Diari di viaggio
Diario di viaggio a Cuba
Andrea Petroni 19/09/2016
Oggi due grandi viaggiatori e lettori di VoloGratis.org, Sara e Marco, hanno voluto gentilmente condividere con noi il loro
diario di viaggio a Cuba.
Una meta che io e Valentina sogniamo da una vita ma in cui per un motivo e per l’altro non siamo ancora riusciti ad andare, se non per un breve scalo all’aeroporto de L’Havana in attesa del volo per il Messico. Ma questo non vale!
Sara e Marco sono due ragazzi simpaticissimi che abbiamo avuto il piacere di conoscere di persona, e che tra l’altro gestiscono un delizioso b&b “Il Mappamondo“, posizionato in una delle zone più belle di Roma, a due passi da San Pietro e dal Vaticano.
Lascio ora la parola a loro, ma ti avverto, questo loro diario di viaggio a Cuba ti farà innamorare. A tuo rischio e pericolo.
“C’è, in un’isola lontana, una favola cubana, che vorrei tu conoscessi almeno un po’…” (Daniele Silvestri, Cohiba)
Fare un viaggio a Cuba vuol dire tornare indietro nel tempo, immergersi in un ambiente semplice, essenziale, prevalentemente contadino, nel quale le persone vengono prima delle cose: è un’esperienza umana prima che un viaggio di esplorazione dei (bellissimi) luoghi che l’isola ha da offrire.
Il nostro itinerario prevede l’esplorazione in 15 giorni dell’intera isola, dall’estremo est, meno battuto dal turismo, all’ovest, più vicino a La Habana, meno autentico ma non per questo meno bello.
Ci muoviamo con i taxi e con i bus Viazul, prenotabili online dall’Italia o (solo in bassa stagione, perché i posti finiscono subito!) direttamente negli Uffici del Turismo in loco, ed è un’esperienza, perché i loro computer hanno ancora il DOS!
Per conoscere la vera Cuba abbiamo evitato gli hotel e abbiamo dormito nelle case particular, ovvero stanze private con bagno, all’interno delle case dei cubani, davvero molto economiche (circa 7 euro a notte a persona), pulite e più che dignitose. C’è anche la possibilità di avere una genuina colazione per circa 4 euro e una abbondante cena per circa 7 euro cucinata dai proprietari tuttofare, potendo scegliere tra pollo, pesce o vegetariana. Molto meglio del ristorante!
Le abbiamo trovate tramite il passaparola e tramite siti quali www.casaparticular.com/ e prenotate tutte dall’Italia tramite e-mail.
In ogni caso, abbiamo notato che ce ne sono davvero tantissime e, se non si vogliono prenotare da qui perché non si ha ancora un programma definito, trovarne di libere in loco è di una facilità estrema poiché, se anche la casa scelta non ha disponibilità, il proprietario sicuramente si attiverà per cercarne una che faccia al caso vostro.
5 – 8 AGOSTO: VIÑALES
Dopo un lunghissimo volo con comodo scalo a Mosca (!), atterriamo puntuali a mezzogiorno all’aeroporto de La Habana: ad attenderci c’è un taxi che, in altre 3 ore, ci porta a Viñales, dove staremo per 3 notti.
Scambiamo quattro chiacchiere con gli adorabili proprietari della nostra casa particular, Yoyo e Yelena, diamo loro i giochi che abbiamo portato dall’Italia per i loro bimbi, e, nonostante la stanchezza, ci facciamo un giro per la minuscola cittadina.
La strada principale è piena di casette colorate a un piano, quasi tutte case particular, bar o negozi di souvenir, ma c’è anche un mini supermercato, un barbiere e l’ufficio del turismo, dove si possono prenotare i tour, i bus e i taxi compartidi (convidisi, per smezzare la spesa).
A Cuba, infatti, funziona così: è difficile prenotare i tour dall’Italia, perché non avendo loro internet non possono gestire le prenotazioni. Si usa, quindi, prenotarli in loco, ma trovare il momento in cui c’è poca fila è un’impresa pressoché impossibile, e bisogna armarsi di molta pazienza.
Quasi tutte le auto che vedremo da ora fino alla fine della vacanza saranno stupende: i classici macchinoni vintage anni ‘50, coloratissimi, proprio quelli che si vedono sempre nelle immagini di Cuba. E’ tutto vero, e noi siamo euforici!
Nella piazzetta principale c’è gente che gioca a domino, e un piccolo bar con la tipica musica cubana che cerca turisti a cui vendere lezioni di salsa per la serata. Noi siamo molto stanchi e decidiamo di riposarci (dopo una abbondante cena di pesce nella nostra casa cucinata da Yoyo) sulle sedie a dondolo in giardino, godendoci il silenzio.
Il giorno dopo Yoyo ci porta a fare un bellissimo tour a piedi nella campagna di Viñales. Andiamo a visitare una piantagione di tabacco, dove il contadino ci fa vedere come si essiccano le foglie e come si lavorano, per poi farci assaggiare i “puri”, i mitici sigari cubani. Ci spiega che il 90% del loro tabacco viene dato al governo, e il 10% viene lavorato direttamente da loro: la differenza è che nei sigari lavorati dalle fabbriche non viene tolto il gambo (nel quale c’è la nicotina), mentre i loro sigari sono più leggeri, appunto “puri”, perché utilizzano solo le foglie.
Dopo aver acquistato una dozzina di sigari e bevuto un buon mojito fatto da loro (con l’aggiunta di miele), ci dirigiamo verso la valle del Silencio, e il nome è tutto un programma.
Ad accoglierci c’è un’incantevole vallata coperta di palme e alberi da frutto: qui la padrona è la natura.
Dopo esserci rifocillati con un bel cocco gigante, molto diverso da quelli venduti in Italia, ci avviamo verso casa passando da stradine sterrate e fangose, con scorci rurali bellissimi. Ci imbattiamo in carri trainati da buoi, ragazzi scalzi a cavallo e contadini che tagliano l’erba con la falce. Siamo nel 1950!
Il giorno successivo decidiamo di andare a vedere una bella spiaggia caraibica a 2 ore da Viñales: Cayo Jutias. Il mare è esattamente quello delle cartoline, con tanto di palme e sabbia bianca, e l’acqua è trasparente e calda. La spiaggia è costellata da mangrovie che raggiungono la riva creando un colpo d’occhio molto particolare.
Dopo un po’ di relax, decidiamo di fare snorkeling e, in un’oretta, vediamo coralli viola, pesci multicolore e tante stelle marine ed aragoste: fantastico!
Ci riavviamo verso casa e, dopo la solita cena buonissima in casa (stasera zuppa di zucca, platano fritto, riso, fagioli e avocado!), ci riposiamo perché vogliamo tenerci le energie per goderci al massimo l’ultimo giorno in questa zona dell’estremo ovest che ci piace tanto.
Il giorno dopo prendiamo un bus in stile Hop On Hop Off che con 5 CUC (= 4 euro) ci porta a vedere tutte le attrazioni principali intorno al paesino, non raggiungibili a piedi. Ne passa uno ogni ora, ma l’autista gentilmente ci aspetta 5 minuti ad ogni fermata per farci fare qualche foto senza aspettare il bus successivo.
La prima tappa è un punto panoramico sulla valle, e ci ritroviamo circondati da prati verdissimi e montagne ricoperte da palme.
La seconda tappa è il Mural de la Preistoria, un affresco alto 120 metri che ricorda un dipinto rupestre dell’era preistorica: ha in realtà una cinquantina d’anni, ma è molto suggestivo perché dipinto sulla montagna, enorme e coloratissimo.
Terza ed ultima tappa, la Cueva del Indio, a pagamento: si tratta di una piccola grotta con stalagmiti che si visita a piedi, per proseguire poi su una barchetta lungo il fiume sotterraneo: carina, ma abbastanza turistica.
A Viñales, dopo l’ultimo squisito pranzo da Yoyo e Yelena a base del tipico “cerdo” (maiale) fritto, prendiamo un taxi che ci porta alla Habana, nella nostra casa vicina all’aeroporto, dove la mattina dopo all’alba prenderemo un aereo per Santiago di Cuba.
9 AGOSTO: SANTIAGO DI CUBA
La mattina del 9 agosto arriviamo prestissimo in aeroporto. L’aeroporto è quello dei voli nazionali, il che vuol dire che le carte di imbarco sono scritte a mano, che nella essenziale sala d’attesa volano gli uccellini e che i voli sono chiamati a voce dalle uniche due porte presenti. A un certo punto è anche saltata la corrente, ma dopo 2 minuti la vita dell’aeroporto è ripresa come se nulla fosse!
Atterriamo puntuali a Santiago de Cuba, dove fa caldissimo!
Arriviamo nella nostra casa in pieno centro, ci sistemiamo, e usciamo a fare una passeggiata.
Passiamo dalle strade principali con negozi e bar, Calle Aguilera e Calle Heredia, proseguiamo per Parque Cespedes dove c’è la bellissima cattedrale di colore grigio e la Casa de Diego Velazquez, la casa più antica di Cuba.
Ci perdiamo nei vicoli di Santiago e, dopo un buon succo di mango e una Bucanero (la birra di Cuba), arriviamo fino al quartiere El Tivolì dove c’è la famosa Scalinata Padre Pico, dove saliamo per goderci le ripide vie di Santiago da un’altra prospettiva.
Dato che fa caldo, che lo smog di Santiago non aiuta, e che ci siamo svegliati all’alba, dopo un buon pranzo in un ristorante poco conosciuto scovato grazie alla Lonely Planet, decidiamo di andarci a riposare e rinfrescare a casa, per poi uscire passate le ore più calde.
Dopo una bella dormita decidiamo di salire sul roof bar dell’Hotel Casa Granda, dove ci godiamo un meraviglioso tramonto sul mare e sulla Cattedrale sorseggiando mojito e piña colada.
Si fa sera, e la mattina dopo abbiamo il bus che in 5 ore ci porterà a Baracoa, quindi, dopo un rapido giro in centro, torniamo a casa.
10 – 11 AGOSTO: BARACOA
Da Santiago prendiamo il bus Viazul che ci porta a Baracoa, la città più antica di Cuba.
Baracoa è collegata al resto dl Paese da un’unica strada panoramica, la Farola, fatta costruire negli anni ’60 da Fidel Castro come ringraziamento per l’appoggio durante la rivoluzione. Prima si poteva raggiungere solo via mare.
Lungo il tragitto il Viazul si ferma ad una casetta dove è in vendita cioccolato (poiché qui c’è l’unica fabbrica dell’isola), banane e il cucurucho, il tipico dolce di Baracoa fatto con cocco e miele, avvolto in una foglia di palma. Molto dolce ma troppo buono.
Ci sistemiamo nella nostra casa, io mi innamoro delle amache vista oceano presenti sul terrazzo, dove infatti passerò molto tempo nei giorni successivi, e usciamo a fare un giro nella piccolissima città alla ricerca di qualche tour da prenotare per il giorno dopo.
Il paesino consiste in una stradina con bar e negozi di souvenir, ma è molto animato di sera: infatti ci imbattiamo in un saggio di salsa con i costumi tipici e ci rendiamo conto che praticamente in ogni bar c’è musica… non resta che buttarsi nella mischia e ballare! Fortunatamente due ragazzi cubani ci insegnano i passi base della salsa e quindi evitiamo figuracce.
La mattina dopo ci svegliamo presto perché ci aspetta un bel tour nella natura incontaminata.
La nostra guida ci porta in una piantagione di cacao dove possiamo assaggiarlo in tutte le fasi di lavorazione, dal frutto alla cioccolata calda. Dopo aver acquistato il burro di cacao 100% naturale per il viso (anche se dal profumo viene da mangiarlo!) ci dirigiamo in una piccola fattoria dove sono presenti delle lumachine endemiche a rischio estinzione, e quindi protette e controllate, di colori sgargianti: sono bellissime, arancioni, gialle e blu.
Dopo aver attraversato il Paso de Los Alemanes, un arco naturale coperto da vegetazione, raggiungiamo una spiaggia sulla quale è presente il rarissimo coco doble, due palme con un unico tronco.
Facciamo una passeggiata, qui il mare è più mosso e fresco perché ci troviamo all’estremo est di Cuba e davanti a noi abbiamo l’Oceano. Alla foce di un fiumiciattolo incontriamo un gruppo di cubani che banchettano, suonano e cantano. Allora la nostra guida imbraccia la chitarra e inizia a cantare con loro.
Da qui prendiamo delle barchette a remi per raggiungere un punto balneabile del fiume Yumurì (all’interno di un canyon): l’acqua è effettivamente trasparente e intorno regna un silenzio e una pace difficili da dimenticare. Cerchiamo il tocororo, il pappagallino endemico con i colori della bandiera di Cuba, ma purtroppo decide di non farsi vedere. E’ un’ottima scusa per tornarci.
12 AGOSTO: SALTO DEL GUAYABO
Da Baracoa prendiamo un taxi che in 5 ore, delle quali 3 di strada non asfaltata, ci porta a Holguin, dove dormiremo (per spezzare la strada fino a Camaguey) a casa di Nestor, un simpatico e gentilissimo signore cubano che ci ha preso a cuore aiutandoci moltissimo nell’organizzazione dei giorni successivi.
Lungo la strada per Holguin, dopo essere passati nella zona industriale di Moa, con le sue fabbriche di nickel e il suo terreno rossastro, facciamo una deviazione al Salto del Guayabo, la cascata più alta di Cuba, sconosciuta ai più (e infatti incontriamo solo cubani). La cosa particolare è che si può fare il bagno nelle sue acque gelide… e c’è anche il bagnino!
13 AGOSTO: CAMAGUEY
La mattina presto prendiamo nuovamente il Viazul che in 4 ore ci porta a Camaguey.
Camaguey è una cittadina colorata nella quale è impossibile non perdersi. Il centro storico è stato concepito per disorientare i pirati, ma riesce tranquillamente a disorientare anche i turisti, anche perché ogni strada ha due nomi e quindi spesso capita che sulla mappa ci sia un nome ma sul cartello ce ne sia scritto un altro.
Dopo una fresca limonata offerta dalla proprietaria della nostra casa, ci facciamo una passeggiata provando ad utilizzare solo il senso dell’orientamento, ma quando capiamo di non essere in grado ci fermiamo al roof bar del Gran Hotel per ammirare questo labirinto dall’alto e stabilire un itinerario.
Decidiamo di raggiungere Plaza del Carmen, famosa per le sue statue a dimensione naturale rappresentanti scene di vita di paese, come signore che spettegolano, amanti che si baciano, signori che leggono il giornale, e per arrivarci ci perdiamo nelle vie meno battute dal turismo, dove si stanno festeggiando i 90 anni di Fidel Castro.
I bambini corrono scalzi, gli anziani giocano a domino, gli uomini preparano la brace e le donne ascoltano musica cubana sedendo sulle scale delle loro casette colorate.
Per terra, sui muri, ovunque troviamo scritti gli auguri per Fidel, e incontriamo diversi gruppi che suonano per festeggiare il suo compleanno e, ovviamente, ci uniamo ai festeggiamenti.
14 AGOSTO: PLAYA PILAR (CAYO GUILLERMO)
Ci svegliamo all’alba per raggiungere Moron, dove abbiamo la nostra casa particular che ci ospiterà per la notte.
Da qui prendiamo un taxi che ci porta ai Cayos, le famose isolette collegate alla terraferma da una strada costruita in mezzo al mare lunga circa 20 km.
Playa Pilar, la nostra destinazione, è la più lontana (ma anche la più bella), ma prima di raggiungerla ci fermiamo a fotografare i fenicotteri rosa che vivono nella laguna circostante.
Finalmente arriviamo e non crediamo ai nostri occhi: la sabbia sembra farina e il colore del mare comprende tutti i gradi dell’azzurro. Davanti a noi, una striscia di sabbia taglia in due il mare, creando una lunghissima secca dove passeremo il resto della giornata a prendere il sole coccolati dall’acqua calda del mar dei caraibi.
La giornata trascorre molto veloce tra un bagno e un cocktail al baretto sulla spiaggia, ed è ora di tornare a Moron, dove ci attendono le nostre solite sedie a dondolo in veranda, questa volta a bordo piscina.
15 – 17 AGOSTO: TRINIDAD
Tutti gli amici che sono stati a Cuba ci hanno parlato di Trinidad come di un posto magnifico, per questo motivo abbiamo deciso di passarci 3 notti.
La città è sì veramente carina e particolare, con le sue strade acciottolate e le macchine coloratissime che camminano lente tra le case coloniali, ma l’autenticità che si trova nel resto dell’isola qui viene meno.
Nonostante ciò, vale assolutamente la pena passarci un po’ di tempo per godere della musica live proveniente da ogni angolo e per fare una passeggiata alla ricerca delle tipiche lucertole con la coda arricciata, cosa che facciamo il primo giorno dei tre passati in questa zona.
Il giorno successivo, approfittando del sole che splende in cielo, concordiamo con un tassista una gita a Playa Ancon, una spiaggia abbastanza vicina a Trinidad, dove passiamo la giornata tra snorkeling e relax sorseggiando i nostri amati cocchi cubani.
A dire la verità, troviamo l’acqua del mare un po’ torbida, niente a che vedere con Playa Pilar, ma la spiaggia comunque non è niente male.
Purtroppo il clima cubano ad agosto è instabile, e alle 16 iniziano ad avvicinarsi minacciosi nuvoloni neri che ci convincono a tornare in città, dove, dopo una bella doccia, usciamo a cena e poi a fare due passi di salsa. La fine della vacanza si avvicina e noi vogliamo tornare in Italia come salseri provetti.
L’ultima giornata a Trinidad ci porta ad attraversare piantagioni di canna da zucchero e verdi pascoli a bordo di un vecchio treno a vapore: siamo nella Valle de Los Ingenios.
Il treno, che procede a passo d’uomo, si ferma a Managa Iznaga, l’attrattiva principale della Valle: si tratta di una vecchia piantagione di canna da zucchero. Qui lavoravano duramente gli schiavi, il quale lavoro veniva attentamente controllato dalla torretta, ora visitabile, dalla quale si gode di una stupenda vista su tutta la valle (dopo aver salito non pochi scalini ripidissimi!).
La seconda tappa è in realtà solo un ristorante, dove decidiamo di non mangiare e di attendere l’ora di rientro chiacchierando e bevendo l’immancabile Bucanero, per poi, subito dopo essere scesi dal treno, beccare un acquazzone che ci costringe a correre nella nostra casa per uscire solo a temporale finito, per cena.
18 – 19 AGOSTO: PLAYA LARGA
Ma è ora di lasciarsi la bella Trinidad alle spalle, per andare ad esplorare i variopinti fondali marini di Playa Larga, patria dello snorkeling, la nostra attività preferita!
Playa Larga si trova nella Baia dei Porci, famosa storicamente per il fallito tentativo degli esuli cubani, addestrati dalla CIA, di invadere Cuba per rovesciare il regime di Fidel Castro.
Al nostro arrivo, all’ora di pranzo, decidiamo di esplorare la zona vicina alla nostra casa.
Troviamo una spiaggetta popolata solo da cubani, è stata una piacevole sorpresa che non ci aspettavamo poiché il paesino è veramente pieno di case particular per turisti: ci sono bambini che fanno i tuffi dagli scogli, signore che prendono il sole e ragazzi che giocano a beach volley.
I bimbi ci chiedono se possiamo prestare loro una maschera perché la loro si è rotta e noi invece gliela regaliamo.
Dopo un bel bagno decidiamo di farci una passeggiata e ci imbattiamo in un’altra piccola spiaggia, ma questa meno autentica e anche meno pulita.
Tornando alla base passiamo davanti a una statua gigante di un granchio, ma solo la sera scopriremo il perché: come cala il sole, centinaia di granchi enormi escono dai loro nascondigli e girano indisturbati per la spiaggia ma anche per la città e nei giardini delle case, creando il panico nelle fifone come la sottoscritta.
Il giorno successivo raggiungiamo in taxi Punta Perdiz, una spiaggia di scogli con un mare da favola.
Come entriamo in acqua, anche qui calda e limpidissima, già dopo un paio di bracciate ci ritroviamo circondati da pesci tropicali, coralli di tutti i tipi, spugne, anemoni e stelle marine. Un fondale così bello non l’ho mai visto, sembra di essere in un acquario! Purtroppo la macchinetta fotografica subacquea, per una mia imperdonabile dimenticanza, è rimasta a casa.
Seconda tappa, la Cueva de Los Peces, una piscina naturale immersa nella natura verdeggiante e profonda circa 70 metri, nella quale nuotano pesci tropicali e della quale non si riesce a vedere il fondo, nemmeno andando sott’acqua con la maschera. Sembra di nuotare nell’oceano e invece siamo in un cenote largo una decina di metri.
La spiaggia dall’altra parte della strada rispetto alla Cueva è bella tanto quanto Punta Perdiz. Prima di tornare a casa, ci fermiamo qui per qualche ora e stiamo praticamente sempre in acqua. Ci è anche passato davanti un pesce di un metro e mezzo, che paura.
La sera ci scateniamo in un bar con musica live sulla spiaggia e ci beviamo, ahinoi, una delle ultime piña colade della nostra vacanza cubana.
20 – 21 AGOSTO: LA HABANA
All’alba viene a prenderci il nostro taxi, ovvero una Bel Air bianca e azzurra direttamente dagli anni ’50.
Ne abbiamo viste tantissime durante il nostro viaggio, ma non ci siamo ancora mai saliti, e infatti durante scattiamo tantissime foto.
Ci sistemiamo nella nostra bellissima casa a La Habana Vieja, con l’immancabile patio con le sedie a dondolo, ed usciamo a scoprire la capitale di un paese che ci è piaciuto tantissimo.
Iniziamo con il vedere da fuori il Capitolio, l’edificio simbolo de La Habana: è bellissimo, ma purtroppo in ristrutturazione.
Proseguiamo per il Paseo del Prado, un vialone pedonale in discesa che ci ricorda tantissimo la Rambla di Barcellona. Qui troviamo carinissime bancarelle di artigianato, e ci prende un’insana voglia di comprare tutto, dalle tele dipinte a mano agli strumenti musicali fatti con materiali da riciclo.
Scendiamo fino al mare e fotografiamo il caratteristico Malecon, il lungomare, e il castello “El Morro”.
Qui vicino c’è il famosissimo Museo de la Revolucion, purtroppo il tempo a nostra disposizione è poco e non facciamo in tempo a visitarlo, ma possiamo osservare nella piazza antistante uno dei carri armati utilizzati per respingere l’invasione della Baia dei Porci, dove siamo stati qualche giorno fa.
Il caldo si fa sentire e ci ricordiamo che il proprietario della nostra casa particular ci ha raccomandato di visitare la Plaza Vieja, quindi decidiamo di fermarci al birrificio artigianale nella piazza per rifocillarci.
Raggiungiamo poi la Bodeguita del Medio, storico locale che ha “dissetato” personaggi come Pablo Neruda, Ernest Hemingway e Salvador Allende, che lo hanno reso famosissimo. Ora è tra le maggiori attrazioni de La Habana Vieja.
Risaliamo per Calle Obispo, stretta strada pedonale che pullula di cubani e turisti, piena di negozi di souvenir e negozi di artigianato che si alternano a bar dai quali esce la sempre presente musica cubana.
Abbiamo ancora qualche ora di luce a disposizione e decidiamo di prendere il Coco Taxi, il caratteristico risciò giallo a motore a forma di cocco che può portare 3 persone + il guidatore, per arrivare alla fotografatissima Plaza de La Revolucion, dove si possono ammirare le enormi e famose immagini di Che Guevara e Camilo Cienfuegos.
Dopo l’ultima gustosissima cena di pesce a base di aragosta nella nostra casa, crolliamo dalla stanchezza.
La mattina dopo facciamo un ultimo giro prima di prendere il volo che all’ora di pranzo ci porterà a Mosca, dove faremo uno scalo di 2 giorni.
Decidiamo di salire sulla terrazza dell’Edificio Bacardi per avere una visuale completa del La Habana osservandola dall’alto. Il panorama da qui è mozzafiato, abbiamo tutta la città ai nostri piedi, ed essendo presto sulla terrazza ci siamo solo noi.
Un’ultima passeggiata per le strette vie della capitale cubana, una doccia veloce e poi dritti in aeroporto.
E’ stato un viaggio indimenticabile, intenso e che ci ha profondamente colpiti, che consigliamo a chiunque abbia voglia di lasciarsi affascinare da una cultura molto diversa dalla nostra e incantare dal modo di vivere tranquillo e pacifico di questa gente meravigliosa.
Grazie Sara, grazie Marco per questo splendido diario di viaggio a Cuba, ci avete fatto sognare e soprattutto ci avete fatto venire voglia di visitare al più presto questo Paese.