Diari di viaggio
Diario di Viaggio a San Francisco (prima parte)
Andrea Petroni 04/09/2012
Durante il Wedding Tour 2012 (per chi ancora non lo conoscesse suggeriamo di leggere il post: Wedding Tour 2012: il Primo Viaggio di Nozze “Sponsorizzato” al Mondo e raccontato in tempo reale sul web) vi abbiamo aggiornato in tempo reale sulle nostre avventure in terra Americana e Messicana, uragano compreso! (v. Diari di Bordo e Diari di Viaggio)
Ora è arrivato il momento di pubblicare i nostri diari dettagliati, sperando possano esservi d’aiuto qualora vi venga in mente di organizzare il viaggio in una di queste città.
Cominciamo a farlo in ordine cronologico con questo
diario di viaggio a San Francisco.
Come molti di voi già sanno (v. post.: Oggi Sposi!) ci siamo sposati a Roma il 21 luglio 2012, nella bellissima Chiesa di Santo Spirito in Sassia, a due passi da Piazza San Pietro.
Grande emozione e grande festa con amici e parenti, ma – se proprio vogliamo dirla tutta – quello che ci emozionava di più era il pensiero di partire per questo viaggio che in tre settimane ci avrebbe portato dalla California al Nevada, dall’Arizona a New York per poi terminare in Messico.
Con i Turisti in Piazza San Pietro |
Champagne! |
Primo giorno:
Il 23 luglio, con un’insolita pioggerelina estiva, partiamo dall’aeroporto di Fiumicino.
Giorni prima avevamo già preparato i passaporti, richiesto il visto d’ingresso (v. ESTA: Guida al Sistema Elettronico di Autorizzazione al Viaggio negli Stati Uniti) e fatta la segnalazione su Viaggiare Sicuri e Dove Siamo nel Mondo: due servizi importantissimi per il viaggiatore.
Per raggiungere San Francisco voleremo con la compagnia aerea American Airlines e faremo scalo a Chicago.
Ci rechiamo al Terminal 5 da cui partono solo ed esclusivamente i voli protetti, cioè le compagnie aeree a maggiore rischio attentato come la Continental Airlines, la Delta Airlines, la El Al, la United Air Lines, la US Airways e la stessa American Airlines.
Rimaniamo impressionati dall’ingente servizio d’ordine: si trovano ovunque soldati in mimetica e mitra spianati, e la cosa ci tranquillizza.
Dopo aver sbrigato le formalità di imbarco siamo pronti per partire!
L’aereo decolla alle ore 11:15, con 5 minuti di ritardo, e dopo un’ora ci viene servita una bibita e un pacchetto di nachos (i triangolini di farina di mais tipici della cucina messicana).
Alle 13 ci servono il pranzo: riso, carne, bibita a scelta, pane, formaggio e insalata. Niente male!
Ci viene poi consegnato il modulo per l’ingresso negli Stati Uniti che compiliamo con non poche difficoltà, ma che domande difficili!!!
Durante il volo si mangia in continuazione, dopo un paio d’ore dal pranzo ci portano dei biscotti e un succo di frutta e per merenda pizza, uva e bibita.
Tra una dormita e una mangiata il tempo “vola”.
Il volo fila liscio come l’olio tra una dormita e una mangiata, nemmeno una una minima turbolenza.
Arriviamo a Chicago alle 14:53 ore locali, 7 ore in meno rispetto all’Italia.
Il volo per San Francisco parte alle 16:25 e in un’ora e mezza dobbiamo ritirare le valige, sbrigare le formalità di immigrazione e di dogana, riconsegnare le valige, passare per i controlli di sicurezza e raggiungere il Terminal 3. Ce la faranno i nostri eroi?!
Presi dal panico iniziamo a correre per i corridoi dell’aeroporto O’Hare che sembrano non finire mai.
Troviamo un pò di fila per l’immigrazione, arriviamo di fronte alla poliziotta che ci scatta le foto, prende le nostre impronte digitali e ci chiede il perchè e la durata del nostro viaggio.
Da qui corriamo a prendere il trenino Air Link che ci avrebbe portati al terminal 3.
Il tempo stringe e ai controlli di sicurezza c’è molta fila. Spieghiamo agli addetti aeroportuali la nostra situazione e gentilmente ci fanno saltare la fila, una foto a raggi X davanti al body scanner e di corsa a cercare il gate di partenza.
Arriviamo che l’imbarco è già aperto, stanchi ma contenti di avercela fatta!
Questa volta l’aereo American Airlines è simile a quelli Ryanair, decolla con 20 minuti di ritardo e a bordo ci offrono solo una bibita.
Atterriamo puntualissimi, andiamo a ritirare le valige con la paura di non trovarle e ci dirigiamo a prendere l’Air Train, un trenino che fa la spola tra i vari terminals e che ci porta alla stazione della Bart (Bay Area Rapid Transit), una specie di metropolitana.Ci accorgiamo subito che l’aria è freschina, non ci aspettavamo di trovare una temperatura così bassina in California, per fortuna che abbiamo con noi giubbotti e maglioncini (Andrea ha con sè il K-Way regalato da Zalando)!
Facciamo i biglietti alle macchinette, paghiamo con carta di credito $ 16,50 ($ 8,25 a persona) e in mezz’ora arriviamo al Baldwin Hotel.
Esterno del Baldwin Hotel |
L’Hotel è centralissimo, posizionato in una via ricca di negozi di Grandi Firme di abbigliamento, a due passi da Union Square.
Ci assegnano una stanza al 10° piano con una bella vista sulla città e sul portone d’ingresso di Chinatown.
Disfiamo le valigie, facciamo una doccia e ci squilla il telefono in camera.
Dalla reception ci comunicano che c’è una persona desiderosa di incontrarci.
Scendiamo e sotto troviamo il nostro caro amico Giampaolo, un simpaticissimo ragazzo di Roma trasferitosi 8 anni fa a San Francisco.
Non potete immaginare la nostra gioia, erano due anni che non lo vedevamo, il sentirci via Facebook non è la stessa cosa!
Dopo baci e abbracci vari Giampaolo ci porta al Ristorante presso cui lavora, il “Mangia Tutti”, dove insieme al proprietario Raoul ci prepara una deliziosa cenetta.
Il ristorante è tutto per noi e ci intratteniamo con loro ridendo e scherzando fino all’una di notte.
Prima di rientrare ci fermiamo al supermarket 7eleven (a due passi dal Baldwin) dove acquistiamo due bottiglie d’acqua da 1 litro ciascuna spendendo complessivamente $ 3.
Il fuso orario si fa sentire…
Andiamo a dormire stanchi ma felicissimi!