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La Via Francigena del Sud: un viaggio in Campania tra storia, accoglienza e sapori autentici

Andrea Petroni 12/12/2025

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Tutte le strade portano a Roma”, recita un antico proverbio.
E tra queste, una in particolare ha attraversato secoli e confini, collegando popoli e culture: la Via Francigena.

La Via Francigena nasce nel Medioevo come itinerario di pellegrinaggio verso Roma, centro della cristianità.
Il suo nome deriva da franchigena, cioè “che viene dalla terra dei Franchi”, indicando la direzione percorsa da coloro che provenivano dal nord Europa per raggiungere la tomba di San Pietro.

Il primo documento ufficiale che ne descrive l’intero percorso risale al 990 d.C., grazie a Sigerico, arcivescovo di Canterbury.
Durante il suo viaggio di ritorno da Roma, dove era stato ricevuto dal Papa, Sigerico annotò le 79 tappe che lo portarono fino in Inghilterra: da lì nacque la mappa storica della Via Francigena.

Ma la Francigena non fu solo un cammino religioso.
Per secoli è stata una grande arteria di comunicazione europea, percorsa da pellegrini, mercanti, eserciti e sovrani, che la utilizzavano per raggiungere Roma o per spostarsi verso i porti pugliesi da cui partivano le navi dirette in Terra Santa.
Era dunque una via di fede, ma anche di scambio culturale, economico e artistico, lungo la quale si svilupparono villaggi, ospitali, monasteri e mercati.

Oggi, questo antico itinerario è tornato a nuova vita come cammino di riscoperta lenta e consapevole.
Con i suoi 3.000 km da Canterbury a Roma, la Francigena attraversa cinque stati, sedici regioni e oltre seicento comuni, offrendo un viaggio che unisce paesaggi naturali, testimonianze storiche e incontri umani.

Può essere percorsa a piedi, in bicicletta e in alcuni tratti anche a cavallo, scegliendo liberamente le tappe in base ai propri tempi e desideri.

Tutte le informazioni aggiornate, le mappe e le credenziali del pellegrino si trovano sul sito ufficiale: viefrancigene.org.

La Via Francigena in Campania: tra storia, natura e accoglienza autentica

La Via Francigena del Sud, che nell’antichità da Roma proseguiva verso i porti della Puglia per raggiungere la Terra Santa, attraversa anche la Campania, una regione che incanta per la sua varietà: dalle pianure della provincia di Caserta alle dolci colline del Beneventano, passando per boschi, fiumi e borghi sospesi nel tempo.

Io ho visitato alcuni dei luoghi francigeni compresi tra Caserta e Benevento, un tratto che riassume perfettamente lo spirito del cammino: storia millenaria, arte, natura e una calorosa accoglienza che ti fa sentire subito a casa.

In queste terre la gente è genuina e ospitale, sempre pronta a raccontare una storia o una leggenda, offrire un sorriso o condividere un assaggio dei prodotti locali: la mozzarella di bufala, regina indiscussa della tavola campana, ma anche il vino di Solopaca, l’olio profumato e i dolci artigianali che profumano di tradizione.

Sessa Aurunca: un tuffo nella storia romana e nell’anima medievale

Il mio itinerario è partito da Sessa Aurunca, città antichissima adagiata tra il vulcano spento di Roccamonfina e la pianura che guarda al mare, posizione che fin dall’antichità l’ha resa punto di incontro tra popoli, culture e commerci. Fondata dagli Aurunci, fu poi romana, longobarda, normanna e aragonese, e ogni epoca ha lasciato un segno tangibile.

Camminare per il centro storico di Sessa è come attraversare un museo a cielo aperto.
Tra vicoli in pietra e palazzi eleganti si incontrano straordinarie testimonianze del passato romano, come il Teatro Romano del I secolo a.C., tra i più imponenti e meglio conservati della Campania. Ancora oggi, durante l’estate, ospita spettacoli e rievocazioni, riportando in vita l’energia che animava le scene duemila anni fa.

teatro romano sessa aurunca

Poco distante sorge l’Aerarium, ambiente sotterraneo probabilmente destinato alla custodia del tesoro pubblico, fu progressivamente abbandonato tra il IV e il V secolo d.C. e in epoca medievale venne riutilizzato come base per nuove costruzioni. Visitandolo, si ha la sensazione di entrare in una dimensione sospesa nel tempo, dove l’ingegno romano si fonde con il mistero delle epoche successive.

Nel cuore medievale del borgo sorge la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, edificata nel XII secolo.
Un autentico capolavoro dell’arte romanica campana, con pavimento cosmatesco, portale marmoreo e una cripta affrescata di grande suggestione. Durante la Settimana Santa diventa il fulcro di uno degli eventi più toccanti della Campania: la Processione del Venerdì Santo, o Processione dei Misteri barocchi. Un rito di fede e di comunità che si ripete da secoli, accompagnato da canti, luci e silenzi che attraversano l’anima.

cattedrale sessa aurunca

A dominare tutto, il Castello Ducale, imponente e affascinante, custodisce ancora la struttura originaria normanna, ora sede del museo archeologico nazionale.

Sessa Aurunca è una città viva da tremila anni, dove la storia non è un ricordo immobile, ma una presenza costante.

Teano: dove nacque l’Italia unita

La tappa successiva è Teano, cittadina intrisa di storia e simbolo dell’identità italiana.
Fu qui, il 26 ottobre 1860, che si compì uno degli episodi più importanti del Risorgimento: l’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, passato alla storia come l’Incontro di Teano, il momento in cui l’Eroe dei Due Mondi consegnò il Regno delle Due Sicilie al re di Sardegna, sancendo la nascita dell’Italia unita.

teano

Oggi quel luogo è ricordato da un monumento imponente immerso nel verde, poco fuori dal centro abitato, dove si percepisce ancora l’eco di quell’evento che cambiò il destino della nazione.

A Teano esiste anche il Museo Garibaldino, purtroppo al momento chiuso al pubblico, ma che ho avuto la fortuna di visitare grazie al prezioso supporto della Polizia Locale. All’interno si conservano documenti, uniformi, stampe e cimeli che raccontano i giorni concitati di quell’incontro.

Ma Teano non è solo storia risorgimentale: è anche una città antichissima, fondata dagli antichi Sidicini, popolazione italica indipendente e fiorente prima dell’arrivo dei Romani. Di quell’epoca gloriosa resta una straordinaria testimonianza nel Museo Archeologico di Teanum Sidicinum, ospitato nell’ex convento di San Pietro a Fratta, con statue votive, anfore, epigrafi, monete e ceramiche che raccontano la vita quotidiana, l’arte e i culti di un popolo colto e raffinato.

museo teano

Tra palazzi nobiliari dai portali scolpiti, piazzette silenziose, chiese romaniche e panorami sulle dolci colline campane, Teano conserva un fascino autentico e discreto.

Da non perdere la Cattedrale di San Clemente, con la sua suggestiva cripta e le testimonianze architettoniche che raccontano secoli di storia religiosa.

Teano è un piccolo scrigno di cultura e identità, dove il passato non è soltanto da ammirare, ma da vivere, passo dopo passo, tra pietre e storie immortali.

Roccaromana: tre anime e un’accoglienza sincera

Roccaromana è uno di quei luoghi che restano nel cuore per la sua autenticità disarmante.
Non è un borgo compatto, ma formato da diverse aree con carattere distinto, ciascuna con la propria storia e un ritmo di vita unico. Insieme formano un mosaico di pietra, fede e natura che racconta perfettamente l’anima dell’entroterra campano.

Arrivando, lo sguardo si perde tra le colline del Matese e le valli boscose del Volturno, un paesaggio intatto, dove il tempo sembra essersi fermato. Le viuzze acciottolate, i portali scolpiti e le case in pietra parlano di una vita semplice ma profondamente legata alle tradizioni.

Ogni angolo del borgo custodisce piccoli tesori: piazze che diventano punto d’incontro per gli abitanti, scorci panoramici che invitano al silenzio e alla contemplazione, e la parte più alta, cuore storico e simbolico di Roccaromana, con le sue mura antiche e panorami mozzafiato.

Molto suggestiva la Chiesa della Santissima Annunziata, conosciuta anche come Chiesa dell’Ospedale, luogo che profuma di storia e devozione popolare. Risale a secoli lontani, quando accoglieva pellegrini e viandanti diretti verso i grandi cammini religiosi dell’Italia centro-meridionale. All’interno, affreschi e decorazioni sobrie raccontano una fede semplice ma profondamente radicata, ancora oggi curata dagli abitanti come un bene prezioso.

Proseguendo verso l’alto, un sentiero (ma anche una strada asfaltata) conduce alla Rocca Normanna, imponente e panoramica. I resti delle mura e delle torri, incastonati nella roccia, testimoniano l’antica funzione difensiva del borgo.
Da quassù la vista abbraccia i monti del Matese, le valli sottostanti e i paesini della Campania interna, in un silenzio che invita alla riflessione e alla gratitudine.

roccaromana rocca normanna

Ma ciò che rende davvero speciale Roccaromana è la sua gente: incontrare i residenti è come ritrovare vecchi amici. Ti accolgono con un sorriso sincero, raccontano storie di un tempo, indicano i luoghi migliori da vedere e spesso offrono un bicchiere di vino locale o un assaggio di prodotti fatti in casa. Qui il visitatore non è un estraneo, ma un ospite da far sentire a casa, come vuole la tradizione campana più autentica.

Roccaromana è una di quelle tappe che non si dimenticano facilmente: un borgo con tre anime, ma un solo grande cuore, che batte di storia, fede e umanità.

Dragoni e Ponte Margherita: un tuffo nella storia sulla Francigena

Dopo Roccaromana, il mio viaggio lungo la Francigena mi ha portato al fiume Volturno, dove ho vissuto una delle esperienze più suggestive del percorso: l’attraversamento in zattera nel tratto adiacente a Ponte Margherita.

Questa è la prima zattera d’Italia sulla Via Francigena, un’iniziativa che permette di rivivere simbolicamente l’esperienza dei pellegrini di un tempo, che dovevano guadare i fiumi per proseguire il cammino verso Roma o il Sud.

zattera francigena dragoni

Salire su quella piccola zattera di legno, lasciarsi trasportare lentamente dalla corrente e osservare le sponde verdeggianti è un momento quasi poetico, un ponte simbolico tra passato e presente. Si percepisce il respiro della storia e l’eco delle vite di chi secoli fa affrontava il fiume con coraggio e determinazione.

A rendere l’esperienza ancora più speciale è l’associazione Love Matese, che da anni valorizza il territorio e promuove attività culturali e naturalistiche legate alla Francigena. Grazie a loro, l’attraversamento è sicuro, guidato e arricchito da racconti sulla storia del Volturno e delle comunità locali.

Pur senza visitare il borgo di Dragoni, questo momento sul fiume mi ha fatto sentire parte di un percorso millenario, dove natura, storia e accoglienza si intrecciano.

È un’esperienza che resta impressa nella memoria, dove la semplicità di una zattera diventa un viaggio nel tempo e nello spirito della Campania più autentica.

Alife: un viaggio nell’antica Roma e nella devozione

Dopo l’attraversamento del Volturno, la tappa successiva è stata Alife, borgo che custodisce una delle testimonianze più ricche della Campania interna, tra storia romana, arte medievale e fede popolare.

Appena arrivati, si nota subito il contrasto tra antico e moderno: la piazza principale, sede del Comune, ospita una fontana elegante e il Mausoleo degli Acilii Glabriones, testimonianza imponente di una famiglia nobile romana che ha lasciato il segno nella città. Qui, tra la modernità e la memoria dell’antica Roma, si respira il fascino di un borgo che sa raccontare mille epoche in un solo sguardo.

Alife vanta un patrimonio archeologico straordinario: l’antico teatro romano, perfettamente conservato, invita a immaginare spettacoli e riti di duemila anni fa, mentre il criptoportico sorprende per la frescura e la maestria architettonica, testimoniando l’ingegno degli antichi abitanti.

teatro romano alife

Non lontano si erge il Duomo di Santa Maria Assunta, costruito sui resti di un tempio romano, la cui cripta custodisce colonne antiche riutilizzate e trasmette un senso di raccoglimento e spiritualità unico.

duomo alife

Alife è anche profondamente legata alla fede e alla devozione popolare: nel Duomo si conservano le reliquie di San Sisto I, patrono della città. Ogni anno, la festa in suo onore trasforma il borgo in un luogo di gioia e partecipazione collettiva, con processioni, celebrazioni religiose e momenti di comunità che rendono tangibile l’orgoglio degli abitanti.

Passeggiando tra le vie del centro, si percepisce l’accoglienza autentica dei locali: guide, volontari e residenti raccontano la storia della città, aprono porte e scorci nascosti e condividono aneddoti che danno vita ai monumenti e agli edifici storici. Qui passato e presente convivono in armonia, e ogni visita diventa un viaggio emozionale tra archeologia, arte e cultura viva.

Telese Terme: relax, storia e bellezza naturale

Proseguendo lungo la Francigena verso Benevento, si arriva a Telese Terme, cittadina famosa da secoli per le sue acque termali curative e per il fascino del lago di origine carsica che ne caratterizza il paesaggio.

telese terme

Il lago di Telese, piccolo e perfettamente circolare, è circondato da una vegetazione rigogliosa che cambia colore con le stagioni. Passeggiare lungo le sue sponde significa immergersi in un’oasi di pace, ascoltando il canto degli uccelli e il fruscio dell’acqua. Non è solo uno spettacolo naturale: il lago è un simbolo della storia geologica e della ricchezza naturale di questa terra.

Telese è anche una città che parla di benessere e storia. Le terme romane, le cui vestigia si conservano nel centro storico, ricordano come già in epoca antica le acque sulfuree fossero considerate preziose per la salute. Questi luoghi testimoniano una tradizione millenaria di cura del corpo e dello spirito, che oggi si riflette nei moderni stabilimenti termali aperti a chi cerca relax e rigenerazione.

Non manca il fascino medievale: la torre normanna, imponente e ben conservata, si erge come simbolo di controllo e difesa della città nei secoli passati. Dalla sommità si gode di una vista ampia sulla pianura e sulle colline circostanti, permettendo di comprendere l’importanza strategica di Telese lungo la Francigena.

Solopaca: la città del vino e delle tradizioni

L’ultima tappa del mio viaggio lungo la Francigena in Campania è stata Solopaca, nel cuore della Valle Telesina, un luogo che unisce storia, vino e cultura popolare.

Appena si entra nel borgo, si percepisce subito l’anima medievale dei suoi vicoli stretti e tortuosi, con scorci panoramici sulle colline punteggiate dai vigneti. Tra le attrazioni principali spiccano il Ponte delle Catene, elegante testimonianza di ingegneria storica, e il Palazzo Ducale, che domina il centro storico con la sua imponenza, raccontando storie di nobiltà e potere.

solopaca

Solopaca è anche una città di fede e devozione: il Santuario della Madonna del Roseto , a 600 metri di altitudine – immerso tra i boschi – è un luogo di spiritualità e pellegrinaggio, punto di riferimento per la comunità locale, mentre le chiese del borgo custodiscono opere d’arte e affreschi che narrano secoli di storia religiosa.

Ma ciò che rende Solopaca unica è la sua tradizione vinicola, che ha reso famoso il territorio in tutta Italia. La cantina di Solopaca, con vigneti che si estendono a perdita d’occhio, produce il celebre vino DOC Solopaca: rossi corposi, bianchi freschi e vini da dessert che raccontano la passione e il lavoro di generazioni di viticoltori. Qui il vino non è solo un prodotto: è storia, famiglia, cultura e ospitalità, un filo che lega il presente al passato.

La cantina di Solopaca offre l’opportunità di acquistare i vini locali DOC direttamente dai produttori e di partecipare a degustazioni guidate, immergendosi nei profumi e nei sapori autentici della tradizione vinicola della Valle Telesina.

Ogni anno, la festa dell’Uva trasforma il borgo in un’esplosione di colori, musica e profumi: carri allegorici, degustazioni e celebrazioni popolari ricordano l’importanza della vite nella vita della comunità. Passeggiare tra le vie di Solopaca significa respirare l’autenticità della Campania interna, tra tradizione, arte e accoglienza calorosa, dove ogni incontro è un sorriso e ogni racconto un tesoro.

Un viaggio di storia, natura e umanità

Attraversare la Francigena tra Caserta e Benevento non è solo seguire un percorso: è un viaggio nel tempo e nella cultura della Campania interna.

Da Sessa Aurunca, con le sue vestigia romane, la Cattedrale e la suggestiva processione del Venerdì Santo, a Teano, custode di un momento storico decisivo per l’Unità d’Italia; da Roccaromana, borgo autentico e accogliente con la Rocca Normanna e la Chiesa della Santissima Annunziata, all’attraversamento poetico del Volturno in zattera a Dragoni; da Alife, con il Duomo, le reliquie di San Sisto I e il ricco patrimonio archeologico, fino a Telese Terme, tra lago, terme romane e torre normanna, e infine Solopaca, culla del vino e della tradizione.

In ogni tappa, ciò che più colpisce è la gente del posto: persone che aprono le porte dei loro borghi, raccontano storie, condividono sorrisi e accoglienza genuina. Qui la Francigena non è solo un percorso geografico, ma un filo che unisce storia, arte, natura, fede e gastronomia, con la mozzarella di bufala, il vino e i prodotti locali a rendere ogni esperienza ancora più memorabile.

Percorrere la Francigena in Campania significa lasciarsi guidare dalla curiosità, dal cuore e dall’ospitalità dei luoghi e delle persone. È un viaggio che resta dentro, tra emozioni, panorami, sapori e incontri, e che fa capire quanto questa terra sia ricca di storia e umanità, pronta ad accogliere chiunque voglia scoprirla.

E anche se questa volta l’ho percorso in auto, con soste mirate nei borghi e nei siti storici, prima o poi la Francigena la percorrerò a piedi, passo dopo passo, per vivere appieno l’esperienza dei pellegrini di un tempo, seguendo le loro orme attraverso la storia, la natura e l’ospitalità unica della Campania interna.

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