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Telefoni del Vento: dove parlare con chi non c’è più. Sono anche in Italia

Andrea Petroni 11/10/2025

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All’inizio di luglio ho perso mia mamma, dopo una lunga malattia. È stata un’esperienza che ha toccato profondamente le corde della mia anima. Parlare del legame con chi non c’è più è qualcosa di complesso, a volte impossibile, ma i Telefoni del Vento mi hanno dato una nuova prospettiva: luoghi silenziosi dove puoi affidare al vento le parole che avresti voluto dire, dove il dolore si trasforma in memoria e l’amore non finisce mai.

La storia del primo Telefono del Vento

Tutto nasce in Giappone, nel 2010. Itaru Sasaki perde suo cugino, a cui era profondamente legato. Dopo la sua morte sente un bisogno intenso: continuare a sentirlo vicino, anche senza poterlo vedere o ascoltare. Così compra una vecchia cabina telefonica e vi installa un telefono non collegato a nulla. Questo primo Telefono del Vento, chiamato Kaze no Denwa, diventa il suo rifugio: lì Sasaki può parlare con suo cugino, raccontargli le giornate, i pensieri, i ricordi.

L’anno successivo, il terribile tsunami del 2011 devasta la costa giapponese, portando via migliaia di vite. Molti corpi non vengono ritrovati e la città di Ōtsuchi è tra le più colpite. Sasaki decide allora di spostare la cabina proprio lì, rendendola accessibile a chiunque abbia bisogno di un luogo per “chiamare” i propri cari scomparsi. La cabina diventa un simbolo di speranza e di umanità, un gesto semplice che permette alle persone di affrontare il lutto con un piccolo atto di coraggio e amore.

Come funziona un Telefono del Vento

Non servono monete, linee telefoniche o tecnologia avanzata. Questi telefoni non funzionano per collegarti davvero con chi non c’è più. Funzionano con il cuore. Puoi parlare, piangere, sussurrare o restare in silenzio. Puoi sederti, respirare, e sentire che le parole che non hai mai detto trovano un posto dove esistere. È un gesto intimo, un rituale personale che unisce memoria, dolore, speranza e amore infinito.

 

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I Telefoni del Vento nel mondo

Dal Giappone, l’idea ha fatto il giro del mondo. Oggi ci sono quasi 500 Telefoni del Vento in più di 30 Paesi e sono tutti mappati sul sito web mywindphone.com: in parchi, giardini, scuole, cimiteri, perfino case private. Ogni installazione è unica: alcune sono cabine complete, altre sono semplici telefoni appesi a un albero o a una panchina, alcune costruite con oggetti di recupero come vecchie porte, surfboard o violini. L’importante è che siano luoghi sereni, in cui chi visita può sentirsi libero di esprimere le proprie emozioni senza giudizio.

Telefoni del Vento in Italia: cosa vedere

In Italia sono già presenti quattro Telefoni del Vento, tutti immersi in luoghi naturali e tranquilli, scelti per favorire la riflessione e la connessione con se stessi e con chi abbiamo amato:

  • Capannoli (PI) – Località Legolai: la prima cabina italiana, installata in cima a una collina, tra il verde, per ricevere l’energia positiva della natura.

  • Vigarano Pieve (FE) – Via del Lavoro 8: un piccolo angolo di silenzio nella provincia di Ferrara, dove fermarsi a ricordare.

  • Finale Ligure (SV) – Monte Beigua: una cabina circondata dal panorama mozzafiato delle colline liguri, dove il vento sembra portare le parole fino al mare.

  • Vocca (VC) – lungo la SP299: immersa tra le montagne, un luogo che regala pace e serenità.

Ogni cabina è stata progettata per essere accogliente, sicura e facilmente accessibile. Non servono soldi o tecnologia, solo la volontà di mettersi in contatto con il proprio cuore.

Il progetto in Italia

Il progetto italiano è iniziato grazie a persone come Marco Vanni, fotografo e direttore artistico, che hanno voluto portare questa idea di conforto anche nel nostro Paese. La collaborazione con aziende agricole, comunità locali e associazioni ha permesso di creare spazi sicuri e sereni, dove chiunque può fermarsi a parlare con chi non c’è più. L’idea ha avuto subito un grande riscontro e altre città stanno valutando di avere il loro Telefono del Vento.

Creare un Telefono del Vento nella tua comunità

Se vuoi creare un tuo Telefono del Vento, ci sono alcune cose importanti da sapere: scegliere un luogo tranquillo e accessibile, pensare alla sicurezza e all’accoglienza, scegliere un telefono (spesso un rotary per il suo valore simbolico e tattile) e personalizzare lo spazio con oggetti, poesie o libri. Tutte le informazioni, guide, risorse e mappe delle cabine esistenti sono disponibili su mywindphone.com.

Perché visitarli

Visitare un Telefono del Vento non è solo un’esperienza emotiva, è anche un’occasione per fermarsi, respirare e riflettere. È un momento per connettersi con se stessi e con chi abbiamo amato. In Italia, se stai cercando cosa vedere, inserisci i Telefoni del Vento nella tua lista: un’esperienza unica e intensa, tra natura, silenzio ed emozione.

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