavo di visitare tantissimo tempo, e grazie al viaggio ideato e organizzato da Logitravel in collaborazione con Visit Britain ho realizzato questo mio sogno insieme al mio papà, e sì questa volta ho condiviso l’avventura insieme a lui. Dopo averlo raccontato in diretta su Instagram e su Facebook è arrivato però il momento di raccontarti tutto nel dettaglio e di mostrati tante belle foto. Fai però attenzione, potresti innamorarti follemente di questi luoghi ed essere preso da una voglia irrefrenabile di prenotare. Io ti ho avvisato!



A questo link trovi comunque tutte le informazioni utili per prenotare il viaggio tra Bath e Cotswolds con Logitravel, addirittura personalizzabile in base alle tue esigenze.

DIARIO DI VIAGGIO A BATH E COTSWOLDS

Primo giorno

Si parte dall’aeroporto di Fiumicino alle 16:20 con un volo easyJet per Bristol che scorre liscio come l’olio atterrando alle 18:05. Il clima piacevole dell’estate inglese con i suoi 19 gradi serali ci fa di colpo dimenticare i 38 lasciati a Roma, e alla faccia del caldo romano indossiamo anche un giubbottino leggero.



Ci dirigiamo subito a ritirare l’automobile noleggiata e a bordo di una nuovissima Ford Focus con cambio automatico (con la guida a sinistra preferisco sempre le autovetture automatiche per non dovermi ritrovare a cambiare marcia con la mano sinistra) ci dirigiamo a Bath.

L’aeroporto di Bristol dista solo 19 miglia da Bath che equivalgono a circa 30 km. Guidare in Inghilterra nonostante la guida opposta alla nostra è un gioco da ragazzi perché tutti, e dico tutti, rispettano in maniera scrupolosa il codice della strada. Se c’è il limite di velocità a 50 miglia tutti procedono al di sotto di questo valore, osservano la distanza di sicurezza, nelle strade strette sono i primi ad accostarsi per farti passare e sulle strade si avverte un forte senso civico. Quanto mi piacerebbe che anche in Italia fosse così!



Alle 19:40 siamo a Bath. Prendiamo possesso della nostra camera all’hotel Holiday Inn Express Bath che dista circa 10 minuti a piedi dal centro città, e andiamo a mangiare un hamburger in un posticino chiamato Meatbusters e che si trova proprio di fronte all’hotel. L’ho trovato su TripAdvisor e devo dire che la scelta è stata azzeccatissima: ottimi gli hamburger con patatine fritte e buonissimo il sidro, una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione delle mele e che da queste parti va fortissimo.

Io e il mio babbo facciamo il punto della situazione del tour vero e proprio che intraprenderemo domani, ci studiamo per benino le tappe e poi ci ritiriamo in camera per una bella dormita rigenerante.

Secondo giorno

Inizio subito alla grande con una squisita english breakfast che mi gusto con lentezza per assaporare al meglio quel sapore che quando sono in Italia mi manca tantissimo: bacon croccante, uova strapazzate, salsiccette e fagioli con la salsa di pomodoro. Già che ci sono prendo anche un po’ di frutta, tanto per fare contenta la moglie nutrizionista che questa volta ho lasciato a casa.

Alle 8:30 siamo pronti per visitare il centro di Bath – Patrimonio dell’Umanità UNESCO – che raggiungiamo a piedi in soli 10 minuti.

La prima tappa la facciamo al Pulteney Bridge sul fiume Avon, uno dei quattro ponti al mondo insieme ai nostrani Ponte Vecchio a Firenze e Ponte di Rialto a Venezia in cui ci sono negozi, botteghe e caffetterie. È lungo 45 metri, largo 18 e fu terminato nel 1774. È molto bello da osservare sia dal lato verso l’Abbazia che dal giardinetto che si trova sulle rive del fiume, con l’Avon che scorre sotto a quella imponente e suggestiva struttura in pietra dal fascino antico.

Andiamo poi a visitare l’attrazione più famosa della città: le terme romane, e noi da romani adoriamo visitare i resti dell’antica civiltà sparsi in giro per l’Europa. Il biglietto costa £ 20 durante la settimana e £ 22 nel weekend ma sono soldi spesi benissimo.

Le terme romane sono favolose e sono quasi del tutto intatte. Furono costruite ai tempi dell’imperatore Vespasiano nel 75 d.C. nella città che i romani chiamarono Aquae Sulis. Famose in tutto l’impero romano per le proprietà curative delle acque a 46 °C, furono abbandonate nel 410 d.C. quando i Sassoni cacciarono i romani e rimasero in stato di abbandono fino al 1755 quando diventarono uno dei punti di ritrovo dell’aristocrazia londinese. Grazie a un ottimo lavoro di restauro sono ora visibili in tutto il loro splendore. Il primo approccio è dall’alto, ottimo anche per scattare belle foto.

Si scende poi di sotto passando prima per un museo in cui sono esposti i reperti rinvenuti in loco e per i sotterranei da cui l’acqua fluisce nelle vasche termali, e si esce poi all’esterno sotto al colonnato in cui gli antichi romani si intrattenevano in chiacchiere con gli altri bagnanti. Imperdibili!

 

Usciti dalle terme andiamo a visitare l’Abbazia che si trova proprio di fronte all’ingresso delle terme. La piazza è piena di laureati con il cappello e il mantello perché proprio in questi giorni si festeggia la festa di laurea. Tutti questi giovani provenienti da diverse parti del mondo mette tanta allegria!

L’Abbazia, considerata come l’esempio migliore di gotico perpendicolare della West Country (area sud-occidentale dell’Inghilterra), fu fondata nel VII secolo ma la chiesa fu ricostruita nel XII e XVI secolo.

Avendo poco tempo a disposizione per visitare approfonditamente la città optiamo per un giro turistico a bordo del bus a due piani “CitySightseeing”. Saliamo alla fermata accanto all’Abbazia e per 45 minuti ci godiamo un tour guidato in lingua inglese (ce ne sono anche in italiano) che ci porta ad ammirare tra le altre cose la struttura semicircolare di case residenziali costruite tra il 1767 e il 1775 e conosciuta come The Royal Crescent, il Royal Victoria Park, l’università e altri edifici storici.

Non riusciamo a visitare il Jane Austin Centre dedicato alla famosa scrittrice britannica vissuta a cavallo tra il 1700 e il 1800 che proprio a Bath trascorse alcuni anni insieme alla famiglia. Ma ci tornerò presto perché la città mi ha piacevolmente colpito con quella sua aria “british” che io tanto amo.

Pranziamo con un buon trancio di salmone al ristorante The Roman Baths Kitchen e torniamo in hotel a prendere l’automobile, pronti per iniziare il nostro giro per il Cotswolds.

Per saperne di più leggi Cosa vedere a Bath in un giorno

Il Cotswolds è una catena collinare posta al centro dell’Inghilterra la cui altezza non supera i 330 metri. Hai presente quei villaggi incantati con le casette in pietra color miele circondati da un verde accecante che spesso si vedono nei film? Esistono per davvero e si trovano in questa zona.

La prima tappa la facciamo in quello che viene considerato come il villaggio più bello d’Inghilterra: Castle Combe che dista 12 miglia da Bath (circa 20 km).

Abitato da 350 persone si sviluppa tutto intorno alla Market Cross.

La maggior parte delle case in pietra color miele risale a centinaia di anni fa e sono protette come monumento storico, ciò significa che non possono essere apportate modifiche sostanziali e che non è possibile installare insegne luminose. Una ferrea regolamentazione edilizia ha permesso di mantenere a Castle Combe quel suo fascino antico da villaggio incantato. Visitiamo la St Andrew’s Church rilsalente al XIII secolo con l’orologio sulla facciata reputato come uno dei più antichi del Paese, e restiamo incantati ad ammirare ogni singolo dettaglio di questo villaggio che per la sua bellezza è stato utilizzato come set cinematografico per numerosi film tra cui Dr Dolittle del 1967, Stardust del 2007, Wolfman del 2009 e War Horse di Steven Spielberg candidato nel 2012 a ben 6 premi Oscar.

Da Castle Combe, passando per il villaggio di Malmesbury, arriviamo a Whatley Manor, un hotel ricavato in un edificio del XVII secolo e caratterizzato da un giardino all’inglese di 12 acri suddiviso in 26 aree e curato in ogni minimo dettaglio. Un luogo super rilassante aperto non solo agli ospiti dell’hotel ma a chiunque voglia concedersi un po’ di relax sorseggiando un tè, un cocktail (da queste parti fanno dei Gin Tonic pazzeschi), o gustando un pranzo o una cena in uno dei suoi tre ristoranti tra cui quello curato dallo chef stellato Niall Keating.

In 20 minuti d’automobile raggiungiamo Chavenage House, un maniero costruito nel 1383, con aggiunte e ristrutturazioni avvenute nel corso dei secoli, che dal periodo dei Tudor (tra il 1485 e il 1603) è stato di proprietà di sole due famiglie di cui l’attuale proprietario David Lowsley-Williams l’ha ottenuta nel 1958 come regalo di nozze da suo zio. Capito che roba: un regalo di nozze. Io per il matrimonio ho ricevuto in regalo valigie, posate, piatti e un televisore, e questi un maniero del XIV secolo…

La cosa che più mi sconvolge è proprio questa: non si tratta di un edificio museale ma di una vera e propria casa abitata, e che casa. La figlia del proprietario ci mostra con orgoglio le sale della sua “modesta dimora”, la cappella privata e un giardino immenso in cui scorazzano i suoi cani, galline e galli che cantano felici, e vorrei vedere, anche io canterei felice se abitassi a Chavenage House.

Anche qui sembra di essere all’interno di un set cinematografico e in effetti data la sua bellezza viene spesso utilizzata per riprese cinematografiche. Nel maniero sono state girate sia scene della serie tv britannica Poldark che altri programmi televisivi molto famosi nel Regno Unito. Il mio sguardo si perde nel verde infinito delle colline che come un oceano travalica ogni orizzonte visivo e mentale.

Per raggiungere l’hotel Doubletree by Hilton in Cheltenham facciamo delle brevi soste in altri villaggi pittoreschi come Minchinhampton con i cottage del XVII secolo, Frampton Mansell, Sapperton e The Dunstinbournes, e ho la conferma di ciò che ho pensato a Castle Combe, questa zona inglese è a dir poco suggestiva.

Lasciati i bagagli in camera ce ne andiamo a cena al The Green Dragon a Cockleford che dista soli 6 minuti di macchina dall’hotel. Si tratta di una locanda risalente al XVII secolo molto conosciuta dagli amanti del buon cibo e delle atmosfere d’altri tempi. Il posto è molto caratteristico e accogliente. Mangiamo un’ottima pie ripiena di carne (le pie sono delle torte rustiche tradizionali) bevendo dell’ottimo vino Sauvignon (il perché non la birra lo scoprirai continuando a leggere questo diario di viaggio), e concludiamo con una deliziosa torta ai 4 cioccolati…una goduria immensa.

Terzo giorno

Sveglia alle 7, colazione con le mitiche eggs benedict (uova in camicia su morbidi muffin salati e con sopra del formaggio olandese fuso) e via verso la Gloucester Cathedral, anzi verso la scuola di magia di Hogwarts. Cosa c’entra Harry Potter con la Cattedrale di Gloucester? C’entra eccome, lì sono state girate molte scene dei primi due film della saga del famoso maghetto tra cui gli interni di Hogwarts. La Cattedrale di Gloucester che raggiungiamo in 30 minuti di tragitto dall’hotel è l’edificio iconico del Gloucestershire.

Costruita nello stile gotico tra il 1089 e il 1499, ospita al suo interno la tomba di King Edward II.

Bellissime le vetrate colorate (la vetrata est rappresenta 56 scene della vita di Gesù), il chiostro che si raggiunge percorrendo il corridoio laterale a cui vi si accede dalla parte opposta del portone d’ingresso, le 891 pietre tombali poste sul pavimento, i 635 monumenti commemorativi posti sulle pareti e la cappella di Birde. Comunque di Harry, Ron ed Hermione nemmeno l’ombra, io sono stato sfigato, spero tu possa incontrare loro ma non i temibili Mangiamorte!

Leggi anche: Tutti i luoghi di Harry Potter in Gran Bretagna.

La seconda tappa della giornata la facciamo al Painswick Rococo Garden disegnato nel 1740 per allietare le giornate di Benjamin Hyett e dei suoi fortunati ospiti, risistemato nel 1984 da Lord and Lady Dickinson dopo un lungo periodo di abbandono. Camminiamo tra piante colorate e sculture ammirando un favoloso panorama su tutta la campagna circostante fermandoci ad annusare i fiori e ammirando qualche piccolo insetto danzare tra petali e pistilli. Il biglietto d’ingresso, che ha un costo di £ 8.95 per gli adulti e di £ 4 per i ragazzi dai 4 ai 16 anni, serve solo ed esclusivamente per finanziare il mantenimento del luogo.

A 15 minuti dal giardino si trova l’hotel The Bear of Rodborough costruito nel XVII secolo, che prende il nome dalla caccia all’orso che in passato si teneva nei dintorni dell’edificio. Posto nell’antica strada che congiungeva Londra a Gloucester, era il luogo in cui i viandanti si fermavano a mangiare e a bere qualcosa mentre i loro cavalli stanchi venivano cambiati con quelli più freschi e riposati. Per farsi aprire suonavano la campana che ora è in bella mostra nella reception dell’hotel e poi si strafogavano di cibo e di birra.

Al giardino del The Bear of Rodborougg ci gustiamo un bel pranzetto al calduccio di un tiepido sole estivo. Io prendo un piatto di pesce misto e mi vedo portare un grosso tagliere in legno con ciotole piene di baccalà fritto, di alici fritte e marinate, di crema di granchio, salmone e altre prelibatezze che mangio con calma mentre mi lascio accarezzare il visto da un leggero venticello ricordandomi sempre che a Roma la temperatura si attesta sui 38 gradi.

Con la pancia piena possiamo dirigerci alla Woodchester Valley Vineyard. Sì hai letto bene, un’azienda vinicola in Inghilterra. Togliamoci dalla testa lo stereotipo dell’inglese che beve birra dalla mattina alla sera. Agli inglesi piace tantissimo anche il vino e hanno iniziato a produrlo autonomamente con ottimi risultati.

Il clima mite di questa zona del sud delle Cotswolds è favorevole alla coltivazione dell’uva dalla quale si produce un buonissimo vino bianco, frizzante e rosé. L’azienda a conduzione familiare Woodchester Valley è una delle tre aziende presenti nella Stroud Valley che complessivamente coltivano 45 acri di vite. La degustazione e la visita all’azienda dura 1 ora e 45 minuti e il costo è di £ 15 a persona. Non appena arriviamo ci viene fatto degustare un Culver Hill 2018, un bianco secco con retrogusto fruttato che ha vinto la medaglia d’argento nella competizione IWC. Il sommelier ci porta a visitare la zona coltivata spiegandoci i vari tipi di uva, e ci porta poi ad ammirare i macchinari utilizzati dalla spremitura all’imbottigliamento. Ci sediamo poi a tavolino e continuiamo la degustazione con un Bacchus 2017 che nel 2018 gli è stata conferita la medaglia d’oro dalla South West Vineyard Association, poi un Orpheus Bacchus 2017, un Sauvignon Blanc 2018 vincitore di un oro alla International Wine & Spirits Competition, un Pinot Rosé 2018 e per finire un Rosé Brut 2016. Il mio preferito è il Sauvignon Blanc con quell’aroma di lime, uva spina e pepe nero… Purtroppo, dovendo guidare, mi sono concesso solo un piccolissimo assaggio di ciascuno che però mi è bastato per percepire la qualità del prodotto.

Siamo quasi giunti al termine di questo viaggio nella campagna inglese con la C maiuscola. Prima di raggiungere Bristol in cui trascorreremo la notte e da cui ripartiremo per Roma con un volo easyJet, facciamo tappa al Berkeley Castle, un bellissimo castello costruito nel 1153 e sempre appartenuto alla stessa famiglia Berkeley.

Rimango stupito poi nell’apprendere che il proprietario, un uomo di 50 anni, vive proprio lì insieme a sua moglie e ai suoi due figli. Vivere in un castello credo che sia un sogno un po’ di chiunque e mi accingo a visitarlo con grandissima curiosità. Mi diverto prima a visitare la casa delle farfalle in cui bellissimi insetti colorati svolazzano tra la vegetazione e poi mi addentro tra le stanze racchiuse tra spesse pareti di pietra.

Sale da pranzo, saloni di rappresentanza, camere da letto, una cucina gigantesca e addirittura le prigioni mi riportano di colpo indietro nei secoli. Mi immagino cavalieri e principi partecipare a feste, intenti a discutere di affari o semplicemente ad organizzare la prossima battuta di caccia alla volpe (fortunatamente oramai vietata per legge). Beata la famiglia Berkely!

In 40 minuti di automobile raggiungiamo l’hotel Hampton by Hilton Bristol Centre, lasciamo i bagagli e andiamo a cenare alla steakhouse Chomp che ha ottime recensioni su TripAdvisor e su Google. Purtroppo quando arriviamo lì ci dicono che non possiamo ordinare bistecche perché devono prima servire una grossa tavolata di 20 persone, però se vogliamo possiamo optare per l’hamburger, e così ci gustiamo un bel panino con contorno di patatine fritte accompagnato da un bicchiere di Sauvignon bianco. Rientriamo in hotel passeggiando lungo il fiume Avon – che peraltro è quello che attraversa la città di Bath – facendo il punto sull’esperienza di viaggio papà – figlio nella campagna inglese. Il viaggio non poteva andare meglio, è stato tutto perfetto: posti bellissimi, clima piacevole, ottimo cibo e compagnia impeccabile.

Quarto giorno

Oggi si torna a Roma. L’aeroporto dista 30 minuti scarsi dall’hotel, restituiamo l’auto presa a noleggio e ci imbarchiamo sul volo easyJet delle 12:10.

Fidati di me, prenota al più presto questo viaggio, non te ne pentirai.

 

Viaggio realizzato in collaborazione con Logitravel e Visit Britain, il racconto delle esperienze e il giudizio sui luoghi è strettamente personale e non influenzato dagli organizzatori.

Musica video: https://www.bensound.com