Diari di viaggio
Castelli della Loira: viaggio attraverso la storia di Francia. Itinerario dettagliato
Andrea Petroni 14/10/2021
Fare un viaggio tra i castelli della Loira è un dono che consiglio a tutti di regalarsi. Non si tratta di un viaggio qualunque bensì di un’immersione totale nella storia, nella cultura e nella tradizione francese. Una di quelle cose da fare almeno una volta nella vita per dare piacere alla mente, agli occhi, al palato e soprattutto al cuore.
La Valle della Loira è il più vasto sito francese mai inserito nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO, con castelli medievali e rinascimentali, giardini incantati, deliziosi villaggi, tanta natura e una cordialità innata dei suoi abitanti. Sono oltretutto tante le attività da fare tra passeggiate in bicicletta, degustazioni di vini, giri in mongolfiera, navigazione fluviale anche senza patente nautica e molto altro. Si può addirittura dormire in veri e propri castelli. Sfido chiunque ad annoiarsi durante un viaggio nella regione della Loira.
Io ci sono stato con mia moglie Valentina e mio figlio Nicholas di due anni, e sono pronto a raccontarti tutto e a darti tanti consigli pratici per organizzarti al meglio il tuo viaggio tra i castelli della Valle della Loira.
VIAGGIO TRA I CASTELLI DELLA VALLE DELLA LOIRA: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE PER ORGANIZZARTI AL MEGLIO UN TOUR INDIMENTICABILE
Dove si trova la Valle della Loira, come raggiungerla dall’Italia e info pratiche
La Valle della Loira è un territorio compreso tra due regioni francesi: il Centro-Valle della Loira e i Paesi della Loira. Prende il nome dal fiume che l’attraversa e si può raggiungere in automobile da Parigi. L’automobile è di fondamentale importanza in questo viaggio perché permette piena libertà di movimento, quindi ti consiglio di provvedere al noleggio auto e di ritirare il mezzo direttamente in aeroporto.
Noi abbiamo raggiunto la Valle della Loira volando da Roma a Parigi con Air France, e guidando poi per 210 km fino a Blois, prima tappa del nostro viaggio. Il pagamento del pedaggio autostradale avviene come in Italia, si ritira il tagliando al primo casello e si paga poi all’ultimo alle casse automatiche o con contanti o con carta di credito.
È un viaggio fattibilissimo anche con bambini piccoli e in passeggino. Al momento, vista la situazione pandemica, per entrare un Francia è richiesto il green pass, e per rientrare in Italia c’è bisogno di copilare il modulo PLF dopo aver provveduto ad effettuare il check-in del volo. Il green pass viene richiesto anche in hotel e nei ristoranti.
Il nostro itinerario di viaggio tra i castelli della Valle della Loira
1° giorno: l’arrivo a Blois
Che il sogno abbia inizio!
L’arrivo a Blois nel tardo pomeriggio, con il sole che iniziava la sua discesa verso la notte lasciando il posto alla luna, ci ha catapultati immediatamente all’interno di un sogno. Un sogno fatto di re, regine e principesse, di valorosi cavalieri e di geniali artisti, di intrighi e di passioni. La storia di Francia si stava palesando di fronte ai nostri occhi, e tutte quelle pagine studiate sui libri di scuola stavano prendendo finalmente forma davanti a noi, dopo tanti anni. Emozione allo stato puro!
Ci sistemiamo nella nostra camera al Mercure Hôtel Blois, ci cambiamo e scendiamo a cena al ristorante dell’hotel dove veniamo deliziati con un gustosissimo cosciotto di agnello. La cucina francese non ha eguali e siamo felici di poterla nuovamente gustare.
Al termine della cena andiamo ad ammirare il primo castello di questo nostro viaggio: il castello Reale di Blois che si trova su una collinetta sulla riva destra della Loira.
La sua costruzione è avvenuta tra il XIII e il XVII secolo e subendo aggiunte e rimaneggiamenti è ora un edificio importante per capire l’evoluzione architettonica francese nel corso dei secoli. Fu inizialmente la residenza dei conti di Blois, fu poi portato in dote da Maria d’Avesnes – nipote di Tebaldo VI di Blois – alla famiglia Châtillon attraverso il suo matrimonio con Ugo celebratosi nel 1226, e nel 1391 venduto a Luigi d’Orléans, fratello di Carlo VI. Fu residenza di vari re di Francia tra cui Luigi XII, Francesco I ed Enrico II con la moglie Caterina de’ Medici. Vi fu addirittura benedetta Giovanna d’Arco dall’arcivescovo di Reims prima di partire per la spedizione per liberare Orléans assediata.
Noi assistiamo allo spettacolo notturno “Son et lumière” (suoni e luci) e, grazie all’audioguida in italiano che effettua la traduzione simultanea, veniamo rapiti dal racconto storico del castello e dei suoi avvenimenti più importanti che viene proiettato sulle quattro facciate interne del cortile. Anche Nicholas rimane estasiato da quelle immagini stupefacenti che prendono vita di fronte a noi. Capiamo sin da subito che un viaggio tra i castelli della Loira è un viaggio nella storia di Francia e non vediamo di scoprire tutti gli altri. Lo spettacolo Son et Lumiére si svolge dalla seconda metà di giugno agli inizi di novembre, per date, orari e biglietti ti suggerisco di collegarti a questo link.
Rientriamo in hotel passeggiando per le stradine di Blois, una cittadina molto graziosa, carichi di emozione per tutto quello che di bello vivremo durante questo viaggio.
2° giorno: Chambord e Chaumont-sur-Loire
Dopo una ghiotta colazione in hotel a suon di croissant, di pain au chocolat, di madeleine e di baguette croccanti, ci dirigiamo al castello di Chambord – il più grande dei castelli della Valle della Loira – che raggiungiamo in 20 minuti di automobile attraversando la dolce campagna francese.
La suggestiva nebbiolina che ci accoglie al nostro arrivo nasconde gran parte del castello donandogli un’atmosfera magica. Visitiamo gli interni utilizzando l’HistoPad, un tablet grazie al quale si vive un’esperienza immersiva della vita nel castello ai tempi di Francesco I. Con la tecnologia 3D sono state virtualmente ricostruite 9 stanze grazie a illustri esperti di Rinascimento, e – cosa sorprendente – basta orientare il tablet in direzione delle pareti per ammirare in tempo reale come appariva la stanza qualche secolo fa.
Scopriamo che questo castello fu fatto costruire dal re Francesco I a partire dal 1519 inizialmente come palazzina di caccia asservita al castello di Blois, e che il re vi soggiornò solo per complessivi 42 giorni in ben 32 anni di regno. Pare che alla progettazione di questo castello abbia lavorato anche Leonardo da Vinci che in quel periodo abitava ad Amboise ed era al servizio di Francesco I.
Terminata la visita degli interni usciamo nei giardini e troviamo il sole. Chambord ci appare in tutto il suo splendore circondato da prati verdissimi.
Per godercelo al meglio noleggiamo una barchetta elettrica e trascorriamo un’ora in totale relax sul canale che lo circonda. La barca elettrica può essere guidata da tutti, senza bisogno di patente nautica, ed è semplicissima da manovrare.
Per pranzo abbiamo l’imbarazzo della scelta perché proprio nei giardini di Chambord ci sono diversi ristoranti. Noi optiamo per la la Crêperie du cerf e ci mangiamo delle ottime galettes (delle crêpes salate preparate con farina di grano saraceno e ripiene di prosciutto, groviera e uovo) accompagnate da una tazza di sidro di mele, e terminiamo con delle crêpes con burro salato e zucchero. Anche a Nicholas sono piaciute tantissimo.
@vologratis Le hai mai assaggiate? #tiktokviaggi #francia #viaggio #viaggiare #viaggi #inviaggio ♬ Hot N Cold – Katy Perry
Sarò ripetivo, ma quanto si mangia bene in Francia!
Sazi e soddisfatti ci dirigiamo al secondo castello della giornata, Chaumont- sur-Loire, che dista poco più di 35 minuti di automobile da Chambord. L’edificio che si ammira oggi risale al XV secolo, perché quello precedente medievale fu fatto radere al suolo da Luigi XI come punizione nei confronti dell’allora proprietario Pietro d’Amboise per aver preso parte alla rivolta di alcuni nobili contro lo stesso re, riuniti nel gruppo chiamato Lega del bene pubblico. Nel 1560 divenne di proprietà di Caterina de’ Medici che vi ospitò personaggi del calibro di Nostradamus. Quando morì il marito, re Enrico II, costrinse l’amante del defunto a prendere questo castello in cambio di quello di Chenonceau.
Il castello di Chaumont-sur-Loire appare fiabesco con le sue torri appuntite, il ponte levatoio, i verdi prati che vi si aprono di fronte e la Loira che scorre di sotto. I suoi sconfinati giardini ospitano dal 1992 il Festival Internazionale dei Giardini, e 30 paesaggisti provenienti da ogni parte del mondo (25 scelti dalla giuria e 5 invitati) interpretano ogni anno un tema differente. Nel 2021 tutto si è svolto all’insegna del biomimetismo ed è stato bello ammirare l’interpretazione floreale e paesaggista di questo tema.
Ma lo sai che è possibile raggiungere in bici Chaumont-sur-Loire da Chambord? Grazie a una bella pista ciclabile che costeggia la Loira, e soprattutto grazie alle biciclette elettriche noleggiabili adatte a chi non è allenato, è possibile percorrere il tragitto in un paio d’ore godendo appieno del paesaggio. A Chaumont è possibile noleggiare le bici da Stations Bees (49 rue du Maréchal de Lattre de Tassigny). Altra cosa da fare nelle belle giornate è quella di ammirare il panorama dall’alto di una mongolfiera.
Trascorriamo la notte in un’ampia camera di un bellissimo edificio, lo Chateau des Tertres, costruito nel 1898 e circondato da un grande parco, a 10 minuti di automobile da Chaumont-sur-Loire, e ceniamo in un ristorante raffinato chiamato La Charbonnette che si trova nella vicinissima Veuzain-sur-Loire (13 Rue de la Justice). Degna conclusione di una giornata difficile da dimenticare.
3° giorno: Chenonceau e Clos Lucé
Oggi è il giorno che più attendevamo, quello in cui visiteremo la casa di Leonardo da Vinci, il luogo che più rende onore al genio italiano. Un genio ai suoi tempi poco apprezzato in Italia che dovette andare in Francia per essere trattato e rispettato come meritava.
Prima però ci rechiamo a visitare Chenonceau, conosciuto anche come il castello delle due dame perché conteso tra Caterina de’ Medici e Diana di Poitiers, l’amante di suo marito (re Enrico II).
Il castello così come lo si ammira oggi – e in cui si sente fortissima l’impronta femminile raffinata ed elegante – fu fatto costruire tra il 1515 e il 1521 da Thomas Bohier per la moglie Catherine Briçonnet. Quando i coniugi morirono il figlio lo vendette alla corona per ripianare i debiti contratti dal padre. Enrico II lo donò poi a Diana di Poitiers che lo fece ampliare aggiungendo il ponte sul fiume ma, alla morte del sovrano, Caterina de’ Medici costrinse Diana ad andarsene dandole in cambio il castello di Chaumont-sur-Loire. Proprio in questo castello, nel 1560, venne messo in scena il primo spettacolo pirotecnico di Francia, organizzato da Caterina de’ Medici in onore dell’ascesa al trono di suo figlio, re Francesco II.
Chenonceau è molto scenografico, quasi del tutto sospeso sul fiume Le Cher, affluente della Loira. Interessantissimi gli interni che ospitano una grande collezione di mobili, tappeti e dipinti, in cui si possono addirittura ammirare le cucine, e bellissimi i giardini. Il giardino voluto da Diana de Poitiers è quello alla francese adiacente al fiume con una fontana che spruzza un getto d’acqua, quello voluto da Caterina de’ Medici è ampio ben 5.500 kmq e vi si trova anche un grandissimo labirinto e un orto botanico.
Per godere al meglio di tutta la sua bellezza, anche qui decidiamo di noleggiare una barchetta elettrica da La Bélandre (10 Rue de la Plage, Chisseaux) che dista una manciata di minuti d’auto da Chenonceau. Si tratta di un piccolo motoscafo che si guida senza patente nautica, che solca il fiume a bassa velocità, e facilissimo da guidare. Io alla guida, Valentina alla mia sinistra e in mezzo a noi Nicholas che si diverte a fare la parte dell’aiuto capitano. Ammirare il castello dall’acqua e passare sotto alle sue arcate è un’esperienza meravigliosa che ti consiglio di provare. Tutta l’ora di navigazione è super rilassante, si ode solo il canto degli uccelli e si costeggiano boschi.
Per pranzo torniamo al castello di Chenonceau (per uscire e rientrare nella stessa giornata basta chiedere all’ingresso e farsi mettere un timbro sul dorso della mano) e mangiamo al ristorante sul giardino godendoci appieno la meraviglia di questo edificio.
È arrivato il momento di dirigerci in quella che fu l’ultima residenza di Leonardo da Vinci: Clos Lucé. In circa 20 minuti di automobile raggiungiamo il maniero ricostruito nella seconda metà del XV secolo e che fu restaurato da Francesco I. Fu proprio Francesco I a volere fortemente Leonardo alla sua corte, riconoscendolo come un vero e proprio genio, per lui quasi un padre. Qui Leonardo trascorse gli ultimi 3 anni della sua vita, dal 1516 alla sua morte avvenuta il 2 maggio del 1519. Un maniero tutto per lui, aiutato da due suoi allievi e da una formidabile cuoca che si destreggiava abilmente tra le cucine tuttora visitabili.
Apro e chiudo una piccolissima parentesi sulla Gioconda. Chissà quante volte avrai sentito dire “ridateci la Gioconda”, “ce l’ha portata via Napoleone”…nulla di più sbagliato! Leonardo arrivò a Clos Lucé portando con sé il misterioso dipinto che alla sua morte lasciò con testamento a uno dei suoi allievi (Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì), il quale lo vendette poi al re Francesco I. Appartiene quindi a tutti gli effetti alla Francia.
Nel maniero, che pare fosse collegato al vicino castello di Amboise tramite un passaggio segreto a cui poteva accedere solo Francesco I per confidarsi con Leonardo, sono allestiti con dovizia di particolari tutti gli ambienti del genio. La camera da letto, i suoi studi, la sua biblioteca e la cucina. Una meraviglia!
Nei sotterranei vi sono i modellini in scala delle sue macchine. Le ricostruzioni a grandezza naturale delle macchine e dei ponti sono però tutte nel parco. C’è addirittura un laghetto in cui è stata ricreata artificialmente la nebbia per dare il senso dello sfumato dei quadri di Leonardo. Pazzesco!
Nel 2021 è stato anche aperto un nuovissimo spazio digitale, le “Gallerie di Leonardo“, suddiviso in due sezioni: Galleria di Leonardo pittore e Galleria di Leonardo architetto. In quella dell’architetto posta al piano superiore si fa la conoscenza con l’amore del genio nei confronti della matematica e della sistemazione degli spazi. Ci sono modellini, filmati e addirittura videogiochi. Nella Galleria del pittore è invece possibile ammirare tutte le opere di Leonardo, digitalizzate e proiettate sul soffitto e sulle pareti come un vero e proprio museo.
A dire il vero Clos Lucé è talmente interessante che meriterebbe un giorno intero di visita, ma purtroppo la pioggia battente non ci permette di goderci al meglio i giardini.
Felici comunque per questo viaggio immersivo nella vita e nelle opere di Leonardo, raggiungiamo lo Château de Perreux a Nazelles-Négron (a pochi minuti di distanza da Amboise) in cui trascorriamo la serata e la notte. Un hotel di charme all’interno di un castello del 1701, circondato da un parco di quasi 5 ettari con una piscina riscaldata. Un bel mix tra ambienti antichi e arredi moderni, e un ristorante in cui si mangia benissimo.
4° giorno: Amboise e Rivau
Dopo una bella e abbondante colazione in hotel e una piacevolissima chiacchierata con il proprietario dello Château de Perreux, che parla un ottimo italiano avendo vissuto per tanti anni a Roma, andiamo a visitare il castello reale di Amboise dove, nella cappella di Saint-Hubert, pare sia sepolto Leonardo da Vinci.
Il castello si trova nel centro della graziosa cittadina di Amboise, nel punto più alto a dominare la Loira. La sua costruzione iniziò nel XII secolo ma quello che si ammira oggi è frutto delle migliorie fatte apportare sia da Carlo VIII nel 1492 che da Francesco I agli inizi del 1500. Fu inizialmente di proprietà della famiglia degli Amboise e nel Rinascimento fu residenza di vari re di Francia.
Il percorso di visita degli interni si suddivide tra palazzo gotico, appartamenti rinascimentali e appartamenti di Luigi Filippo.
Gli ambienti sono uno più bello dell’altro e la vista sulla Loira e sui tetti di Amboise dalla terrazza è un qualcosa di veramente romantico.
Merita tantissimo anche una bella passeggiata per Amboise, la tipica e meravigliosa cittadina francese che è nell’immaginario collettivo di tutti noi. Stradine acciottolate, antiche case in pietra, le boulangerie (panifici) dalle quali provengono profumi irresistibili e le eleganti pasticcerie in cui degustare quelle delizie di cui i francesi sono i numeri uno al mondo. Noi non abbiamo resistito al fascino dei macarons, tanto apprezzati anche dal nostro piccolo Nicholas, e ce ne siamo acquistati un bel po’ da mangiare lentamente durante la giornata.
Riprendiamo l’automobile e dopo un’ora e un quarto arriviamo al castello di Le Rivau che ci appare solitario tra i campi coltivati come uno di quei castelli delle fiabe Disney, ma qualcosa di fiabesco lo ha per davvero. Il celebre scrittore Rabelais lo ha citato nel suo romanzo “Gargantua e Pantagruele” scritto nel 1534 come ricompensa di Gargantua al capitano Tolmère per le sue vittorie nella guerra picrocholina in cui Picrochole, re di Lerne, dichiarò per futili motivi (una rissa tra mugnai e pastori) al padre di Gargantua.
Basta varcare l’austero portone d’ingresso tra le possenti mura per ritrovarsi in un regno incantato. Un ampio cortile in cui vengono coltivate verdure e ortaggi utilizzati dai due ristoranti del castello per cucinare prelibate pietanze, conduce al castello edificato nel 1455 come fortezza e poi trasformato in abitazione durante il Rinascimento.
Il castello è visitabile al suo interno ma solo in parte perché è tuttora abitato dalla famiglia Laigneau, proprietari dal 1992. Nelle 5 stanze aperte al pubblico gli arredi antichi si mescolano alla perfezione con opere d’arte contemporanea come a far percepire al visitatore che il passato è parte fondamentale del presente.
Ciò che a noi ha particolarmente stupito del castello di Le Rivau sono stati i suoi 12 giardini tematici curati alla perfezione, dichiarati dal Ministero della Cultura tra i più bei giardini di Francia (Jardin Remarquable), in cui tra piante aromatiche, alberi da frutta, e bellissime rose, trova spazio una collezione permanente di sculture contemporanee. Ma non ti ho ancora detto la cosa più bella! Al castello di Rivau ci si può soggiornare e noi lo abbiamo fatto. Gli ospiti dell’hotel possono avere tutto (o quasi) il castello per loro, e quando scocca l’orario di chiusura al pubblico e anche l’ultimo visitatore se n’è andato, trasformarsi in principi e principesse. Le stanze sono arredate come quelle delle principesse, con opere d’arte appese a muri, e con qualche tocco di modernità che le rende ancora più belle.
Il nostro principino si è divertito tantissimo a giocare nei giardini, a trasportare zucche qua e là, ad ammirare i pavoni e i nani che popolano il giardino delle fiabe.
A Rivau ci sono anche due ristoranti in cui si mangia benissimo, tranne la carne tutto il resto è di loro produzione, anche il vino.
View this post on Instagram
5° giorno: Azay-le-Rideau e rientro in Italia
La partenza del nostro aereo Air France è prevista per le 16:50, Parigi dista circa 3 ore di automobile ma, prima di lasciare la meravigliosa Valle della Loira, visitiamo Azay-le-Rideau, un castello costruito tra il 1518 e il 1527 su un’isolotto del fiume Indre.
Fu definito da Honoré de Balzac come “un diamante incastonato nell’Indre” e devo dire che pare davvero sospeso sull’acqua, con le sue facciate che si riflettono dando grosse soddisfazioni agli appassionati di fotografia.
Gli interni rispecchiano molto lo stile rinascimentale italiano e sono impreziositi da arazzi fiamminghi del XVI e XVII secolo e una splendida collezione di opere d’arte, con ritratti di alcuni re di Francia.
Purtroppo il nostro tempo a disposizione in questa favolosa Valle è giunto a termine. Alle 11 salutiamo a malincuore la Valle della Loira e ci mettiamo in viaggio verso l’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle.
È stato un viaggio favoloso, un viaggio che ci sentiamo di consigliare a tutti. Una totale immersione nella storia, nella cultura e nella tradizione francese. Uno di quei viaggi da fare almeno una volta nella vita.
Se vuoi rivivere questo nostro viaggio nella Valle della Loira tramite il racconto che abbiamo fatto live su Instagram Stories collegati a questo link.