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Street art a Roma: la guida completa

di Andrea Petroni

Pubblicato il 2021-04-16

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La street art a Roma sta offrendo una nuova vita alle periferie spesso dimenticate ai loro problemi che le hanno rese per troppo tempo “terra di nessuno”, perché l’arte sa toccare le corde dei cuori e trasformare il bianco di una tela o – in questo caso – il grigio di un muro in bellezza, riscatto e speranza.

Sono tanti i progetti di street art a Roma che negli ultimi anni hanno coinvolto street artist provenienti da ogni parte del mondo trasformando periferie in veri e propri musei a cielo aperto. Vediamo insieme quali sono le zone in cui ammirare questi capolavori.

STREET ART A ROMA: GUIDA AI MUSEI A CIELO APERTO

OSTIENSE

street art ostiense pescheria

Per questa zona leggi la mia guida Street Art a Ostiense.

STREET ART AL PIGNETO

street art roma pigneto

Il Pigneto è una delle zone più cool di Roma, quella che negli ultimi anni ha visto un incremento notevole di locali in cui fare un aperitivo o trascorrere una serata in allegria. Una zona tanto cara a Pier Paolo Pasolini che nel 1961 vi ha ambientato il film “Accattone”.

Proprio a Pasolini sono stati dedicati un bel po’ di murales. Accanto al circolo culturale Sparwasser c’è un Pasolini pensieroso opera dello street artist Mirko Montano con accanto la frase “Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. Non ti perdono neanche io, che vivo di passione”. Girando l’angolo in Via Fanfulla da Lodi si entra nella strada resa celebre dal film Accattone con il Bar Necci frequentato dai “ragazzi di vita” (il bar che incontrerai non è la location esatta del film in quanto Pasolini lo “ricostruì” poco più avanti prendendone gli arredi originali). Sulla via c’è il viso di Pasolini mascherato con scritto “Io so i nomi” realizzato da Omino71 e tratto dall’articolo di denuncia della classe politica scritto da Pasolini e pubblicato il 14 novembre del 1974 su Il Corriere della Sera,  “L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza” realizzato da Maupal, e dall’altro lato “La piccola Maria” eseguito da Mr Klevra e ispirato al Vangelo Secondo Matteo.

Su via Antonio Tempesta c’è il murale di Alice Pasquini che ritrae due amanti su una panchina ispirato a una fotografia di Gianni Berengo Gardin scattata a Parigi quando in Italia era ancora proibito scambiarsi un bacio in pubblico, le composizioni geometriche di Entik e l’animale onirico di Dulk posti uno di fronte all’altro. In via della Marranella 100 si trova il suggestivo bambino di Jef Aérosol e “Intersection” di 2501 (nome d’arte di Jacopo Ceccarelli) sulla facciata di un palazzo di Via di Fortebraccio e che rappresenta l’atto di dipingere.

STREET ART A PINETA SACCHETTI

street art roma pineta sacchetti

Pineta Sacchetti è la zona in cui sono nato, cresciuto e vissuto,  e che dal 2016 si è arricchita dei murales realizzati grazie al collettivo artistico de “I Pinacci Nostri”.

Un progetto a cui hanno aderito a titolo gratuito sia artisti affermati come Tina Loiodice (che tra le altre cose ha abbellito anche i muri del Paese delle Fiabe a Viterbo) e Carlos Atoche e Beetroot, che artisti  emergenti, raccontando con oltre 50 opere la storia e i personaggi della zona con colori accesi e decisi volti a far risvegliare il senso di appartenenza a una comunità che nel corso degli anni ne ha viste di tutti i colori.

Tra i vari murales troverai quello di Califano in via Giulio III realizzato dall’artista Beetroot. Il famoso cantante abitò per diversi anni sulla mia stessa via (Via Sisto IV), al numero civico 128, in quella che lui definì la Casa Bianca. Io lo ricordo benissimo passare per le strade sulla sua Corvette bianca, pronto a salutare tutti quelli che incontrava. Tirava giù il finestrino, faceva uscire il braccio e con quella sua aria scanzonata se ne usciva con un “ciao regazzì” regalandoci un attimo di felicità. Vi rimase fino al 1997 ma tornò poi per regalare ai suoi amici un indimenticabile concerto nel Parco Regionale del Pineto.

Ce n’è anche uno che immortala un altro personaggio illustre della zona, il ballerino/coreografo e direttore artistico Luca Tommassini, che proprio in questa zona ha abitato durante la sua infanzia e la sua adolescenza, e in cui ha iniziato a muovere i suoi primi passi di danza nella scuola “Studio 1” di Enzo Paolo Turchi dove spesso si vedevano arrivare anche Lorella Cuccarini e Carmen Russo, fino ad arrivare poi a danzare con Madonna e Michael Jackson. Il murale è stato realizzato da David Pompili e si trova in via Clemente III. Gironzolando per la zona si trovano poi tanti altri murales tra cui il marchese del Grillo (Alberto Sordi) e Furio (Carlo Verdone) all’inizio di Via Innocenzo IV all’altezza dei numeri civici 4 e 6.

Per tutte le altre opere ti rimando al sito web dei Pinacci Nostri http://www.pinaccinostri.org.

STREET ART A PRIMAVALLE

street art roma primavalle

Primavalle è una zona dal passato difficile che purtroppo ancora oggi qualcuno associa ai violenti scontri tra militanti di destra e di sinistra durante “gli anni di piombo”. Ora quel triste periodo sembra lontano anni luce e ti invito a fare una passeggiata nella zona per ammirare le opere di street art che sono spuntate a partire dal 31 agosto del 2015 grazie al collettivo Muracci Nostri capitanato da Maurizio Mequio (conosciuto come Poeta del nulla), che nel corso degli anni ha realizzato oltre 200 opere trasformandosi in tempi recenti nel progetto “Invisibile” per la realizzazione di un vero e proprio distretto culturale.

Tra le opere c’è “Wonder woman incinta” di Omino71 in via Federico Borromeo ed “Europa 15” sempre di Omino71, “Vite” di Nemo in via Pietro Bembo 39/43, quello dedicato all’adolescenza  sui muri della scuola IIS Einaudi in via Federico Borromeo 67 realizzato dall’artista internazionale Louis Gomez de Teran, e soprattutto quelli realizzati nel Parco di Santa Maria della Pietà, l’ex ospedale psichiatrico, in cui si sono cimentati artisti del calibro di Tina Loiodice, di Jerico, Atoche, Roncaccia, Lommi, Beetroot, Gore, Chew Z, Alvarez e tanti altri.

Questa è la pagina Facebook di Invisibile – ex Muracci Nostri.

STREET ART AL QUADRARO

Questa zona si trova nel quartiere Tuscolano e fu una delle prime zone ad aprirsi alla street art grazie al progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma) ideato nel 2010 dall’artista Diavù (David Vecchiato), che racconta la storia della zona attraverso questa nuova forma d’arte.

Tra le opere principali che partono dalla fermata della metropolitana Porta Furba e che si inoltrano nel cuore della zona si ammira “l’arte feconda il Quadraro” di Diavù, “The Buckingam Warrior” di Gary Baseman con un soldato a 3 teste che ha sul petto il simbolo del quartiere Q44 in Largo dei Quintili, il “Nido di Vespe” di Lucamaleonte in via Monte del Grano che rappresenta il nomignolo dispregiativo che i nazisti affibbiarono alla zona per la strenua resistenza che gli abitanti tennero durante l’occupazione tedesca anche a seguito del rastrellamento del 1944 in cui un migliaio di abitanti furono deportati nei campi di sterminio nazisti, e il “Baby Hulk” in 3D di Ron English con il topo a rappresentare la violenza nazista e il bambino supereroe il quartiere stesso che si rinforza e si difende.

Per l’approfondimento ti rimando a http://muromuseum.blogspot.com/p/m-u-r-o-f-e-s-t-i-v-l.html.

STREET ART AL QUARTICCIOLO

Al Quarticciolo c’è quella che secondo i miei gusti è tra le opere più belle realizzate a Roma Blu. Si trova sulla facciata dell’ex Questura in Piazza del Quarticciolo ed è una denuncia al consumismo sfrenato o alla mercificazione delle opere d’arte con una griffatissima e ingioiellata Venere di Milo in posa con il suo barboncino, e un David di Michelangelo non proprio in forma smagliante come l’originale ma in scarpe da ginnastica dorate e con un orologio d’oro al polso intento a scattarsi selfie.

STREET ART A SAN BASILIO

In questo quartiere da un po’ di anni si “balla” la SanBa grazie al progetto di street art che evoca il famoso e gioioso ballo brasiliano, che ha coinvolto artisti e abitanti locali sfociato in bellissime opere che spiccano soprattutto sui muri delle case popolari dell’ATER (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica). Ci si imbatte nel rastrellone “El Renascer” di Liqen che ripulisce il campo dai detriti come simbolo di rinascita (in via Maiolati), “El Devenir” sempre di Liqen in via Fiuminata che rappresenta la natura in continuo divenire, il “The Globe” di Agostino Iacurci in via Recanati che racchiude in una boule natalizia un piccolo mondo in miniatura, proprio come il quartiere e  tutti gli altri quartieri romani. Bellissimo anche il “The Blind Wall” sempre di Iacurci ma in via Osimo in cui un uomo seduto in casa si prende cura della natura e i murales di Hitnes dietro via Arcevia. Ci sono anche opere del famoso street artist Blu, che tra via Ciciliano e via San Basilio ha dipinto un infernale Luna Park in cui in base allo scivolo si finisce in una bella piscina o in una terribile discarica (il titolo dell’opera è “Càpita”), una riconquista della natura sul cemento e l’evoluzione della Terra in un vortice a spirale che crolla nei tempi moderni.

STREET ART A TOR MARANCIA

Tor Marancia è una borgata nata nel 1933 quando fu sventrato Borgo Pio per costruire Via della Conciliazione e trasferirvi gli abitanti del centro.

Dall’8 gennaio al 27 febbraio 2015 – grazie al progetto Big City Life arrivarono artisti da 10 Paesi del mondo per trasformare la borgata in un distretto di arte pubblica contemporanea unico al mondo coinvolgendo tutta la popolazione. Furono realizzate 22 opere sulle facciate delle 11 palazzine del comprensorio di via di Tor Marancia 63, ispirate per lo più alle storie degli abitanti.

Per ammirarle bisogna però entrare nel comprensorio e trovare opere bellissime come  il  “Bambino Redentore” di Seth  ispirato a Luca che un tempo aveva abitato lì prima di perdere la vita a causa di un incidente nel gioco, la “Santa Maria di Shangai” di Mr Klevra che ricorda quando la zona veniva chiamata la Shangai di Roma, “Il peso della Storia” di Jaz che rappresenta il legame tra i due Italia e Argentina con riferimento forse anche ai flussi migratori, “Veni, Vidi e Vinci” di Lek & Sowat ispirato ad Andrea Vinci che abita al secondo piano di quel palazzo senza ascensore, e che da ragazzino perse la mobilità degli arti inferiori a causa di un tuffo. Ma anche il mandarino di  “Spettacolo, Rinnovamento, Maturità” dell’americano Gaia ispirato a un suo viaggio nel sud Italia in cui vedeva spesso gente intenta a sbucciarsi il mandarino con il volto di una statua fascista come quelle dello Stadio dei Marmi per indicare il periodo in cui fu costruita Tor Marancia.

STREET ART A TOR BELLA MONACA

La Street Art a Roma, grazie al progetto Big City Life è andata dal 2018 a colorare anche la difficile Tor Bella Monaca facendo diventare anch’essa un museo a cielo aperto, utilizzando l’arte per riqualificare zone degradate dando loro nuova vita.

Le prime tre palazzine dipinte sono state quelle del comprensorio R8 di Largo Ferruccio Mengaroni: Diamond con ”No Surrender” che invita a reagire alle minacce che spesso la vita ci infligge, Solo con il suo “Jeeg Robot con Miwa”, e Mia One con “Per andare oltre” in cui un bambino scavalca un muro grigio per andare verso un mondo colorato. Altre opere si sono aggiunte negli anni successivi e altre se ne aggiungeranno prossimamente.

STREET ART A TOR PIGNATTARA

Si estende tra i quartieri Tiburtino e Prenestino-Labicano ed è diventata un vero e proprio museo a cielo aperto grazie alle opere che parlano del quartiere e dei suoi sogni, realizzate da artisti di fama internazionale tra cui Jef Aerosol, Aakash Nihalani, Etam Cru, Lucamaleonte, C215, Agostino Iacurci, l’Atlas, Herakut e Tellas.

C’è “Transversal” di Atlas in cui il suo nome diventa un labirinto (Via Galeazzo Alessi n.205), “Canzone per una sirena” di Carlos Atoche che rappresenta la diversità che vive nel condominio (all’incrocio tra tra via Pietro Rovetti e via di Tor Pignattara),  “Tom Sawyer” di Jef Aerosol che incarna la fragilità e l’ambivalenza della zona sospesa tra centro e periferia (in via Gabrio Serbelloni), “Santa Miseria” di Herakut incentrato sull’importanza di sostenere gli altri nei momenti di difficoltà (in via Capua 14), l’uomo che esce dal bidone della spazzatura con un caffè in mano in via Ludovico Pavoni n.118, opera degli Etam Cru che rappresenta l’accoglienza italiana nei confronti di chi si trova in difficoltà

Se sei interessato a una passeggiata tra queste opere ti consiglio ti consultare il sito web https://www.ecomuseocasilino.it/percorsi/cat/museo-street-art-tor-pignattara/.

STREET ART AL TUFELLO E OPERE IN ONORE DI GIGI PROIETTI SPARSE PER ROMA

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Il Tufello è una zona del quartiere Montesacro in cui Vittorio De Sica nel 1948 ambientò il capolavoro cinematografico Ladri di Biciclette, e proprio questo film ha ispirato un bel murales nel Parco Jonio.

Quelli che però colpiscono l’attenzione dei passanti sono i murales dedicati a Gigi Proietti: il gigantesco ritratto in Via del Tonale realizzato da Lucamaleonte (immagine di copertina di questa guida), quello in piazza degli Euganei che lo ritrae nelle vesti di Mandrake di Febbre da Cavallo , quello in via Capraia realizzato da Harry Greb che lo immortala da giovane in una scena di “A me gli occhi please” e l’altro in viale Jonio “Ar Cavaliere Nero” di Anna Maria Tierno. Altri murales apparsi in città dopo la sua morte si trovano in via del Trullo (con la famosa frase “Te saluta coso” realizzato dal PaT – Pittori anomini Trullo – e Uman art), sulla serranda del Teatro Brancaccio in Via Merulana in cui lui fu direttore artistico dal 2001 al 2007, e il murale realizzato da Laika sul muro di quello che nel film “Febbre da Cavallo” fu il bar di Gabriella tra Piazza d’Ara Coeli e Tribuna di Tor de’ Specchi.

POP STAIRS

Nel 2015 l’associazione MURo ha portato l’arte anche sulle scalinate di Roma realizzando dei veri e propri “monumenti” dedicati alle donne della cultura e dello spettacolo legate concettualmente a quelle zone. Le opere sono state realizzate da David Diavù Vecchiato e vanno assolutamente visitate: Sulla scalinata di via Fiamignano c’è “Ingrid Bergman – Europa 51”, su quella di via Ronciglione “Michèle Mercier – Il Giovedì”, in via Ugo Bassi “Elena Sofia Ricci – In nome del popolo sovrano”, “Anna Magnani – La Diva” e “Anna Magnani – La Donna” in via Andrea Doria al mercato Trionfale.

GRAart

Se sei romano chissà quante volte anche tu avrai percorso il Grande Raccordo Anulare e chissà quante volte avrai maledetto il suo traffico. La nostra autostrada gratuita che fa il giro di tutta la città è stata recentemente  abbellita grazie al progetto artistico chiamato GRAart promosso da Anas e Ministero dei Beni Culturali ma ideato da David Diavù Vecchiato e realizzato dallo staff di MURo.

Sui muri delle rampe, dei sottopassi e sulle barriere  anti rumore sono state realizzate delle opere che raccontano la Città Eterna attraverso storie e aneddoti poco conosciuti o dimenticati. Ce ne sono tanti sparsi per tutto il suo percorso come l’”Obelisco Nasone” di Maupal in via Pietro Rosano, “il martirio di Rufina e Seconda” di Lucamaleonte in via Casal del Marmo, “Sotto la Maglianella” di Zed 1 in via della Maglianella o “La vita e la morte” di Camilla Falsini in via Lucio Mariani.

Trattandosi di un progetto in continua evoluzione e per avere una mappa di tutte le opere realizzate ti suggerisco di consultare il sito web http://www.graart.it/.

STREET ART A GARBATELLA

Garbatella è una zona del quartiere Ostiense che a me piace tantissimo. Anche lì stanno spuntando tante belle opere di street art.

C’è ad esempio “Oh my darling Clementine” di Solo & Diamond in Piazza Sauli/angolo via Passino che rappresenta la bella Ostessa da cui prenderebbe il nome la zona, “Preghiera al tramonto” di Luis Gomez De Teran in via Fincati 14 in ricordo del terremoto de L’Aquila del 2009, il partigiano Enrico Mancini ucciso alle Fosse Ardeatine dipinto da Francesco Pogliaghi in Piazza Bartolomeo Romano e lo stornellatore di Roma Alvaro Amici di fronte alla fontana della Carlotta in Via Angelo Orsucci.

LAMARO

Per i fan di Eros Ramazzotti c’è poi quello in bianco e nero che campeggia sul muro in via Contardo Ferrini in cui nacque il cantante, con il mezzo busto di Eros e con in alto la scritta “Musica è”, a testimonianza che i sogni possono diventare realtà, anche quelli dei giovani di periferia.

STREET ART IN ALTRE ZONE DI ROMA

Opere di street art si trovano anche in altre zone come Balduina, Ottavia, Acilia, Casal Bernocchi, Dragona, Ostia, Tor Vergata e San Lorenzo, quindi quando andrai in giro per Roma tieni sempre gli occhi ben aperti su muri e sulle facciate dei palazzi, potrai trovare delle piacevolissime sorprese.

Ti auguro una buona passeggiata tra le tante opere di street art a Roma.

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