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Museo delle anime del purgatorio a Roma: info utili per visitarlo
di Andrea Petroni
Pubblicato il 2020-07-13
Tra i luoghi insoliti di Roma ce n’è uno che mi ha sempre messo una certa ansia nel visitarlo, ma ogni volta che ci passo di fronte un giro ce lo faccio sempre. È il museo delle anime del purgatorio nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio in Lungotevere Prati n.12, accanto al Palazzo di Giustizia da noi romani chiamato “er palazzaccio”.
Non farai fatica a trovarlo perché la facciata della chiesa che lo ospita somiglia al duomo di Milano, e infatti qui a Roma la si conosce più come “il piccolo duomo” che come chiesa del Sacro Cuore del Suffragio.
Sei pronto per osservare con i tuoi occhi le testimonianze dall’aldilà? Se la risposta è affermativa continua a leggere questo post.
IL MUSEO DELLE ANIME DEL PURGATORIO
Si tratta di un piccolo museo allestito accanto alla sacrestia della chiesa costruita in stile neogotico nel 1890 dall’architetto Giuseppe Gualandi con sculture di Orsoni.
L’ingresso è gratuito e la visita non ti porterà via più di una quindicina di minuti, quindi potrai benissimo inserirlo in una passeggiata pomeridiana in zona Prati, Castel Sant’Angelo o a Piazza Navona.
La nascita di questo museo è alquanto singolare e misteriosa. Tutto ebbe inizio il 15 settembre del 1897 quando scoppiò un incendio durante la celebrazione della Messa e la cappella della Vergine del Rosario venne distrutta. Il quadro dietro all’altare non subì danni, ma i fedeli videro un volto tra le fiamme che poi rimase impresso come un’ombra sulla parete annerita dal fuoco. Secondo don Victor Jouët l’immagine di quel volto umano dall’espressione triste era la manifestazione dell’anima di un defunto che, condannato al Purgatorio, voleva mettersi in contatto con i vivi.
La Santa Sede non ha mai espresso un parere sull’accaduto, ma Pio X nella sua enciclica “Pascendi” del 1907 non ha vietato di credere a queste manifestazioni purché non in contrasto con la Chiesa.
A seguito dell’accaduto don Jouët iniziò a girare l’Europa in cerca di testimonianze del contatto tra i vivi e i morti, e con quello che riuscì a reperire allestì il museo delle anime del purgatorio.
Nella piccola galleria è ora possibile ammirare un’impronta infuocata rimasta impressa su una pagina di un libro di preghiere, altre impronte infuocate lasciate su un abito talare e su una camicia, ma anche banconote con segni del passaggio del defunto, berretti segnati e varie reliquie. Quelle esposte sono però solo una parte della collezione perché dopo la morte di padre Jouët avvenuta nel 1912, padre Gilla Vincenzo Gremigni decise di ridimensionare l’esposizione lasciando solo le testimonianze più veritiere.
Lo scopo del museo? Cercare di tenere viva la devozione dei vivi nei confronti dei defunti.
Io sarò sicuramente suggestionabile ma quando ci vado e sono solo nella stanza un po’ di ansia mi sale sempre, e al minimo rumore mi volto di scatto per guardarmi alle spalle.
L’orario di apertura è vincolato all’apertura della chiesa.
Il museo delle anime del Purgatorio è raggiungibile con la metro A scendendo o alla stazione Spagna o a Lepanto, e poi con una bella camminata perché dista 15 minuti a piedi sia dall’una che dall’altra stazione. Arrivandoci in automobile potrai parcheggiare con un pizzico di fortuna sul Lungotevere Prati, o altrimenti lasciare la macchina nel multipiano interrato di Piazza Cavour.