Luoghi da visitare e guide per viaggiare
Alla scoperta dell’Ubaye: un angolo autentico delle Alpi francesi che ti sorprenderà
Andrea Petroni 10/07/2025

Ci sono luoghi che non fanno rumore. Non li vedi tra le pubblicità patinate delle agenzie, non dominano le classifiche dei trend di viaggio. Eppure, basta metterci piede una volta per sentire che lì, tra quelle montagne, c’è qualcosa che somiglia alla pace.
La Valle dell’Ubaye, incastonata nelle Alpi francesi meridionali – al confine con il Piemonte – è uno di questi luoghi. Una terra autentica, che custodisce il silenzio dei boschi, il profumo del legno bagnato, la memoria di chi è partito e di chi è tornato, portando con sé un mondo.
Noi l’abbiamo esplorata in famiglia, all’inizio dell’estate, armati di zainetti, curiosità e voglia di stare insieme. E quello che abbiamo trovato è stato molto più di quanto potessimo immaginare.
Una base tranquilla tra le montagne
Abbiamo scelto come base un appartamento a Faucon-de-Barcelonnette, alla Maison Alpes Montjoie. Una casa immersa nel silenzio e nella natura, da cui ogni giorno ci siamo mossi per esplorare la valle. Qui tutto è vicino, ma per muoversi serve un’auto, perché le meraviglie dell’Ubaye si trovano spesso ai margini delle strade principali, nascoste come piccoli tesori.
Il primo abbraccio: il Lago di Jausiers
Il nostro primo giorno è iniziato con un tuffo nel Lago di Jausiers, uno specchio d’acqua limpida e tranquilla, perfetto per nuotare (l’acqua è un po’ freddina), rilassarsi sui prati o far giocare i bambini. Dopo mesi di frenesia, è stato come respirare a pieni polmoni.
Poco distante nel carinissimo e piccolo villaggio di Jausiers, abbiamo scoperto la biscotteria artigianale Réserve de l’Écureuil, un luogo dove tutto profuma di mandorle, burro e infanzia. Ci siamo seduti per un tè, una fetta di tarte alpine ai mirtilli e qualche biscotto tradizionale, mentre fuori il sole cominciava a inclinarsi dolcemente dietro i monti.
La montagna racconta: Maison du Bois et de la Forêt
Tra le tappe più sorprendenti del nostro viaggio c’è stata senza dubbio la visita alla Maison du Bois et de la Forêt, nel villaggio di Méolans-Revel. L’edificio colpisce già da fuori: una struttura moderna in legno, tonda e leggera, che si fonde con il paesaggio circostante. È uno di quei luoghi dove appena entri capisci che stai per imparare qualcosa di prezioso.
Il percorso museale è pensato in modo interattivo e coinvolgente, con cinque sezioni che raccontano l’albero, le foreste alpine, i mestieri del legno, l’impatto del cambiamento climatico e persino la foresta immaginaria. Oltre venti installazioni permettono di toccare, ascoltare, provare. I bambini erano entusiasti, ma anche noi grandi abbiamo imparato tantissimo.
Poi c’è l’atelier del falegname, dove abbiamo assistito a una dimostrazione di tornitura del legno. Un gesto antico, che si rinnova davanti ai nostri occhi, con la lentezza tipica delle mani esperte.
Ma la parte che ci ha fatto davvero viaggiare indietro nel tempo è venuta dopo: la guida ci ha accompagnati nel bosco fino a una segheria ad acqua storica, perfettamente conservata. Qui ci ha mostrato come un tempo, sfruttando la forza dell’acqua del torrente, si tagliava il legno. Il rumore ritmico della lama, la ruota idraulica in movimento, l’odore di resina… sembrava di essere tornati a cento anni fa. I bambini erano incantati. E anche noi.
Un po’ di avventura tra gli alberi
Sempre a Méolans-Revel abbiamo trascorso alcune ore al vicino Aventura Park, un parco avventura perfettamente inserito nel bosco, con percorsi sugli alberi adatti a tutte le età. Anche i più piccoli possono divertirsi in sicurezza, mentre i più grandi si sfidano tra ponti tibetani e zipline. È stato bello vedere i nostri figli mettersi alla prova e ridere insieme, liberi e felici.
Le acque azzurre del Serre-Ponçon
Il pomeriggio ci ha portati sulle rive del Lago di Serre-Ponçon, il più grande lago artificiale della Francia e una vera meraviglia incastonata tra le montagne dell’Ubaye. Quando arrivi qui, rimani subito colpito da quella distesa d’acqua turchese che sembra quasi irreale, un lago che è nato dal coraggio di ingegneri e uomini, ma che oggi è un paradiso per chi ama la natura e le attività all’aria aperta.
La zona di Saint-Vincent-les-Forts offre tutto ciò che serve per una giornata di relax e divertimento: ci sono barchette elettriche, pedalò, canoe e persino un parco giochi galleggiante dove i bambini possono scatenarsi in sicurezza. Le spiagge di ciottoli e prato si aprono come un invito a sdraiarsi al sole, a leggere un libro o semplicemente a godersi il vento leggero che scende dalle montagne.
Noi abbiamo scelto di noleggiare un pedalò e di lasciarci cullare dolcemente dalle onde tranquille. I bambini si sono divertiti un mondo a immergere i piedi nell’acqua fresca, mentre noi ci siamo rilassati con il viso rivolto verso il cielo azzurro, assaporando quel silenzio quasi magico interrotto solo dal lieve sciabordio dell’acqua. Non serviva altro: era il momento perfetto, fatto di semplicità e pace, quello che cerchi quando viaggi con la famiglia e vuoi che ogni attimo resti impresso nella memoria.
Storia sotterranea: il Forte di Saint-Ours-Haut
Il giorno dopo, spinti dalla curiosità, ci siamo diretti al Forte di Saint-Ours-Haut, parte della linea Maginot alpina, fortificazioni costruite per difendere la Francia dagli attacchi esterni.
Questo imponente complesso militare ci ha catapultati in un altro tempo, quello degli anni ‘30 e ‘40, quando la Francia costruì una rete di fortificazioni per proteggersi dalle invasioni.
Entrare nel forte significa immergersi in un mondo sotterraneo fatto di gallerie, stanze buie, feritoie per mitragliatrici e sistemi di comunicazione d’avanguardia per l’epoca. La temperatura fresca e l’umidità ti avvolgono subito, quasi a ricordarti la durezza delle condizioni di vita di quei soldati. La guida ci ha raccontato con passione la storia della fortezza, le strategie militari e le vicende che l’hanno vista protagonista durante la Seconda guerra mondiale.
Camminare in quelle stanze buie, tra le mura di cemento armato, è stata un’esperienza emozionante, che ha acceso la fantasia di tutta la famiglia. I bambini, che di solito corrono ovunque, si sono trasformati in piccoli esploratori attenti e silenziosi, mentre noi adulti riflettevamo sull’importanza di ricordare la storia per capire il presente.
Il Forte di Saint-Ours-Haut non è solo una testimonianza militare, ma anche un simbolo della resilienza umana, della capacità di adattarsi e resistere alle difficoltà, immersi in un paesaggio di montagna che sembra così pacifico e lontano da quei conflitti. Consiglio vivamente questa visita a chiunque passi per l’Ubaye, perché è un modo unico per scoprire un pezzo di storia meno conosciuto ma fondamentale.
La temperatura all’interno è bassa (circa 12°C) e l’atmosfera è intensa. Le stanze buie, le strette feritoie, l’eco dei nostri passi… tutto parla di resistenza e memoria. Un’esperienza che lascia il segno.
Vallon du Lauzanier: dove la natura commuove
Ma se c’è un luogo che porteremo nel cuore, è senza dubbio il Vallon du Lauzanier, nel Parco Nazionale del Mercantour.
Dopo una passeggiata semplice e accessibile, il paesaggio si è aperto all’improvviso: prati fioriti, ruscelli cristallini, montagne maestose e marmotte libere che sbucavano tra le rocce. Siamo rimasti in silenzio a guardarli, tutti e quattro, seduti sull’erba con il naso all’insù e gli occhi pieni di meraviglia.
Abbiamo pranzato lì, con un picnic semplice ma speciale. Il tempo sembrava fermarsi. È stato uno dei momenti più intensi del nostro viaggio, uno di quelli che ti ricordano perché vale la pena partire.
Un promemoria importante: non si possono portare cani nel parco, neanche al guinzaglio, ed è vietato dar da mangiare alle marmotte.
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Barcelonnette e il Messico: una storia che non ti aspetti
Al rientro ci siamo concessi del tempo per Barcelonnette, cittadina vivace e sorprendente. La cosa più incredibile? Il suo legame con il Messico.
Tutto iniziò nel 1805, quando Jacques Arnaud partì per la Louisiana e poi per il Messico. Tornò con una fortuna, e con lui tanti altri emigranti della valle. Alcuni di loro, diventati imprenditori nel tessile o nella finanza, fecero ritorno in Ubaye costruendo grandi ville borghesi, circondate da giardini esotici.
Queste “ville dei messicani”, visibili ancora oggi tra Barcelonnette e Jausiers, sono una testimonianza viva di quell’epopea. E non solo: ogni anno la città celebra questo legame con eventi come il Festival Latino-Messicano (in agosto) e la Festa dei Morti, ispirata al Día de los Muertos.
Ma non solo un legame con il Messico, qui c’è un forte legame anche con il vicino Piemonte, ancora oggi ben visibile. Per secoli, la Valle dell’Ubaye ha fatto parte del Ducato di Savoia, e poi del Regno di Sardegna, condividendo con il Piemonte tradizioni, architettura e persino tratti del dialetto. Ma non si tratta solo di eredità storica: tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, mentre molti abitanti dell’Ubaye partivano per il Messico, furono anche in tanti i piemontesi a migrare verso la valle, attirati dalle opportunità economiche offerte soprattutto nel commercio e nel settore tessile. Così, le due sponde delle Alpi si sono intrecciate nel tempo, dando vita a una mescolanza culturale che si sente ancora oggi nei cognomi, nei racconti di famiglia e nel modo gentile e riservato della gente del posto. Un legame che non si è mai spezzato davvero.
Per scoprire queste storie, abbiamo visitato il Musée de la Vallée, ospitato nella bellissima Villa La Sapinière. Tra fotografie, oggetti, lettere e ricordi, ci siamo immersi in un racconto straordinario, che rende questa valle ancora più affascinante.
Sapori alpini e convivialità
A Barcelonnette abbiamo mangiato davvero bene. Due indirizzi da segnare: il Restaurant Côté Jardin, con piatti raffinati e creativi, e il più informale ma accogliente Ô Tandem, dove abbiamo cenato accanto alla via principale, circondati da profumi di erbe di montagna e chiacchiere allegre.
Cosa sapere prima di partire
Per esplorare al meglio la Valle dell’Ubaye ci sono alcune cose da tenere a mente. Serve un’auto per muoversi tra i paesini e le attività.
Le attività sono family-friendly, ma verifica sempre l’età minima richiesta.
Porta con te scarpe da trekking, costume da bagno, una felpa per la sera, uno zainetto e una borraccia. L’acqua in montagna è sempre buona e fresca.
Il periodo migliore? L’estate è perfetta per i laghi, le passeggiate e i picnic. L’autunno regala pace, colori incredibili e una valle ancora più silenziosa.
Ubaye: una valle da sentire, più che da vedere
La Valle dell’Ubaye, nelle Alpi francesi, è una di quelle mete che parlano sottovoce, ma lasciano il segno. Se cerchi natura vera, storie affascinanti, tempo da vivere con lentezza e occhi pieni di meraviglia, qui troverai tutto questo. E forse anche qualcosa in più.
Viaggio realizzato in collaborazione con Explore France, Provence – Alpes – Côte d’Azur Tourisme e Ubaye.