Curiosità
Come viaggiavamo negli anni '90
Andrea Petroni 01/02/2018
Ieri sera mentre guardavo su Italia 1 il programma 90 Special condotto da Nicola Savino ho fatto un tuffo nel passato, e mi sono venuti un sacco di flash su come viaggiavamo negli anni ’90.
Agli inizi degli anni ’90 io mi affacciavo all’adolescenza con qualche brufoletto sulla fronte che cercavo di combattere con il Topexan, quel sapone liquido spacciato per miracoloso che invece di farteli scomparire te li moltiplicava, trascorrevo i pomeriggi con i miei amici a giocare a pallone sotto casa o a girare per il quartiere in sella alle primissime mountain bike, e il massimo della trasgressione erano le feste di compleanno festeggiate rigorosamente di sabato pomeriggio con Masini in sottofondo, e tra abbuffate di puff (le palline di mais al formaggio che puzzavano fino all’inverosimile) e Coca-Cola, si cercava di far colpo sulla compagna di classe più carina che puntualmente non ti filava mai.
Ma veniamo al succo del post ma prima fammi precisare una cosa: questo post non vuole essere un trattato storico sociale di quel decennio ma solo un ricordo personale, e dal taglio di simpatico, di come io e Valentina abbiamo vissuto quegli anni (nel ’90 i0 avevo 13 anni, Vale ne aveva 8). Prendilo come tale, spero solo di strapparti un sorriso, soprattutto se in quegli anni eri un teenager come noi.
Come viaggiavamo negli anni ’90: i mezzi di trasporto
Non so te ma io negli anni 90 non sapevo nemmeno come fosse fatto l’interno di un aereo, la prima volta che ci ho messo piede era il 1996 per una gita scolastica a Praga, poi ci sono nuovamente salito 10 anni dopo.
I viaggi negli anni 90 si facevano per lo più in macchina o in treno.
Per le strade si vedevano circolare tante Fiat Punto, Clio, Twingo, Lancia Y e Peugeto 106, e si vedevano ancora girare Fiat Uno, Panda, 126 e Seat Ibiza.
Mio papà negli anni 90 aveva una Fiat Tipo grigio metallizzata, acquistata nel 1989 dopo aver portato alla morte la sua più che ventenne Fiat 127 di color verde scuro. Per noi fu un passo importante passare dai sedili in plastica che d’estate facevano quella schiumetta imbarazzante sotto alle cosce, ai sedili in misto lana che d’estate facevano uscire la rosolia, anche perché ancora non c’era il climatizzatore, e se si voleva un po’ di aria bisognava tirare giù la manovella del finestrino.
Non c’erano ancora i navigatori e i viaggi si facevano con le cartine stradali e con un’attenta pianificazione prima della partenza. Ricordo i viaggi da Roma al Trentino con mia madre che fungeva da navigatore suggerendo le strade a mio padre, e che puntualmente si sbagliava.
Di quei viaggi ne ho parlato recentemente anche nel mio libro Professione Travel Blogger. Quanti ricordi!
Nell’autoradio suonavano le musicassette (da 46, 60 0 90 minuti), quasi sempre registrate con la doppia piastra, e i viaggi si facevano con il sottofondo di Ramazzotti, Raf, Masini, Jovanotti, Baglioni, 883 e Bryan Adams, o per i più rock Nirvana, Queen, Guns N’ Roses, Dire Straits o REM. Le ragazzine impazzivano poi per i Take That – e anche a me non dispiacevano – e per la risposta nostrana dei Ragazzi Italiani, di cui io poi ho avuto modo di conoscere sia Attilio che Alessandro. Ma c’erano anche le Spice Girls e i Backstreet Boys.
Chi non aveva la fortuna di avere l’autoreverse doveva espellere la cassetta e girare lato. Che noia poi quando il nastro usciva fuori dall’involucro in plastica e bisognava stare ben attenti a rimetterlo dentro.
Le musicassette venivano poi custodite in auto dentro gli appositi contenitori da 12 o addirittura da 24, da tenere sempre sotto al sedile pronte all’uso.
Se noi figli non avevamo gli stessi gusti musicali dei nostri genitori – cosa che capitava quasi sempre – ci estraneavamo indossando le cuffie dei nostri walkman (i SONY erano i più desiderati), sostituiti poi a metà anni 90 dagli ingombranti lettori cd che non avevano ancora lo stabilizzatore e saltavano a ogni buca.
Negli anni 90 non c’erano le compagnie aeree low cost, i biglietti aerei costavano tantissimo e fare un viaggio fuori dai confini nazionali era roba per benestanti.
Come viaggiavamo negli anni ’90: le mete top
Agli inizi del decennio era ancora radicata l’idea della vacanza a pochi chilometri da casa, e si affittava spesso una casetta al mare tra i 30 e 60 km da casa. Per noi romani in quei tempi le vacanze al mare erano tra Fregene, Ladispoli, Marina di San Nicola o Santa Marinella, ma anche Anzio, Nettuno e le altre località del litorale sud, che raggiungevamo in automobile e con tutta la casa al seguito. Ricordo viaggi nella macchina di mio padre super carica, con addirittura la vaschetta dei pesci rossi in mano, e la gabbietta dei canarini messa sul sedile posteriore tra me e mia sorella.
Si rimaneva in Italia perché costava meno, ma non solo, il viaggio da fare nel weekend non era minimamente concepito.
Chi non voleva o non poteva viaggiare in macchina optava per il treno acquistando i biglietti in stazione o nell’agenzia di viaggio sotto casa.
La meta top di quegli anni era la Riviera Adriatica, con le super discoteche di Rimini e di Riccione, le loro grandi spiagge, l’Aquafan. Andava fortissimo anche il Trentino – Alto Adige, sia d’estate che d’inverno, la Calabria, e si affacciava prepotentemente anche la Sardegna.
Molti ragazzi optavano invece per l’Interrail e giravano l’Europa in treno con lo zaino in spalla, con pochi spicci in tasta, dormendo negli ostelli e mangiando quello che di più economico trovavano nelle varie città visitate a tappeto. L’Interrail era il viaggio della maturità, quello da fare dopo i tanto temuti esami, prima di affacciarsi alla vita adulta.
Come viaggiavamo negli anni ’90: le cartoline
All’epoca non c’erano foto da inviare via whatsapp o da condividere su facebook o su instagram, per mandare i saluti dal luogo in cui ci trovavamo bisognava spedire le cartoline, che per giungere a destinazione impiegavano anche un paio di mesi. A pensarci bene alcune le sto ancora aspettando.
In ogni luogo visitato era d’obbligo la tappa al negozio di souvenir per scegliere la cartolina migliore, appiccicarci sopra il francobollo rigorosamente dopo copiosa leccata sul retro, e scrivere frasi del tipo “saluti da…”
“Questa cartolina è per i nonni, questa per gli zii, questa per i vicini di casa. Firmate prima voi e poi per ultima firmo io” ripeteva sempre mia madre.
Prima di partire si faceva però la lista con gli indirizzi, con tanto di civico e cap.
Come viaggiavamo negli anni ’90: i cibi da viaggio
Prima di partire per un viaggio in automobile si faceva scorta di Pic-Nic (grissini da inzuppare nella crema di nocciola), di biscotti Tuc, di Merendine del Mulino Bianco come i Tegolini o le Crostatine che puntualmente si riducevano in polvere, di Girelle e di Bucaneve, giusto per fermare lo stomaco e rompere la monotonia durante i lunghi tratti. Non mancavano poi mai i succhi di frutta nel cartoncino monodose per placare la sete.
Per pranzo andavano alla grande i panini con wurstel e maionese o per chi prevedeva una sosta in una piazzola anche Simmenthal con pomodori. A casa mia la Simmenthal andava fortissima anche durante le giornate in spiaggia, alternata ai pomodori col riso o ai panini con la frittatona.
Quando avevamo voglia di un gelato la scelta ricadeva o sul Piedone, o sul Twister, o sullo Sport Goofy, o sul Croccante, o sul Cucciolone con quelle vignette imbarazzanti, chi amava il ghiacciolo optava o per il Fior di Fragola, o per il Lemonissimo o per il Magic Cola, o per l’intramontabile Calippo.
Come viaggiavamo negli anni ’90: le telefonate
I primi telefoni cellulari si sono affacciati nelle nostre vite a metà degli anni 90, ma come telefonavamo in viaggio prima del loro avvento?
Si andava in cerca di una cabina telefonica, spesso presente all’interno di un bar, si utilizzavano i gettoni o le duecento lire accumulate durante l’anno proprio per le telefonate estive, e ci si metteva pazientemente in coda aspettando il proprio turno.
Io ricordo quegli attimi con grande emozione, sentire la voce dei miei nonni lontani centinaia di chilometri era così bello…non c’erano gli sms, non c’era whatsapp, non c’erano i social network,ma era tutto così vero e conquistato, anche la telefonata era una conquista. Dovevi trovare la cabina, tirare fuori i gettoni, metterti in coda e, una volta arrivato il tuo turno, sperare che la persona chiamata fosse in casa, altrimenti si riprovava più tardi o nei giorni successivi.
Come viaggiavamo negli anni ’90: macchine fotografiche e telecamere
Ora che abbiamo in tasca tutto il necessario per scattare foto e registrare video, ci siamo probabilmente dimenticati di quello che ci serviva negli anni 90: rullino, macchina fotografica e telecamera.
Il rullino da 12, 24 o 36 scatti andava però agganciato bene all’interno della macchina fotografica altrimenti si rischiava di ritornare a casa senza nemmeno una foto. C’era anche chi acquistava quelle usa e getta.
Lo sviluppo veniva delegato al fotografo sotto casa che per ridarci le stampe ci impiegava dai 7 ai 14 giorni, e il momento del ritiro era particolarmente emozionante perché ci permetteva di rivivere la vacanza.
C’era però anche chi optava per le diapositive, da proiettare poi sul muro di casa e da far sorbire ai poveri amici invitati a cena per l’occasione. Mi sono fatto certi sonni a casa dei miei zii…
Alle comunioni si ricevevano sempre almeno due macchine fotografiche compatte: Kodak, Ricoh, Panasonic, Canon…
Ti ricordi invece le telecamere? Mio padre ne aveva una gigantesca della Hitachi che registrava sulle videocassette, e che si poggiava sulla spalla. Pesava una tonellata ma devo dire che almeno le immagini erano belle stabili.
Come viaggiavamo negli anni ’90: l’abbigliamento
Negli anni 90 tutti impazzivamo per Beverly Hills 90210 e Dylan, Brendon e Brenda dettavano moda.
I Levi’s 501 erano un must anche d’estate, da abbinare a una chester a manica lunga da indossare nelle serate più fresche.
Immancabili le scarpe Tobacco, Gazelle e Stan Smith dell’Adidas. Ebbene sì, per fare i fighi in viaggio indossavamo anche d’estate le Dr. Martens che ci innalzavano clamorosamente la temperatura del piede, e sul finire del decennio anche le Magnum sotto ai pantaloncini corti con le tasche.
Come non ricordare le salopette o le tute dell’Adidas? C’erano anche quelle tremende con i bottoncini ai lati dei pantaloni.
Chi trascorreva le vacanze in montagna portava poi sempre con sè il bomber e le camice a quadri.
Le ragazze impazzivano per la marca Onyx, e le vedevi in giro con le magliettine con stampata la famosa pupazzetta e con ai piedi le scarpe Fornarina, tutte profumate con il Bon Bons di Malizia, mentre tornavano a casa dall’edicola dopo aver acquistato la loro copia di Cioè con i poster da appendere in camera e con quelle domande imbarazzanti del tipo “ho baciato il mio ragazzo sulla guancia, secondo voi c’è la possibilità che io sia rimasta incinta?”.
Che bei tempi…
Io ricordo gli anni 90 con grande nostalgia, è pur vero che ora abbiamo la tecnologia a facilitarci ogni compito, ma prima ogni cosa era una conquista e riuscivamo a divertirci anche con poco.
Quali sono i tuoi ricordi degli anni 90? Raccontameli lasciando un commento sotto a questo post, e se ti è piaciuto l’articolo seguimi anche su Facebook, su Instagram, su Twitter, e iscriviti alla nostra newsletter.