Natale in America: ecco come si festeggia

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La magica atmosfera del Natale in America arriva puntualmente ogni anno anche qui da noi grazie ai film natalizi che dalla fine di novembre vengono trasmessi in tv (a proposito Netflix e Amazon Prime Video hanno una ricco catalogo natalizio) e dalle canzoni che risuonano nelle pubblicità, nelle Instagram Stories, su TikTok o dalle playlist di Spotify o Amazon Music.

Sfido chiunque a non essersi mai immaginato in una New York innevata e illuminata a festa ascoltando un brano natalizio di Frank Sinatra, di Dean Martin, di Mariah Carey o di Michael Bublè, passeggiando magari per le strade stracolme di gente in cerca dei regali o dell’albero da addobbare, o in una di quelle bellissime case cariche di luminarie in attesa del pranzo di famiglia.

Bene, è arrivato il momento di fare un viaggio nelle tradizioni del Natale in America. Per creare un po’ di atmosfera premi play su questa playlist che ho realizzato per l’occasione, si parte. La magia ti aspetta!

IL NATALE IN AMERICA

Prima del Natale

I festeggiamenti iniziano dopo il Thanksgiving Day – il Giorno del Ringraziamento che si celebra il quarto o l’ultimo giovedì di novembre – giorno in cui dal 1600 si ringrazia Dio per il raccolto e per l’anno trascorso.

Sai con cosa coincide il giorno dopo il Thanksgiving? Con il Black Friday e con la corsa ai regali in cerca della migliore occasione di risparmio, anche se la maggior parte degli americani si riduce ad acquistare regali nei giorni antecedenti la Vigilia affollando strade e negozi per diverse settimane. Tutto il mondo è paese!

Un altro simbolo che dà il via alle festività è il gigantesco albero di Natale al Rockfeller Center di New York che viene accesso il mercoledì successivo al Giorno del Ringraziamento, e che scintilla fino al 7 gennaio, dopodiché diventa legna per le case dei più bisognosi. Leggi anche: Natale a New York: guida completa e informazioni utili.

Le illuminazioni

Guardando un film natalizio ambientato negli Stati Uniti d’America avrai sicuramente visto tutte quelle illuminazioni che riempiono le facciate delle case e ogni angolo del giardino. Io ogni volta mi chiedo “ma quanto spendono questi americani in elettricità? E soprattutto quanta potenza hanno i loro contatori?” Sarà che qui in casa nostra se accendiamo contemporaneamente la lavastoviglie, la lavatrice e il phon salta tutto, figuriamoci con dieci renne giganti che si muovono e cantano, babbi natale che volteggiano, elfi multicolor e migliaia di lampadine…rischieremmo di mettere al buio l’intero quartiere.

Battute a parte, agli americani piace illuminare le abitazioni in maniera esagerata e si stimano in 30 milioni le case illuminate in tutto il Paese. 3o milioni! Contente le aziende fornitrici di elettricità che durante le Feste faranno sicuramente affari d’oro.

In alcune zone c’è una vera e propria gara a chi illumina di più la propria abitazione. Ma anche l’interno non scherza affatto: c’è sempre l’immancabile albero di Natale, le calze appese sul camino (una per ogni componente della famiglia) e non mancano mai vischio e agrifoglio.

Anche i negozi non sono da meno e attirano clienti con installazioni luminose e addobbi fantascientifici.

A proposito dell’albero di Natale, fu importato intorno al 1740 dai coloni provenienti dalla Moravia (regione dell’attuale Repubblica ceca) e secondo la tradizione si può allestire sin dal giorno successivo al Thanksgiving.

I festeggiamenti

Passati i momenti prettamente commerciali le famiglie si ritrovano riunite in casa per festeggiare il Natale.

La Vigilia non prevede cenoni e festeggiamenti vari ma i bambini lasciano qualche dolcetto a Santa Claus (Babbo Natale) per ringraziarlo dei doni e fargli sgranocchiare qualcosa prima della tappa successiva, e molti si recano alla Messa.

La mattina di Natale si scartano i regali, ci si siede a tavola con tutta la famiglia per gustare le specialità tipiche della festa, si scambiano i regali e si intonano canti natalizi, magari attorno a un pianoforte. Non dimentichiamo oltretutto che i canti natalizi più popolari come Jingle Bells, White Christmas, I’ll be home for Christmas, Jingle Bell Rock e Have Your Self a Merry Little Christmas, sono stati composti proprio proprio in America, e nella loro interpretazione si sono cimentati i più grandi cantanti di sempre come Frank Sinatra, Dean martin, Bing Crosby, Nat King Cole ed Elvis Presley.

In America – contrariamente a quanto succede da noi – non si festeggia il 26 dicembre, Santo Stefano, che è per gli americani un giorno lavorativo.

I piatti tipici del Natale americano

C’è da dire innanzitutto che la popolazione statunitense, essendo multietnica, osserva tradizioni differenti anche per quanto riguarda il cibo, ma i piatti che non possono mancare sulle tavole americane sono:

  • il tacchino (in alternativa l’oca o il manzo) farcito con castagne e accompagnato da purè, fagiolini e salsa di mirtilli
  • si trova spesso anche un’insalata di mare a base di sette tipi di pesce
  • il christmas pudding, un dolce a base di uova, mandorle, frutta candita, rum e spezie
  • le mince pies, una specie di crostatine di pasta frolla inglese senza uova e ripiene di mela e un mix di frutti rossi essiccati, frutta secca e uvetta tutto marinato nel brandy, che secondo la tradizione è il dolce amato da Santa Claus. Durante la preparazione l’impasto del ripieno va girato in senso orario perché girandolo al contrario porterebbe sfortuna. Meglio evitare complicazioni!

La bevanda tipica natalizia è invece l’eggnog, a base di uova, latte, noce moscata e altre spezie.

Babbo Natale, ovvero Santa Claus

Il Babbo Natale che conosciamo noi è il Santa Claus americano. La figura di San Nicola fu importata oltreoceano nel XVII secolo dagli immigrati provenienti dai Paesi Bassi, e a partire dal 1800 vari scrittori e illustratori trasformarono il santo nell’uomo panciuto e con la lunga barba bianca affiancandogli prima le renne, poi la veste in pelliccia e il libro dei buoni e dei cattivi.

È però nel 1931 che l’illustratore Haddon Sundblom, su commissione della Coca-Cola, inserisce il portatore di doni in manifesti pubblicitari. Per disegnarlo prese spunto da un suo vicino di casa e gli fece indossare un cappotto rosso. Da quel momento – grazie alla popolarità mondiale della bevanda – Babbo Natale è per tutto il mondo quello raffigurato da Sundblom.

La sera della Vigilia i bimbi americani lasciano a Santa Claus qualche mince pies, un bicchierino di brandy o di sherry e qualche carotina per le renne.

 

Buon Natale, anzi Merry Christmas!

Un bel giorno di novembre apre per gioco il blog VoloGratis.org e si ritrova ad essere uno dei travel bloggers più seguiti e più influenti in Italia. Ama coccolare il suo bassethound Gastone, giocare con suo figlio Nicholas, cantare sia dentro che fuori alla doccia, suonare la chitarra e viaggiare per il mondo insieme alla sua famiglia. Odia fare la valigia e gli hotel con i bagni in comune. Per anni ha portato avanti la battaglia “più viaggi per tutti” non solo su VoloGratis.org ma anche su m2oradio, su Radio Capital, su Rai Radio 2, su Radio LatteMiele e sulle pagine de L'Huffington Post. Ogni tanto lo trovi in radio, in tv e su giornali. Il 18 maggio 2017 è uscito il suo primo libro "Professione Travel Blogger" disponibile in tutte le principali librerie italiane, anche online. La terza edizione, con il titolo "Professione Travel Blogger e Travel Influencer" è uscita a maggio 2022. Il 23 luglio 2020 è uscito il libro da lui curato dal titolo "In viaggio tra i borghi d'Italia". A fine giugno 2021 è stato pubblicato il suo libro "Passeggiate romane" tutto dedicato ai luoghi più insoliti, segreti e curiosi di Roma, con la prefazione di Lillo.