Diario di viaggio in Thailandia: Koh Samet, Bangkok ed ecoturismo

Tornato un paio di giorni fa dal Paese dei sorrisi con il cuore ricco di emozioni e l’anima rigenerata, sono pronto a raccontarti tutto in questo diario di viaggio in Thailandia, un viaggio che mi ha portato a conoscere zone poco note al turismo di massa, e che mi ha fatto vivere esperienze indimenticabili a stretto contatto con le comunità locali.
Prima di iniziare però questo diario di viaggio in Thailandia voglio metterti in guardia su una cosa: la Thailandia crea dipendenza. Se ci andrai una volta vorrai tornarcene una seconda, poi una terza, una quarta, una quinta e così via…è un mix di posti meravigliosi, di natura incontaminata, di mare da sogno, di gente sorridente e cordiale, e di ottimo cibo. Provare per credere!



DIARIO DI VIAGGIO IN THAILANDIA: DA TRAT A BANGKOK PASSANDO PER KOH SAMET, CHANTABURI E RAYONG

Diario di viaggio in Thailandia: primo e secondo giorno. La partenza e l’arrivo a Trat

Ore 10, finalmente è arrivato il tanto atteso momento della partenza per la Thailandia. Un volo Thai Airways mi porterà in una meta che ho sempre sognato di visitare.
Controllo per benino le misure e i pesi dei bagagli Thai Airways onde evitare problemi all’imbarco, controllo in maniera maniacale anche i documenti per il viaggio in Thailandia, e mi faccio accompagnare da Valentina all’aeroporto di Roma Fiumicino.
Saluto Vale con la promessa che presto porterò anche lei in qualche bella isola Thai, sbrigo le formalità d’imbarco e quando la voce degli altoparlanti annuncia il mio volo vengo preso da un fremito di emozione. Ci sono, il mio sogno sta per avverarsi.
Già dal portellone d’ingresso dell’aereo vengo accolto dai sorrisi e dalla gentilezza del personale di bordo, prendo posto accanto al finestrino e mi godo uno splendido volo che nonostante le circa 11 ore di durata scorre liscio come l’olio, tra un buon film (il sistema di intrattenimento della Thai funziona alla grande) e dei pasti niente male.
Atterro all’aeroporto Suvarnnabhumi di Bangkok alle ore 5:30 del mattino, sbrigo le formalità dell’immigrazione, ritiro il bagaglio e corro subito ad acquistare una SIM thailandese per chiamare in Italia e per navigare sul web. Prendo quella del gestore AIS che al costo di 299 THB (€ 8) mi garantisce per un massimo di 8 giorni ben 3 Gb al giorno e chiamate a 1 THB al minuto. Consegno il telefono al ragazzo del negozio e lui mi inserisce la SIM e me l’attiva.
Prendo poi un secondo volo Bangkok Airways che in circa 45 minuti mi porta a Trat, facendomi atterrare in un aeroporto piccolissimo ma molto esotico.
La provincia di Trat si trova nella Thailandia centrale, proprio al confine con la Cambogia.
Da lì raggiungo la comunità di Ban Nam Chiao. Un grazioso villaggio di pescatori in cui il tempo sembra essersi fermato e in cui convivono armoniosamente tre popolazioni: la thai buddista, la thai musulmana e quella cinese.
Un ponticello in legno dalla forma quasi appuntita collega le due sponde del fiume, ai cui lati si ergono modeste casette e semplici negozietti.


Mangio dell’ottimo cibo thailandese in una specie di “trattoria” locale molto spartana che si trova proprio di fronte al molo, mentre osservo un’anziana signora che con maestria intreccia foglie di palma che crescono tra le mangrovie, e che diventano cappelli dalle fogge bizzarre che vengono utilizzati dagli abitanti del posto per proteggersi sia dal sole che dalla pioggia.


Dopo pranzo mi imbarco con un pescatore e, costeggiando le fitte mangrovie popolate da scimmie, arrivo in un punto ampio del fiume dove si pescano a mani nude le Tongue Shell, una specie di “telline” con una lunga coda. Il pescatore getta l’ancora e poi si tuffa. Risale dopo pochi secondi con in mano tante Tongue Shell. Mi racconta che in una giornata riesce a pescarne svariate decine di chili. Di sera invece esce per pescare granchi.



Tornato sulla terraferma faccio un giro per il villaggio, incrocio sguardi sorridenti e mi trasferisco per la notte all’hotel Toscana Trad.

Giusto il tempo di farmi una doccia e condividere qualche foto sul mio profilo Instagram vologratis e sulla pagina Facebook di VoloGratis.org, ed esco di nuovo per andare a cena al Saeng Far Restaurant dove mangio ovviamente cibo thai, tanto pesce e dell’ottima frutta esotica.

Rientro in hotel stanco ma felicissimo per questo mio primo incontro con la Thailandia, ed è solo l’inizio!



Diario di viaggio in Thailandia: terzo giorno. Da Trat a Chantaburi

Ringrazio la sveglia telefonica dell’hotel per avermi svegliato da un sonno profondo causato dal fuso orario (la Thailandia ha un fuso orario di +5 ore rispetto all’Italia), e dopo una colazione a base di frutta fresca (l’ananas thailandese è la più buona che io abbia mai mangiato) sono pronto per andare a trascorrere una mezza giornata con la comunità Chong, che vive a circa 20 km dalla Cambogia.
In circa un’ora di pullman arrivo al Chang Thun Eco-museum di Amphoe Bo-rai. Trovo ad accogliermi una decina di persone tra adulti, bambini e cani.
Mi fanno salire sul Salenger, una specie di sidecar artigianale costruito attaccando un carrello a un motorino, e mi portano al fiume dove vengo prima cosparso di una crema fatta di fango e spezie, e tutto infangato mi immergo ad aiutare la gente del posto a cercare le pietre preziose che si nascondono sul letto del fiume. Sfortunatamente non riesco a trovare nessuna pietra preziosa, solo sassi, ma dopo essermi sciacquato per benino mi accorgo di avere la pelle liscia come quella di un bambino. Questi fanghi mi hanno ringiovanito!

Salgo di nuovo sul Salenger parcheggiato accanto agli alberi della gomma da cui si ottiene il caucciù, e mi portano al villaggio dove vengo messo sotto a una campana di foglie di palma riscaldata da una pentola di acqua bollente con spezie e piante, per una sauna naturale e rigenerante.

Mentre sono lì osservo lo scorrere lento della loro vita. Un’anziana signora che intreccia foglie di palma fino a farle diventare insetti, uomini che sistemano i campi, bambini che giocano e donne che preparano il pranzo. Il tutto con un’educazione e un silenzio quasi surreale.

Dopo 15 minuti durante le quali espello tutte le tossine dal mio corpo, esco dalla campana e mi accingo a deliziare il mio palato con i cibi della tradizione locale a base di riso, pesce, maiale, pollo e banane. Ma quanto si mangia bene in Thailandia? Non immaginavo minimamente che il cibo fosse così buono e delicato. Un po’ piccante sì, ma molto gustoso.

Dopo pranzo mi aiutano a preparare un barattolino con erbe e acqua di eucalipto, con un super effetto balsamico che mi sarà molto comodo per liberare il naso che ahimè – a causa della mia allergia ad acari, graminacee e parietaria – ho quasi sempre otturato.
Intorno alle ore 15 locali lascio la comunità e mi sposto nella provincia di Chanthaburi, e precisamente al Maneechan Resort, una bellissima struttura immersa nella natura. Dopo aver lasciato i bagagli in camera mi fiondo in piscina per un bel bagno rilassante e alle 17:30 provo per la prima volta il massaggio thai (costa 450 THB per un’ora – circa € 12). Il massaggio thai è un massaggio vigoroso che viene effettuato senza l’utilizzo di olii, ma con mani, dita, piedi, gomiti, avambracci e ginocchia, e serve per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, alleviare dolori muscolari e articolari e combattere lo stress.
Rimango a cena al Manneechan dove assaggio finalmente il pad thai, il piatto nazionale thailandese a base di pasta di riso saltata in padella con vari ingredienti come l’uovo, la salsa di pesce, le verdure, i germogli di soia, il peperoncino, e o gamberi, o  pollo o tofu.

Dopo cena vado in un locale molto carino che si trova proprio dietro al resort, ascolto un bravissimo gruppo rock thailandese che canta cover di canzoni famose, e sorseggio un margarita circondato solo da gente del posto. Di turisti nemmeno l’ombra!
Intorno all’una di notte sono di nuovo in camera per un sonno rigenerante e via poi verso la prossima avventura.

Diario di viaggio in Thailandia: quarto giorno. Da Chantaburi a Koh Samet

Esco dalla stanza del resort per andare a fare colazione e vedo nel giardino tanta gente vestita con abiti eleganti. Si sta celebrando un matrimonio. Le invitate sono tutte vestite con bellissimi abiti di colore lilla. Intravedo lo sposo in abiti tradizionali thai e la sua sposa dai lineamenti bellissimi e delicati. Ho la fortuna di assistere anche al corteo che porta lo sposo dalla sua amata, seguito dagli invitati che portano doni. Curiosissima la fase in cui lo sposo consegna regali a coloro che tengono tra le mani una corda formata di fiori che sbarra a lui la strada, e che viene aperta solo dopo la consegna del dono.
Non mi posso proprio lamentare, durante questo viaggio sto assistendo a tanti spaccati di vera vita thailandese.
Lascio il resort e mi dirigo al villaggio dei pescatori di Baan Thachalap dove una barchetta di legno mi accompagna su una casetta galleggiante.


Lì trovo un allevatore di ostriche che si fa chiamare zio Tom (uncle Tom) insieme a sua moglie. Tom mi spiega tutte le fasi dell’allevamento delle ostriche e me ne apre qualcuna davanti ai miei occhi progendomela per farmela assaggiare. L’ostrica è grande, ha oltre tre anni di vita, e sembra quasi una bistecca. Buonissima.

Nel frattempo la moglie imbandisce una tavola con ostriche, granchi e pesce fresco, mi dà da bere una noce di cocco, e io mi godo uno dei pranzi migliori della mia vita in totale relax, in compagnia di persone mai viste prima che mi sembra di conoscere da sempre. L’accoglienza thailandese è unica!





Dopo pranzo saluto lo zio Tom e la sua sposa, e torno sulla terra ferma.
Vado a visitare la Chanthabun Riverside Community che vive lungo le sponde del fiume Amphoe Mueang Chanthaburi.
Mi ritrovo in una splendida città antica, con casette in legno, banchi che vendono frutta e cibo cotto, negozi d’artigianato locale e soprattutto intagliatori di pietre preziose.
Un posto fighissimo, fuori dal tempo, che consiglio a tutti di visitare.



Può sembrare strano ma questa piccola città è famosa in tutto il mondo per l’abilità dei suoi lucidatori di pietre preziose, considerati tra i migliori del pianeta. Mi addentro in una bottega e un artigiano mi fa addirittura provare a lucidare una pietra, proprio come fanno loro, rigorosamente a mano.

Passeggio per le stradine osservando curioso scene di vita, mi imbatto nella gigantesca Cattedrale dell’Immacolata Concezione risalente agli inizi del 1800,

e prendo il pullman che mi conduce a Ban Phe dove la barca del Le Vimarn Cottage mi porta in circa quindici minuti sull’isola di Koh Samet (leggi Come arrivare a Koh Samet) . Il mare è un po’ grosso e le onde rendono particolarmente divertente la traversata.
Non appena scendo dalla barca mi ritrovo in un paradiso terrestre. Le casette del resort sono incastonate nel mezzo di una fitta vegetazione. Prendo possesso della mia stanza e vengo colpito da strani suoni, come il barrito di elefanti o il muggito di una mucca…scopro poi che si tratta del verso delle rane toro!
Mi godo una bellissima cena in riva al mare all’Ao Prao Resort mentre acrobati si esibiscono in danze infuocate, e mi concedo poi una bella passeggiata notturna in riva al mare prima di coricarmi con gli occhi a cuoricino per questo posto meraviglioso.

Diario di viaggio in Thailandia: quinto giorno. Koh Samet

Punto appositamente la sveglia alle 5:30 del mattino. Voglio godermi l’alba sulla spiaggia, voglio assaporare ogni istante su questa meravigliosa isola.

Alle 5:45 sono in spiaggia e già trovo una famigliola con due bambini che si fanno il bagno nel mare. Metto anche io i piedi in acqua e trovo una temperatura spettacolare, fin troppo calda, perfetta però per me che odio le acque fredde.
Faccio avanti e indietro per la spiaggia gettando al vento i miei pensieri e liberando la mia mente, e osservo la spiaggia popolarsi di persone che fanno footing e di coppie che si tengono la mano giurandosi amore eterno.
Intorno alle 7 faccio una bella colazione mentre osservo i colori cambiare con l’alzarsi del sole.
La giornata la trascorro interamente al mare con tappa al Paradee Resort in cui si trova una spiaggia favolosa e un molo in legno su cui sotto nuotano pesci tropicali, un pranzo al Sai Kew Beach Resort, e tanti bagni in un mare bellissimo e caldissimo.


Da qui non vorrei mai andarmene. Fin troppo bella e rilassante. Quasi nessun turista, zero caos, un vero spettacolo.
Ceno al ristorante del Le Virman e mi godo questa ultima notte a Koh Samet.

Diario di viaggio in Thailandia: sesto e settimo giorno. Bangkok

Il mare oggi “è una tavola blu” – come direbbe Edoardo Vianello – e durante il breve tragitto in barca da Koh Samet a Ban Phe penso che dovrò tornare a Koh Samet insieme a Valentina per godermela almeno per una settimana.
Lì trovo ad accogliermi un pullmino che mi porterà a Bangkok facendomi prima fare una sosta al Suphattraland Rayong (indirizzo 70 Mu 10 Tambon Nong Lalok, Amphoe Ban Khai, Rayong), una gigantesca piantagione di frutta esotica.

Dopo aver pagato il biglietto d’ingresso che costa 350 THB (circa € 9), si sale su un pullmino che costeggia le piantagioni e che fa qualche sosts a buffet illimitati di frutta fresca dove è possibile assaggiare il durian (frutto dall’odore simile al gorgonzola ma dal sapore dolce), il rambutan (simile a un mostricciattolo rosso ma anch’esso dal sapore dolciastro), il mangosteen che quando viene sbucciato si presenta con la forma di spicchi d’aglio, avocado, ananas, jack fuit, guava, pomelo, banane, ma anche insalata di papaya ottenuta pestando il frutto con salsa di pesce, aglio, peperoncino e pomodori. Piccantissima!
Alle ore 16 arrivo a Bangkok e già a circa 30 km dall’aeroporto noto il cambiamento del paesaggio. La natura selvaggia lascia il posto a grattacieli e insegne luminose.
Arrivo allo splendido The Sukosol Hotel che si trova a due passi dallo sky train, lascio i bagagli nella camera posta all’11° piano,e vado di corsa al centro commerciale MBK per fare un po’ di shopping. 8 piani per oltre 2.000 negozi. Il regno dei malati di shopping!

Il primo impatto con la città è positivo.
Torno in hotel, onoro per cena un fantastico buffet dove è presente ogni ben di dio, ma soprattutto tanto pesce cotto e crudo, sushi e dolci da divorare anche solo con gli occhi.
Dopo cena vado al centro commerciale Asiatique che raggiungo con lo sky train e poi con il battello gratuito che attraversa il fiume Chao Phraya. La città moderna è tutta uno scintillio di luci. Una ruota panoramica mi dà il benvenuto al centro commerciale all’aperto. Fa tanto caldo ma la voglia di riportare qualcosa a Vale che è rimasta a casa a causa del suo lavoro è talmente forte che giro per un paio d’ore tra mille negozi in cerca del regalo giusto per lei.
Alle 23 prendo il battello per tornare dall’altra parte del fiume e poi con lo sky train torno in hotel.
Alle 24 sono già steso sul letto della mia camera d’hotel a ripensare a quanto sia stato bellissimo questo mio primo viaggio in Thailandia. Ho vissuto esperienze fantastiche e inaspettate. Domani sarà il mio ultimo giorno in questo meraviglioso Paese e voglio godermelo tutto.
Sveglia alle 7, alle 8 sono già per strada pronto per andare a visitare il Palazzo Reale prima che si riempia di gente.
Prima delle 9 sono davanti all’ingresso e la fila è già importante. Si entra solo se vestiti in maniera decorosa: pantaloni lunghi e magliette o camicie con le maniche (anche a maniche corte, ma non canottiere che lasciano scoperte le spalle).


Il Grande Palazzo Reale è la residenza ufficiale del Re (attualmente il Re è Vajiralongkorn, conosciuto anche come Rama X), anche se ora viene utilizzato solo cerimonie ufficiali e banchetti di Stato. La sua costruzione iniziò nel 1782 quando il Re Rama I trasferì la capitale da Thonburi a Bangkok.

Non appena varcato l’ingresso si entra in un luogo fiabesco ma allo stesso modo mistico. Il complesso è un tripudio d’oro che viene messo in risalto dal bianco dei muri.


Tra i vari edifici che compongono il Palazzo c’è il Wat Phra Kaew, o Tempio del Buddha di Smeraldo, considerato come il tempio buddista più importante di tutta la Thailandia. Al suo interno si trova la statua di Buddha in meditazione alta 70 cm, scolpita nel XV° secolo in un unico blocco di giada, a cui solo al Re è permesso di avvicinarsi. Nel tempio non ci sono alloggi per i monaci ma è comunque composto da vari edifici come le sale di preghiera, la biblioteca e altre costruzioni sacre.
Terminata la visita al Palazzo Reale mi dirigo al Wat Pro dove rimango sbalordito dalla bellezza del Buddha Sdraiato. All’ingresso vengo accolto dai giganti di pietra che presidiano le entrate e che incutono un certo rispetto.


Questo tempio è un complesso di edifici che si estendono su un’aerea di circa 80.000 metri quadrati, è suddiviso in due aeree (l’aerea sacra in cui si trovano i templi e la scuola di massaggi, e l’aerea residenziale in cui c’è il monastero e la scuola) e contiene più di 1.000 immagini e statue di Buddha, tra cui la gigantesca statua del Buddha sdraiato lunga 46 metri e alta 15. La bellezza della statua e l’osservare i fedeli che pregano mi trasporta in una dimensione mistica e magica.


Scopro poi che proprio nel Wat Pro è nata la prima scuola del massaggio thai e ancora oggi è possibile seguire corsi di massaggio, di farmacia thai e di pratica medica thai.
Pranzo al ristorante Savoey assaporando per l’ultima volta i sapori thai e faccio un tour sul fiume Chao Praya ammirando la città vecchia dai suoi canali.
Sta per terminare il mio viaggio in Thailandia. È arrivato purtroppo il momento di salutare questo splendido Paese che in una settimana non solo è riuscito a farmi innamorare perdutamente di lui, ma anche a farmi staccare completamente la spina dalla routine quotidiana e a far volare via – almeno momentaneamente – tutti i pensieri negativi che affollavano la mia mente.
Grazie Thailandia, ti sei mostrata a me con la tua anima gentile, mi hai accolto con la tua grazia e ora ti saluto non con un addio ma con un arrivederci. Tornerò presto perché ho ancora tanto da scoprire di te, e i miei occhi vogliono ancora riempirsi della tua bellezza.
Pochi minuti prima di imbarcarmi sul volo Bangkok – Roma e far rientro in Italia, ho raccontato il mio viaggio in Thailandia in diretta su m2o radio. Se vuoi ascoltare lo streaming devi collegarti a questo link e posizionarti al minuto 24:47.
Questo viaggio in Thailandia è stato realizzato in collaborazione con l’ente del turismo Thailandese. Le opinioni sono strettamente personali e non affatto influenzate dall’ente.