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Luoghi da visitare e guide per viaggiare

Tour in Sicilia, ecco le mete più strane da visitare

Andrea Petroni 03/12/2020

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È innegabile che, al giorno d’oggi, la tecnologia abbia completamente rivoluzionato le nostre vite. Nella quotidianità, infatti, ci troviamo a usare lo smartphone, ma anche tanti altri dispositivi mobili, come se fossero realmente degli strumenti che fanno parte di noi. Provate a uscire di casa senza cellulare: la sensazione è quella che manchi una parte di noi. Lo smartphone è diventato fondamentale anche nel turismo. Ad esempio, per chi vuole viaggiare in Sicilia seguendo un itinerario diverso dal solito, questa guida potrà tornare molto utile, e sono sicuro che probabilmente la starete leggendo da mobile.

Il Teatro dei Pupi

Stiamo facendo riferimento a una tra le tradizioni più antiche di tutta l’Isola, che chiaramente merita di finire nuovamente sotto i riflettori in ambito turistico e di essere apprezzata per quello che è. Al suo interno, infatti, c’è l’opportunità di prendere visione di meravigliosi spettacoli teatrali in cui i protagonisti sono delle marionette, meglio chiamate Pupi siciliani.

Si tratta di una tradizione che venne a formarsi nel corso del 1800, per poi arrivare fino ai nostri giorni, tramandata grazie all’enorme lavoro che è stato fatto da parte dei pupari, ovvero tutti quegli artisti teatrali che gestivano queste spettacolari rappresentazioni. Nella maggior parte dei casi, lo scenario è quello che prevede dei pupi cavalieri che combattono tra loro in situazioni piuttosto comiche e divertenti. Un sito poco conosciuto, ma che merita davvero di essere visitato, anche per via del fatto che l’UNESCO ha stabilito che il teatro dell’opera dei Pupi è un Capolavoro del Patrimonio Orale Immateriale dell’Umanità.

L’Orecchio di Dionisio

Ecco una bellissima grotta artificiale, che può vantare una profondità pari a ben 65 metri, che appartiene al Parco Archeologico della Neapolis che si trova in quel di Siracusa. All’interno di questo spettacolare parco c’è la possibilità di ammirare delle bellissime cave che sono state realizzate in pietra, che sono state ribattezzate latomie e scavate da parte di tante persone che erano condannate ad affrontare i lavori forzati.

Questa grotta è stata chiamata l’Orecchio di Dionisio: si tratta di un appellativo che venne dato da parte di Caravaggio. Ebbene, tale anfratto venne progettato in maniera tale che pure il minimo suono potesse essere amplificato in maniera chiara e distinta.

Secondo quanto narra la leggenda, ecco che il tiranno locale, chiamato Dioniso di Siracusa, diede ordine di effettuare degli scavi per creare un’enorme grotta all’interno delle rocce, per mantenere al suo interno i prigionieri, con l’intento di poter carpire i loro segreti sfruttando un’apertura che fu oggetto di apposita progettazione posta direttamente sul soffitto.

I Mulini di Mozia

Nel bel mezzo della Laguna di Stagnone, che si trova in provincia di Trapani. Mozia non è altro che un’isola di ridotte dimensioni che è stata abitata, ai tempi antichi, da parte dei Fenici. Anche se certamente non viene immediata da associare i mulini a vento a una regione come la Sicilia, stiamo facendo riferimento a una delle attrazioni più belle di questa piccolissima isola. Una serie di torri decisamente affascinanti che si caratterizzano per avere uno stile tipicamente olandese.

In origine, questi mulini a vento venivano impiegati con l’intento di provvedere al filtraggio del sale dal mare. Al giorno d’oggi, si possono visitare come una delle destinazioni più strane e curiose dell’intera regione siciliana.

Il Castello di Donnafugata

Nella zona più a sud della Sicilia, solo a qualche chilometro di distanza rispetto alla meravigliosa città di Ragusa, ecco che troviamo il Castello Donnafugata. Si tratta di una struttura che ricorda da molto vicino una residenza dallo stile nobiliare piuttosto che di un castello. Interessante notare come tale edificio sia stato oggetto di un restauro perenne con il passare dei secoli, mischiando così un gran numero di stili dal punto di vista architettonico.

 

Immagine di copertina Unsplash

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