Diari di viaggio
Diario di viaggio ad Atene (sesto e settimo giorno)
Andrea Petroni 16/09/2013
Finalmente è arrivato il giorno più atteso di tutto il viaggio, quello in cui visiteremo l’Acropoli e ci immergeremo completamente nel mondo dell’Antica Grecia, fatto di storia, di miti e di leggende.
Ci svegliamo alle 6:30, facciamo colazione in hotel e alle 7:45 ci incontriamo con Maria Toudolou (la simpaticissima guida che ci ha portato alla scoperta della Riviera Attica). Ci dirigiamo subito all’Acropoli.
Decidiamo di visitare il sito archeologico di prima mattina per due motivi ben precisi, il primo è che il sole a quest’ora è ancora sopportabile, il secondo è per evitare di trovarci sommersi da gruppi di croceristi.
Alle 8:15 siamo sull’Acropoli. Il biglietto d’ingresso costa € 12 e permette di visitare anche l’Agorà Classica, il Museo Archeologico di Kerameikos, la libreria di Adriano, al Kerameikos, l’Agorà Moderna e il Museo dell’Agorà Classica (v. sito ufficiale).
Sulla nostra destra appare subito l’Odeon di Erode Attico, un teatro fatto costruire tra il 161 e il 174 d.C. dal politico e sofista greco in onore di sua moglie Appia Annia Regila. In origine era un teatro coperto, oggi è talmente ben conservato che viene utilizzato per concerti e spettacoli teatrali. Sarebbe davvero bello e suggestivo poter assistere ad uno spettacolo alle pendici dell’Acropoli, chissà, magari in un nostro futuro viaggio ad Atene potrebbe accadere…
Poco più in là ammiriamo dall’alto il Teatro di Dioniso risalente al V° secolo a.C., il più antico di tutto il mondo classico, quello in cui nacque il “teatro” e in cui si esibirono Sofocle, Euripide e Aristofane.
Veniamo a sapere da Maria che per gli antichi greci il teatro non era divertimento ma un vero e proprio precetto religioso che si prefiggeva di trasmettere un messaggio morale agli spettatori.
Da questo punto è possibile ammirare la collina delle Muse (o di Filoppapou), luogo sacro per gli antichi greci che vi si recavano per ricevere l’ispirazione artistica dalle Muse.
Più ci avviciniamo all’entrata dell’Acropoli e più l’emozione sale, stiamo per ammirare con i nostri occhi tutto quello che abbiamo studiato a scuola sui libri di storia e di arte.
Giriamo l’angolo e ci ritroviamo al cospetto del Propileo, il maestoso ingresso in marmo.
L’Acropoli di Atene si trova su una collina alta 156 metri sul livello del mare e dal 1987 è Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Nel periodo miceneo era una fortezza. Nel 480 a.C. tutte le costruzioni furono distrutte dai Persiani ma a Pericle si deve la costruzione del Partenone così come lo conosciamo noi. Dopo aver sconfitto i Persiani decise di ricostruire la città partendo proprio da qui e ingaggiando il più grande archittetto/scultore di tutti i tempi, il suo amico Fidia.
Accanto all’ingresso, subito dopo il Propileo, si trova il tempio di Atena Nike, la personificazione della vittoria, costruito intorno al 425 a.C.
Il nostro sguardo però volge subito sulla meraviglia del Partenone, il tempio dedicato alla dea Atena, protettrice della città.
L’emozione è altissima, ci sentiamo catapultati di colpo dentro ad un libro di storia. Il tempio i lascia senza fiato e ci immaginiamo di trovarci nel pieno dell’età di Pericle, l’epoca d’oro di Atene.
Al lato del Partenone vi è l’Eeretto con la famosa loggetta delle Cariatidi (quelle visibili nel tempio sono una copia, le originali sono custodite all’interno del nuovo Museo dell’Acopoli).
Proprio qui si svolse la disputa tra Atena e Poseidone. La leggenda vuole che quando nacque la città, Atena decise di prenderla sotto la sua protezione. Stessa cosa voleva fare Poseidone. Zeus non riuscì a metterli d’accordo ed Atena propose di lasciar decidere i cittadini. Entrambi gli dei avrebbero offerto un dono lasciando liberi i cittadini di scegliere il migliore.
Atena offrì un albero di olivo e Poseidone un cavallo bianco. L’albero di olivo rappresentava pace e serenità, il cavallo bianco la forza e la guerra. I cittadini scelsero l’albero e decretarono Atena dea protettrice della città.
Promisero però di erigere anche un tempio a Poseidone, quello che nel secondo giorno del nostro viaggio abbiamo ammirato a Capo Sounio.
Dall’alto dell’Acropoli si una una bella vista su tutta la città, sull’Agorà Classica, su l’Areopago (la collina in cui San Paolo tenne un suo famoso discorso) e sulla collina Pnice, il punto più importante per la democrazia ateniese in cui aveva sede l’Ecclesia, l’assemblea dei cittadini. Il solo pensare che sulla Pnice parlarono i più grandi oratori di tutti i tempi ci riempie di emozione.
Piccolo suggerimento per avere la vista più bella del Partenone – che peraltro coincide con il suo ingresso – recatevi nella piazzola con la bandiera greca.
Non vorremmo mai andarcene dall’Acropoli, qui ci vengono in mente tutte le leggende, i miti e i poemi epici studiati sui banchi di scuola, ma anche il cartone animato Pollon.
A malincuore lasciamo il sito archeologico felici di aver ammirato con i nostri occhi una delle cose più belle del mondo.
Saliamo su l’Aeropago
e scendiamo verso l’Agorà Classica, la piazza principale della polis. Qui vi si trovavano i principali palazzi pubblici, vi si discutevano i problemi della città, ci si incontrava e si facevano acquisti al mercato.
Molto interessante è il museo dell’Agorà, importantissimo per capire la democrazia ateniese. Tra i reperti che si possono ammirare ci sono i dischi utilizzati per l’ostracismo (tecnica utilizzata per mandare in esilio i nemici della città).
Uscendo dall’Agorà classica ci si trova nel cuore di Plaka, il quartiere più caratteristico della città, ricco di caffè, taverne e negozietti.
Il caldo si fa sentire e ci fermiamo a bere una spremuta di arance.
Rinfrescati e riposati raggiungiamo Piazza Monastiraki e visitiamo la Biblioteca di Adriano, che nel corso dei secoli ha cambiato spesso destinazione d’uso, diventando durante il periodo ottomano addirittura sede del governatore della città.
Passeggiamo per le viuzze di Plaka, alcune rimaste tale e quali agli inizi del secolo scorso, con casette a due piani dai colori tenui ed eleganti balconcini ed arriviamo all’Agorà moderna, edificata durante il regno dell’Imperatore Adriano, fulcro della vita commerciale durante la dominazione romana.
Proseguiamo la camminata ed arriviamo al Museo dell’Acropoli.
Il caldo e la stanchezza si fanno sentire e decidiamo di pranzare al ristorante del Museo. Bello ed elegante e udite udite, economico. Si mangia benissimo spendendo circa € 15 a persona.
Rifocillati ce ne andiamo a visitare il nuovissimo museo, inaugurato nel giugno 2009. Il biglietto d’ingresso costa € 5 e li vale tutti.
Qui sono esposti tutti i reperti trovati sull’Acropoli (tranne quelli esposti al British Museum di Londra), statue – tra cui le Cariatidi -, bassorilievi, utensili e fregi.
Il museo è modernissimo e l’ultimo piano è ricostruito con le stesse misure e con lo stesso orientamente del Partenone. Qui sono posizionati i resti dei fregi e dei frontoni ed è possibile vedere esattamente come erano posizionati sul Tempio.
Che dire, Fidia era un vero e proprio genio.
Maria ci spiega ogni segreto e ci racconta tante leggende sugli Dei. Grazie a lei, alla sua passione e alla semplicità con cui ce le spiega, ci appassioniamo a tal punto che nello shop del museo acquistano un libro sulla mitologia greca, che farà bella mostra nella nostra biblioteca casalinga.
Purtroppo dobbiamo salutare Maria, con la quale abbiamo stretto una bella amicizia. Grazie a lei abbiamo trascorso due giornate meravigliose. Rimarremo in contatto tramite Facebook e speriamo di rivederla a Roma o chissà di nuovo ad Atene.
Noi facciamo una passeggiata per Plaka acquistando qualche oggeto da riportare a casa e poi torniamo in hotel.
Alle 20:30 usciamo e ci rechiamo di nuovo a Plaka, siamo ospiti della taverna Mostrou una delle più antiche della città.
Mangiamo sulla terrazza con vista sull’Acropoli dell’ottima moussaka e del buonissimo souvlaki.
Facciamo un ultimo giretto per Plaka e torniamo in hotel felici di aver trascorso una giornata culturale a dir poco meravigliosa.
Sesto e ultimo giorno
Oggi salutiamo Atene, abbiamo il volo alle 13:15 ma prima ne approfittiamo per fare un altro bel giro a Plaka e a Monastiraki.
La capitale greca è andata oltre alle nostre aspettative, una città bellissima, vivace, pulita e sicura.
Eravamo titubanti sull’andarci e poi una volta lì non saremmo più voluti tornare a casa.
Basta con le parole, lasciamo la parola alle immagini di questo video.