Diari di viaggio
Diario di viaggio in Islanda: paesaggi che scaldano il cuore
di Andrea Petroni
Pubblicato il 2015-12-02
Durante il nostro weekend islandese ci avete seguiti in tanti su facebook, su Instagram e su twitter, e in tanti ci avete richiesto un bel resoconto dettagliato della nostra esperienza tra geyser, lagune, ghiacci e cascate.
Come promesso ecco il nostro
diario di viaggio in Islanda
con tante informazioni, tanti suggerimenti e tante foto di quella terra estrema quanto affascinante.
Organizzare un viaggio in Islanda non è una cosa molto semplice, anche perché i voli diretti ci sono solo durante i mesi di luglio e agosto e solo da pochissime città italiane. Volare a Reykjavik in altri periodi dell’anno non è cosa semplice perché bisogna incastrare voli operati da più compagnie cercando ovviamente le accoppiate di orario e di prezzo più interessanti.
Per la ricerca e la prenotazione ci siamo affidati al motore di ricerca Kayak che ha anche un servizio Alert che permette di essere avvisati quando cambia il prezzo in modo da riuscire a prendere quello migliore.
Anche l’hotel lo abbiamo prenotato utilizzando il comparatore di Kayak grazie al quale si riesce ad ottenere il miglior prezzo proposto dai vari portali quali ad esempio Booking.com, Venere.com o simili.
Ci siamo anche scaricati sull’iPhone l’applicazione di Kayak che ha un comodissimo servizio chiamato Trips che permette di salvare i dettagli del proprio viaggio e ad averli tutti a portata di mano in qualsiasi momento. Ti dice a che ora hai il volo, il suo numero, da quale terminal parte, il numero di conferma, le condizioni meteo previste all’arrivo e ti aggiorna in tempo reale sullo stato del volo informandoti di eventuali ritardi. Insomma una figata pazzesca!
Partiamo venerdì 27 novembre 2015 alle ore 6:40 da Roma Fiumicino con easyJet. Facciamo scalo ad Amsterdam, e alle 13:50 prendiamo un volo Wow Air che ci porta a Reykjavik.
Prima di atterrare nella capitale islandese ci rendiamo effettivamente conto delle condizioni climatiche che troveremo a terra. Tanta neve e tanto ghiaccio.
Atterriamo a Reykjavik alle ore 13:50 locali (le 14:50 italiane) e la temperatura è meno rigida di ciò che pensavamo. “Solo” due gradi sotto allo zero.
Per raggiungere l’hotel prendiamo il bus della Gray Line che al costo di € 16 a persona ci conduce direttamente in albergo. v. post Come raggiungere il centro di Reykjavik dall’aeroporto di Keflavik.
L’aeroporto dista 50 km dal centro città che in genere si raggiunge in 45 minuti, noi purtroppo incontriamo un mucchio di traffico – ebbene sì anche in una città che conta poco più di 120.000 abitanti ha questo problema – e raggiungiamo il Kvosin Downtown Hotel in circa due ore.
Il Kvosin si trova in pieno centro, è piccolo ma molto grazioso e curato nei minimi dettagli.
La nostra stanza ha la vista sulla cattedrale e su un delizioso scorcio della città che sembra essere uscito da uno di quei film di Natale che trasmettono spesso in tv. Mancano solo le canzoncine natalizie.
Lasciamo i bagagli in camera e ce ne andiamo subito a fare una passeggiata per la città.
Reykjavik è la capitale più a nord del Mondo, è molto vicina al Circolo Polare Artico ed è bagnata dall’Oceano Atlantico.
Fu fondata nella seconda metà dell’800 d.C. dall’esploratore normanno Ingólfur Arnarson e fino al XVIII secolo contava solo una manciata di fattorie. Divenne capitale dell’Isola nel 19144 quando venne proclamata la Repubblica d’Islanda e si svincolò completamente dal dominio danese.
Sinceramente non ci aspettavamo che fosse così carina, è proprio come ci si immagina la tipica cittadina del nord del mondo, con le casette in legno dai colori sgargianti, ordinata e con tante lucine natalizie.
Purtroppo abbiamo poco tempo a disposizione per girarla perché alle 20:15 ce ne andremo in cerca dell’Aurora Boreale.
Andiamo però prima a cena in un posticino scovato su Trip Advisor. Si chiama Saegreifinn ed è una piccola taverna collegata a una pescheria sul porto. Un posto molto caratteristico e spartano.
Si scelgono gli spiedini dal bancone che vengono poi cucinati sulla piastra.
Noi prendiamo uno spiedino di salmone, uno di capesante, uno di gamberi, e per riscaldarci due zuppe di aragosta. Io una birra islandese Gull e Valentina l’acqua.
Spendiamo complessivamente circa € 50 che non è poco ma rispetto ai prezzi dei ristoranti di Reykjavik è un prezzo abbastanza basso.
Il pesce è buonissimo e l’atmosfera molto ma molto informale. Saegreifinn promosso a pieni voti nonostante all’inizio faccia un pò impressione. Dovevate vedere la faccia di Valentina!
Sazi e soddisfatti torniamo in hotel dove alle 20:15 ci viene a prendere la navetta Gray Line per iniziare il Northern Light Mistery Tour in cerca della mitica aurora boreale. Il biglietto costa € 43 a persona ed è secondo noi perfetto per chi ha poco tempo a disposizione, non vuole noleggiare un’automobile, e non vuole diventare pazzo e girare a vuoto in cerca di questo fenomeno atmosferico.
Partiamo dal quartiere generale della Gray Line alle ore 21 in punto sotto ad una fittissima nevicata. La guida ci conduce in varie location nei dintorni della capitale ma nelle soste non riusciamo a vedere nulla. Colpa sia della luna piena sia delle tante nubi cariche di neve. Giriamo per quasi cinque ore ma torniamo alla base a bocca asciutta. Questa volta niente aurora boreale per noi, però Gray Line da l’opportunità a chi non è riuscito a vederla di riprendere gratuitamente ed entro due anni dal primo viaggio lo stesso bus. Noi ci riproveremo domani sperando di essere più fortunati.
Nonostante tutto l’esperienza notturna tra le nevi islandesi è stata un qualcosa di unico ed indimenticabile, sembrava di stare al Polo Nord.
Rintriamo in hotel a notte fonda e ci svegliamo dopo 4 ore.
La sveglia inizia a suonare imperterrita alle 6:30 ricordandoci che alle 8:15 verrà a prenderci un’altra navetta Gray Line per un bel tour tra la Blue Lagoon e il Golden Circle, prenotato su Iceland Travel al costo di € 13.000 ISK a persona (circa € 92,50).
Facciamo una semplice colazione in hotel e coperti a più non posso usciamo al freddo e al gelo. Non nevica ma la temperatura si aggira sui -9 gradi.
Il cielo alle 8 è buio, inizia a fare giorno intorno alle 10:30 per poi fare di nuovo notte verso le 16. D’inverno hanno poche ore di luce ma in compenso d’estate da queste parti non fa mai buio.
In 40 minuti raggiungiamo la Blue Lagoon, un’area geotermale con una grossa piscina all’aperto con una temperatura dell’acqua tra i 37 e i 39 gradi centigradi, ricca di silicio e zolfo che fanno molto bene per la cura delle malattie della pelle.
Lo scenario che si apre davanti ai nostri occhi è un qualcosa di emozionante e magico e l’odore dello zolfo si percepisce appena.
Il calore dell’acqua contrasta con il freddo esterno e crea un vapore che rende l’atmosfera surreale.
Non resistiamo alla tentazione di provare l’ebrezza di un bagno caldo in mezzo alla neve, e dopo aver pagato il biglietto d’ingresso (€ 40) ci immergiamo nelle calde acque dal colore bianco-azzurro.
Uscire in accappatoio e costume con -9 gradiun pò da pazzi, ma basta entrare in acqua per sentirsi in Paradiso. Un senso di relax mai provato prima in vita nostra.
Rimaniamo a mollo un paio d’ore, anche perché basta bagnarsi i capelli per ritrovarseli ghiacciati, ci facciamo una doccia e riprendiamo il pullman. Ci aspetta il Golden Circle.
Si tratta di un percorso di 300 km che parte da Reykjavik e che tocca alcune delle attrazioni più popolari dell’Islanda: le cascate di Gullfoss, il Parco Nazionale Thingvellir e l’area dei geyser.
Attraversiamo per un’ora deserti di neve e ghiaccio immersi in un paesaggio degno del miglior documentario di National Geographic o del nostro Piero Angela.
La prima sosta la facciamo al Parco Nazionale Thingvellir (patrimonio dell’Umanità UNESCO) che si trova sulla sponde del Þingvallavatn, il più grande lago islandese, e sulla faglia che divide il continente europeo da quello americano. Il freddo è pungente e togliersi i guanti per scattare una foto è piuttosto doloroso.
É un luogo storicamente importante perché qui nel 930 fu fondato uno dei primi parlamenti del mondo e sempre qui il 17 giugno del 1944 fu proclamata l’indipendenza dell’Isola.
Nel frattempo il sole inizia a tramontare e i colori caldi del cielo riscaldano i nostri cuori.
Dopo un bel cappuccino bollente bevuto nel centro visitatori partiamo per la seconda tappa, la cascata di Gullfoss.
Dal parcheggio non si nota nulla, si sente solo il rumore dell’acqua, ma quando si scendono le scale ci si ritrova al cospetto di uno spettacolo naturalistico che toglie il fiato.
L’ultima tappa la facciamo nell’area dei geyser dove si trova il Grande Geyser e lo Strokkur che ogni 5 minuti spruzza un alto getto di acqua bollente. Nella zona ce ne sono tanti altri e bisogna fare attenzione a non toccare assolutamente l’acqua la cui temperatura supera i 100 gradi.
Quante emozioni in questo Paese magico!
Scende la notte e noi torniamo a Reykjavik. Ceniamo al volo con un panino al Café Paris e di corsa prendiamo il pullman per ritentare la sorte. Riusciranno i nostri eroi a vedere questa benedetta aurora boreale?
Il cielo è limpido e la cosa è positiva. Incrociamo le dita e partiamo.
Non appena usciti dalla capitale notiamo dai finestrini del pullman un lampo verde nel cielo. Sì, è l’aurora!
La guida ci porta su una strada buia ed isolata, ci fa scendere, e ci fa alzare gli occhi al cielo.
Delle strisce di colore verde tagliano il cielo nero e tutti lanciamo un grido di stupore. Missione compiuta!
L’emozione è alle stelle, il degno coronamento di un weekend favoloso in una terra che speriamo di conoscere presto in maniera più approfondita.
Purtroppo è difficile fotografare l’aurora boreale e cerchiamo il più possibile di imprimerla nelle nostre menti.
Rientriamo a Reykjavik verso mezzanotte e decidiamo di goderci la nightlife della capitale. Roba da non crederci ma durante il fine settimana il centro si riempie di giovani e i locali accolgono numerosi gruppi festanti. Dicono che sia una delle capitali del Nord Europa con più vita notturna e non facciamo fatica a crederlo.
Ci beviamo un cocktail in un locale fighettino che si chiama Apotek e alle 2 torniamo in hotel.
La sveglia suona alle 6:30 per ricordarci che il tempo a nostra disposizione in questo Paradiso chiamato Islanda volge al termine. Ma torneremo presto per approfondire la sua conoscenza.
Alle 11 parte il nostro volo easyJet per Londra da cui poi prenderemo un volo Norwegian per rientrare a Roma alle ore 21:15.
D’ora in poi i nostri cuori avranno un Paese in più d’amare.
Ci auguriamo che questo nostro diario di viaggio in Islanda vi sia d’aiuto per organizzarvi al meglio una vacanza in questo strepitoso Paese.
Viaggio realizzato in collaborazione con Kayak.