Diario di viaggio: Los Angeles

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Quinto giorno



In questa prima mattina “losangeliana” ci svegliamo con una gran voglia di shopping. E sì, anche se il cambio euro-dollaro non è più favorevole come qualche anno fa ci sono alcune marche di abbigliamento che costano molto di meno rispetto all’Italia. Prendiamo il nostro iPad e ci mettiamo a cercare il Macy’s più vicino. Macy’s è un grande magazzino plurimarche che regala ai turisti uno sconto del 10% sul totale degli acquisti, basta solo richiedere il coupon alla cassa o al servizio informazioni

Prima di buttarci nello shopping sfrenato ci fermiamo a fare colazione nello Starbucks che si trova di fronte all’hotel.



Io prendo un cappuccino e un biscottone, Valentina prende tè, yogurt e frutta. Solo lei riesce a prendere queste cose da Starbucks infatti tutti la guardano con occhi sconcertati. Il tizio mi chiede il nome, io dico Andrea e lui sul bicchiere scrive Leo. Perché, dico perché quelli di Starbucks sbagliano sempre nome? E poi cosa c’entra Leo con Andrea?

Vabbé, con questo dubbio amletico sorseggio il cappuccino ustionante e con le papille gustative fuori uso si va dritti da Macy’s.

Il grande magazzino apre alle 10 e noi siamo in anticipo di mezz’ora. Ne approfittiamo per fare un giro nei dintorni, in mezzo ai grattacieli della Downtown.

Alle 10 in punto siamo dentro Macy’s e ne usciamo dopo un’ora e mezza con maglie di Ralph Lauren (con prezzi dai $ 12 a $ 30), di Tommy Hilfiger ($ 15) e pantaloncini vari. Ho dovuto tenere a bada la signora VoloGratis.org che in preda a una crisi di shopping compulsivo stava per svuotare la carta di credito. Pericolo scampato, per questa volta.

Lasciamo gi acquisti in hotel e andiamo a pranzare al Grand Central Market. Aperto al pubblico nel 1917 all’interno dell’edificio Homer Laughlin Building risalente al 1896, celebra la cucina e la cultura della City of Angels.

Decine e decine di chioschi vendono ogni tipo di cibo cucinato, da quello messicano a quello cinese, da quello giapponese a quello tipicamente americano. Un tripudio di colori e di profumi che fanno venire una gran voglia di assaggiare ogni pietanza. Ci sono anche banchi che vendono verdura e frutta fresca con prezzi molto interessanti. Con $ 2 è possibile comprare ben due chili di fragole.

L’indecisione su cosa mangiare è tanta. Di hamburger ne abbiamo mangiati – anzi ne ho mangiati – a bizzeffe, di tacos e burritos anche, optiamo quindi per una zuppa di crostacei che si rivela squisita. Ci sediamo in uno dei tavoli all’aperto e ce la gustiamo sotto i raggi di un caldo sole californiano conversando con qualche abitante del posto.

Ora siamo pronti per entrare nel vivo della City of Angels.

Nel nostro precedente viaggio a Los Angeles aevamo visitato Bel Air, Beverly Hills, Santa Monica e Hollywood, questa volta decidiamo di concentrarci sulla città vera e propria, una città che ha fatto da set cinematografico a moltissimi film famosi. Lo facciamo grazie allo Starline Movie Locations Tour, un tour guidato in bus che porta alla scoperta di L.A. attraverso i luoghi in cui sono stati girati film come Ghostbusters, Iron Man 3, Transformers, Indipendence Day, Spider-Man, Star Trek, Pretty Woman, Beverly Hills Cop e LA Confidential, giusto per citarne alcuni.

Saliamo a bordo del bus di fronte al Bradbury Building, un particolarissimo palazzo utilizzato nelle riprese di Blade Runner.

Il bus ha uno schermo da 65 pollici che di fronte ad ogni location proietta le immagini del film che lì è stato girato. Vi è anche una simpaticissima guida che spiega ogni curiosità.

Gironzoliamo per Downtown e facciamo una sosta a El Pueblo de Nuestra Señora la Reina de los Ángeles de Porciúncula de Asís, il sito in cui nel 1781 nacque L.A.

Un luogo molto caratteristico e inaspettato . Non c’è traccia della metropoli, sembra di essere in Messico tra gente che balla in piazza, ristorantini e negozietti.

Lo Starline Movie Locations Tour ci porta poi a Wilshire Corridor, ad Angelino Heights, a Chinatown, ad Echo Parck, a Silverlake e ad Hollywood. Avvistiamo da lontano la scritta Hollywood, passiamo per la Walk of Fame

e di fronte a numerosi studi cinematografici come quelli della Paramount Pictures.

Il tour dura circa 3 ore, è ben fatto ma prima di prenotarlo c’è da sapere che è solo in lingua inglese, la maggior parte dei film citati ha titoli diversi da quelli italiani – e ciò potrebbe portare ad un pò di confusione – ed effettua solo un paio di soste.

Prima di rientrare in hotel e cambiarci per la serata andiamo ad ammirare il Walt Disney Concert Hall, l’edificio disegnato dall’architetto canadese Frank Gehry, inaugurato il 23 ottobre 2003, sede della Los Angeles Philarmonic Orchestra e della Corale della città.

La struttura in acciaio che simula le vele spiegate di una nave è molto suggestiva, soprattutto quando è colpita dai raggi del sole. Sulla terrazza vi sono dei curatissimi giardini usati spesso come set fotografici.

Rientriamo in hotel, saliamo sulla terrazza per ammirare i grattacieli dall’alto che per noi Europei hanno sempre un grande fascino,

ci facciamo una bella doccia e per cena ci dirigiamo a L.A.’s Arts Districs, un distretto nella Downtown caratterizzato da vecchi edifici industriali e da edifici della ex ferrovia. Dal 1981 molti di questi edifici sono stati trasformati in abitazioni e in locali alla moda. Ceniamo da Wurstkuche che ci dicono sia molto in voga dagli abitanti del posto, infatti è stracolmo di gente. Il ristorante è specializzato in hot dog, birra e patatine fritte. Povera Valentina, questa sera non ha scampo, ma come dice lei ai suoi pazienti una volta a settimana è concesso un pasto libero.

Mangiamo un buonissimo hot dog, io mi riempio di patatine fritte in stile belga e bevo dell’ottima birra trappista.

Il dopo cena lo trascorriamo in un locale piuttosto alternativo di nome EightyTwo caratterizzato da due grosse sale piene di videogiochi e flipper anni ’80/’90. Non è una vera e propria sala giochi ma un locale in cui sorseggiare cocktails e fare un salto nel passato rivivendo le atmosfere di 25 anni fa. Beviamo un buonissimo mojito, facciamo qualche partita a flipper e ai videogiochi e quando il mix birra bevuta a cena + mojito inizia a fare brutti scherzi su due persone che l’alcool non lo bevono mai decidiamo di tornare in hotel. Mamma se sei in ascolto, non ci siamo ubriacati, solo qualche giramento di testa e un pò di sonnoleza.

Sesto giorno

Oggi è l’ultimo giorno pieno che trascorreremo in California e la malinconia si impossessa di noi già appena svegli ma non possiamo farci rovinare una giornata che si prospetta piuttosto intensa. Ci aspetta un salto a Santa Monica, la visita al Getty Museum e un pomeriggio di puro divertimento agli Universal Studios di Hollywood.

Prima di andare al Getty torniamo a fare un saluto al Pier di Santa Monica, un posto che visitammo già nel 2012 (v. http://www.vologratis.org/2012/09/wedding-tour-diario-viaggio-los-angeles.html) e che ci colpì tantissimo. Questa volta vediamo una Santa Monica più intima di quella che visitammo nel mese di agosto. Poca gente per le strade e spiaggia semi deserta.

Ci scattiamo una foto sotto al cartello che indica la fine della mitica Route 66 (la famosa strada lunga circa 4.000 km che collega Chicago a Santa Monica e che attraversa Stati come l’Illinois, il Missouri, l’Oklahoma, il Texas, il New Mexico, l’Arizona e la California),

facciamo volare i nostri ricordi al nostro viaggio di nozze e con l’aria sognante ci dirigiamo al Getty Museum.

Il Jean Paul Getty Museum,  progettato dall’architetto statunitense Richard Meier e sito sulla collina della città, espone opere d’arte e fotografie di artisti europei, americani e asiatici. Ci sono anche opere di Mantegna, di Tiziano, di Van Gogh, di Monet e di Rembrandt.

Vale la pena di visitarlo sia per ammirare le opere esposte, sia per la bellezza architettonica della struttura che le ospita, che per la vista su Los Angeles che si gode dalle sue terrazze.

Pranziamo al ristorante del Getty – io mangio un burrito e Valentina un’insalatona con petto di pollo – e rifocillati ce ne andiamo a trascorrere un divertente pomeriggio agli Universal Studios di Hollywood.

Ci siamo già stati nel 2012 (v. http://www.vologratis.org/2012/10/wedding-tour-diario-viaggio-hollywood.html) senza però riuscire a fare tutte le attrazioni. Questa volta vogliamo fare tutto ciò che ci siamo persi tre anni fa.

Calpestando il red carpet e oltrepassando il portone d’ingresso ci si ritrova di colpo nel magico mondo delle pellicole cinematografiche che hanno fatto la storia del cinema mondiale.

Tanto per prendere di nuovo confidenza con il Parco andiamo di corsa a fare lo Studio Tour, il giro guidato in bus alla scoperta dei set cinematografici. Passiamo per New York, per il villaggio di “Desperate Housewives”, per quello de “Il Grinch”, incontriamo le rovine del disastro areeo della “Guerra dei mondi” con Tom Cruise, assistiamo al delitto di “Psyco”, ci ritroviamo faccia a faccia con lo Squalo e con King Kong, e siamo protagonisti di un terribile terremoto all’interno della metro di Los Angeles. Questo tour regala sempre delle forti emozioni.

Finito lo Studio Tour corriamo a Springfield, la città dei Simpsons, e ci buttiamo a capofitto in delle divertenti quanto adrenaliniche montagne russe in 3D, talmente realistiche che a volte bisogna chiudere gli occhi per non morire di paura.

Salutiamo Bart e Homer per immergerci nel vero senso della parola nelle atmosfere di Jurassic Park. Quello che sembra un tranquillo giro nelle acque della foresta dei dinosauri si rivela nel finale una vertiginosa discesa in cui ci bagnamo dalla testa ai piedi. Per fortuna il caldo sole californiano ci asciuga in 10 minuti.

Facciamo le attrazioni di Transformers e de la Mummia e ci rilassiamo tra le stradine di una romanticissima Parigi.

Usciamo dal Parco e ci dedichiamo allo shoppig nei negozi della CityWalk, c’è anche il punto vendita di Abercrombie&Fitch.

Ceniamo nella CityWalk con una buona bistecca da Wolfgang Puck, il ristorante di un famoso chef americano che serve solo piatti stagionali e con ingredienti freschi.

Rientriamo in hotel, ci facciamo una doccia al volo e anche se un pò stanchi usciamo per goderci la nostra ultima notte a Los Angeles.

Ci consigliano il locale Perch che si trova al n.448 S di Hill St., al quindicesimo piano di un grattacielo della Downtown.

Entriamo in un meraviglioso androne con due acquari incassati nelle pareti con tanti pesci tropicali che nuotano, prendiamo l’ascensore e giunti al piano ci si apre un mondo. Su una terrazza panoramica con una luce soffusa a rendere l’atmosfera ancora più suggestiva, bella gente conversa sorseggiando un drink. Ci sembra di essere dentro ad un film, ci sentiamo due star di Hollywood, non potevamo chiedere una conclusione di viaggio migliore di questa. Però c’è da dire che il mojito costatoci € 14 a testa era piuttosto cattivo. Ma chissene importa, ma quando ci ricapita una serata del genere.

Andiamo a dormire intorno all’una e trenta con quel misto tra euforia e malinconia. Euforia per aver realizzato il sogno di tornare in California, per aver visto posti meravigliosi e per esserci divertiti un mondo, malinconia perché domani lasceremo questo Stato a cui siamo particolarmente legati, il primo Stato estero in cui abbiamo messo piede da marito e moglie.

Settimo giorno

Sveglia alle 7:30, sistemiamo le valigie e andiamo a fare colazione da Caffè Primo, così come gentilmente suggeritoci da una lettrice di questo blog, che si trova al n.632 di Flower St. Prendiamo granola, yogurt e frutta fresca, una centrifuga e un caffè. Una bella colazione per iniziare una lunghissima giornata, due aerei e molte ore di volo.

Prima di arrivare in aeroporto ci buttiamo sul divano dell’hotel e ci fermiamo a riflettere sulla nostra esperienza a Los Angeles, una città particolare che per essere apprezzata va vissuta senza remore e senza pregiudizi. Di certo qui non ci si annoia.

C’è una vibrante scena artistico/culturale – basti pensare che a L.A. sono nati attori del calibro di Marilyn Monroe, Dustin Hoffman, Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie e Leonardo Di Caprio, band come i Red Hot Chili Peppers, The Beach Boys, The Doors, The Eagles, Maroon 5 e Guns ‘n Roses, e scrittori come James Ellroy – a mezz’ora di distanza ci si ritrova in splendide località come Santa Monica, Venice e Malibu, ci sono gli Universal Studios, c’è Disneyland a meno di un’ora di treno, e c’è anche Beverly Hills con quella sua eleganza unica al mondo.

Insomma è una città che va vista almeno una volta nella vita, se poi capita di vederla due volte come è successo a noi tanto meglio.

Il volo scorre liscio come l’olio e abbiamo la fortuna di farlo a bordo dell’Airbus A380 della British Airways. Qui trovate la nostra esperienza di viaggio con il gigante dell’aria.

Se è vero come dice il proverbio “non c’è due senza tre” allora torneremo sicuramente in California. Abbiamo ancora tanto da scoprire di questa terra che ci colpisce ogni volta di più.

Ci auguriamo che questo “diario di viaggio Los Angeles” vi possa essere utile per organizzarvi al meglio il vostro prossimo viaggio californiano


Viaggio organizzato in collaborazione con Visit California e Master Consulting FL, le opinioni sono personalissime e non affatto influenzate dall’ente.