Diari di viaggio
Diario di viaggio: dal Connemara a Dublino passando per Cong
di Andrea Petroni
Pubblicato il 2013-06-12
Dopo la giornata trascorsa interamente nella splendida regione del Connemara – tra abbazie, spiagge, fiordi e natura incontaminata (v. Diario di viaggio nel Connemara) – è arrivato il momento di tornare a Dublino dove trascorreremo i nostri ultimi due giorni irlandesi.
Metto un attimo da parte la malinconia e inizio a raccontarti tutto in questo
diario di viaggio da Cong a Dublino.
Non appena svegli veniamo colti da un grande senso di malinconia, non ce ne vorremmo mai andare da questi luoghi magici.
Facciamo colazione nella veranda del Cashel House, prendiamo i bagagli e alle 9 siamo già in strada.
Oggi splende il sole e il verde dei prati è di un colore talmente acceso che sembra dipinto.
Prima di andare nella Capitale Irlandese facciamo una tappa nel villaggio di Cong.
Per raggiungerlo costeggiamo il Lough Corrib che con il suo splendido panorama ci regala l’ultimo scorcio di Connemara.
Cong è rinomato per la sua Abbazia Agostiniana (la Cong Abbey) costruita nel 1128, famosa tra l’altro per essere il luogo in cui morì Rory O’Connor, l’ultimo Re d’Irlanda.
Ci addentriamo tra le sue rovine immerse nella natura e respiriamo un senso di pace quasi surreale.
Alle 11 ci rimettiamo sulla strada per Dublino. Nelle tre ore di viaggio le condizioni climatiche cambiano repentinamente.
Arriviamo nella capitale alle 13:45.
Lasciamo i bagagli al Frederic Handel Hotel situato di fronte alla Christ Church, e andiamo a parcheggiare l’automobile al multipiano accanto al Castello.
Ora finalmente possiamo passeggiare per Dublino, in cui peraltro eravao già stati qualche anno fa (v. un weekend nella magica Dublino).
La prima sosta la facciamo da Starbucks a Dame Street, prendiamo un cappuccino da passeggio e ci dirigiamo a Grafton Street, la strada dello shopping.
Passiamo davanti al Trinity College – l’antichissima Università che annovera tra i suoi laureati Oscar Wilde, Jonathan Swift, Bram Stoker e Samuel Beckett –
alla statua in bronzo di Molly Malone – che secondo la leggenda fu una pescivendola che di notte svolgeva l’antico mestiere della prostituta –
e percorriamo tutta Grafton Street fino ad arrivare al parco di St. Stephen’s Green.
Passeggiamo un pò per il parco ma all’improvviso il cielo diventa nero ed inizia a piovere.
Usciamo dal Parco e ci rechiamo a Merrion Square dove al n.1 si trova la casa natale di Oscar Wilde, è davvero emozionante sapere che proprio in questa casa è nato uno dei nostri scrittori preferiti.
Continua a piovere, torniamo al Trinity College e improvvisamente esce il sole.
Entriamo nel negozio Carroll’s, il megastore di souvenirs, e ne usciamo con le buste piene, io (Andrea) mi faccio scattare qualche fotografia indossando il cappello e i capelli rossi da vero irlandese ma è meglio che non la pubblichi…
Soddisfatti dei nostri acquisti ci dirgiamo verso l’hotel passando per Temple Bar.
Temple Bar ha sempre un grande fascino, sono le 18:30 e i pub sono già pieni di gente e dentro si suona già irish music.
Decidiamo di cenare al The Oliver St. John Gogarty però prima rientriamo in hotel.
Alle 20:30 usciamo. Per fortuna all’Oliver St. John Gogarty’s le cucine chiudono alle 23.
Ci fanno accomodare al piano superiore in cui c’è il ristorante, al piano inferiore si beve solo.
Mangiamo un piatto di Farm House Irish Grill con patatine fritte
e uno di Beef and Guinness Casserole con patate lesse,
ovviamente bevendo Guinness e ascoltando un fantastico trio composto da chitarra/voce, banjo e violino che intona brani tradizionali irlandesi.
L’atmosfera è festaiola, si beve, si canta e si balla!
Ci divertiamo tantissimo e a mezzanotte rientriamo in hotel, domani alle 19 abbiamo l’aereo di ritorno ma ci godremo fino in fondo il nostro ultimo giorno in terra irlandese.
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