Diari di viaggio
Diario di viaggio a Vienna (prima parte)
Andrea Petroni 20/07/2017
Almeno una volta all’anno io e Valentina abbiamo bisogno di trascorrere un po’ di tempo in Austria. Qualche giorno fa siamo tornati nella sua capitale e siamo pronti a raccontarti tutto in questo diario di viaggio a Vienna.
C’eravamo già stati una volta insieme da fidanzatini per gustarci la magica atmosfera dei mercatini di Natale, Vale c’era già stata precedentemente in gita scolastica, e ci siamo voluti tornare per ammirarla d’estate e con nuovi occhi.
Non l’ho detto a Vale altrimenti da brava biologa nutrizionista mi avrebbe sgridato per le mie continue allusioni al cibo, ma già il solo pensiero di mangiare la vera Sacher-torte e la Wiener Schnitzel mi spingeva a tornare a Vienna, senza nulla togliere alla bellezza dei suoi monumenti e dei suoi palazzi.
Diario di viaggio a Vienna: primo giorno
Partiamo dall’aeroporto di Roma Fiumicino con il volo Eurowings delle 8:45 e atterriamo nella capitale austriaca alle 10:25.
In poco tempo raggiungiamo il centro (v. come raggiungere Vienna dall’aeroporto) e prendiamo possesso della nostra camera al Ruby Lissi Hotel & Bar che si trova a due passi dal Donaukanal e non lontano dal Duomo di Santo Stefano.
Lasciamo i bagagli e intorno alle 13 ci concediamo un bel pranzetto nel ristorante Motto am Fluss che si trova proprio sul canale del Danubio (Donaukanal). Uno splendido edificio la cui forma ricorda una motonave. I suo interni ricordano lo stile veneziano degli anni Cinquanta e la vista sul canale è meravigliosa. Io mangio un filetto e Vale del pesce, e assaggiamo un bicchiere di Gemischter Satz, un delizioso vino viennese prodotto con uve diverse provenienti dallo stesso vigneto.
Intorno alle 15 iniziamo la nostra passeggiata verso una zona poco conosciuta ma molto affascinante: il II° Distretto.
Partiamo dal ristorante, attraversiamo il ponte Schwedenbrücke e ci ritroviamo al cospetto di due edifici modernissimi, la Media tower e il Sofitel, le cui forme disegnano una sorta di porta d’ingresso a questo quartiere.
Prendiamo la Praterstraße per raggiungere il famoso parco divertimenti del Prater, e lungo la strada incontriamo vari Café (a Vienna sono molto importanti in quanto rappresentano il fulcro della vita sociale degli abitanti della capitale) tra cui l’Ansari, e ci fermiamo a sbirciare all’interno di un locale molto carino che si chiama Supersense. È un mix vintage tra un café, un negozio di fotografia, una copisteria e una sala prove. Al suo interno il tempo si è fermato a qualche decennio fa, non si usa la tecnologia moderna e si dà risalto all’analogico. È soprattutto il paradiso per gli appassionati delle Polaroid e delle macchine fotografiche instantanee che possono sbizzarrirsi in acquisti.
Raggiungiamo il Prater, scattiamo qualche foto alla ruota panoramica costruita tra il 1896 e il 1897 (non entriamo al parco perché già lo conosciamo)
e ci dirigiamo al Nuovo Campus universitario della Facoltà di Economia (WU) dove troviamo una Vienna completamente diversa da quella presente nell’immaginario collettivo. Inutile negarlo, non appena sentiamo nominare la capitale austriaca ci vengono subito in mente immagini di una città imperiale, elegante e fortemente legata al suo passato. Ma così non è! Negli ultimi dieci anni si è innescato un processo di modernizzazione che ha interessato soprattutto i quartieri adiacenti al centro storico.
Il Campus Universitario della Facoltà di Economia (WU) è stato progettato da architetti di fama mondiale come Zaha Hadid, e si presenta al visitatore come un qualcosa di architettonicamente e funzionalmente perfetto. Io e Vale, conoscendo le università romane, rimaniamo sbalorditi. Soprattutto io che ho studiato Economia non posso non pensare sospirando “ah, se avessi studiato qui…”. Nel Campus sono presenti anche supermercati e birrerie per rendere più comoda e piacevole la vita universitaria degli studenti provenienti da ogni parte del mondo, ma aperti anche a semplici cittadini e turisti.
La ciliegina sulla è però rappresentata dalla futuristica biblioteca progettata da Zaha Hadid che ricorda la struttura esterna del MAXXI di Roma, relizzato sempre dallo stesso architetto.
Un luogo che fa rimanere a bocca aperta tutti gli appassionati di architettura ma che sa stupire anche chi ha voglia di scoprire una Vienna insolita e fuori dai normalissimi giri turistici. L’Architekturzentrum Wien offre su richiesta visite guidate della durata di due ore nella cittadella universitaria. Per la prenotazione bisogna mandare una mail a essl@azw.at.
Torniamo a piedi al Donaukanal e scendiamo lungo le rive del Piccolo Danubio – che si estende per circa 17 km – creato tra il 1870 e il 1875 in seguito alla regolamentazione del grande fiume. D’estate si riempie di spiaggette artificiali con tanto di sdraio e sabbia, e di localini dove fermarsi a sorseggiare un drink. C’è addirittura una piscina e un campo da calcetto galleggiante. Il posto ci piace così tanto che decidiamo di tornarci dopo la cena.
Rientriamo in hotel, da bravi travel blogger condividiamo qualche foto sui nostro canali Facebook, Instagram e Twitter, ci facciamo una doccia rilassante e usciamo per la cena.
Io ho voglia di Wiener Schnitzel e riesco a convincere anche Valentina. Ci consigliano di andare da Lugeck (indirizzo: Lugeck 4) dove prendiamo una buonissima Wiener Schnitzel servita rigorosamente con un’insalata di patate (non fatevi “ingannare”, l’accoppiamento originale non prevede le patate fritte!), una birra per me e una bottiglia d’acqua per Vale. Non immagini la mia soddisfazione nel vedere vale mangiare la cotoletta fritta, nemmeno lei ha saputo resistere al suo richiamo. Per saperne di più sui cibi viennesi ti suggerisco di leggere la nostra guida su Cosa mangiare a Vienna.
A piedi raggiungiamo il Donaukanal e sorseggiamo un Hugo (un cocktail a base di prosecco, sciroppo di fiori di sambuco, seltz e foglie di menta) sulla spiaggetta artificiale di un localino molto grazioso. Il clima è perfetto, si sta bene con un giubbino, alla faccia del caldo torrido che abbiamo lasciato a Roma. Il relax si impossessa di noi, le acque del fiume portano via ogni nostro pensiero negativo liberandoci l’anima.
Torniamo in hotel intorno all’una di notte felici per questo primo giorno viennese.
Diario di viaggio a Vienna: secondo giorno
I nostri iPhone suonano all’unisono alle 7:30 ma quando si è in viaggio la sveglia è una soave melodia che ti ricorda l’inizio di una nuova fantastica giornata.
Facciamo colazione in hotel con prodotti biologici (la “dura” realtà di chi condivide la propria vita con una biologa nutrizionista) e a piedi raggiungiamo l’Hofburg, il Palazzo Imperiale. Passiamo di fronte al Duomo di Santo Stefano,
alla Pestsäule (colonna della Peste) eretta nella seconda metà del 1600 come ringraziamento per la fine di una terribile epidemia,
e alla Chiesa di San Pietro (Peterskirche) risalente al agli inizi del 1700.
L’Hofburg è il suntuoso complesso di edifici nel pieno centro città che fu dimora degli imperatori e che ora ospita il Presidente della Repubblica.
Il biglietto d’ingresso costa € 13,90, il Sissi Ticket che comprende anche l’ingresso a Schonbrunn e al museo del mobile costa invece € 29,90. Con la Vienna City Card si ha diritto a uno sconto.
Entriamo nel portone monumentale, passiamo in un bel cortile e iniziamo la visita al Palazzo partendo dal Museo delle Argenterie di Corte (Silberkammer). Valentina è un’appassionata di piatti e di bicchieri, ne abbiamo talmente tanti che prima o poi uscirò io per far spazio a loro (una sorta di mania compulsiva da programma su Real Time), e impazzisce nel vedere le preziose stoviglie di corte. Il pezzo forte della collezione è però l’“Alzata di Milano”, un centrotavola a dir poco strepitoso.
Io tengo però a farle presente una cosa “Vale, non potremo mai avere cose del genere, sappilo, quindi non ti far venire strane idee o voglie, non possiamo accendere un mutuo per un piatto e due bicchieri!”. Meglio sempre essere chiari nella vita!
La comoda audioguida compresa nel prezzo del biglietto ci racconta la storia e gli aneddoti curiosi riguardo a questa collezione e al resto del palazzo, senza però dilungarsi in inutili descrizioni. Rimaniamo colpiti dal fatto che il metodo della piegatura dei tovaglioli sia conosciuto solo da due persone.
Le foto possono essere scattate solo qui dentro, nel resto dell’Hofburg è vietatissimo. Meglio, ci godremo la visita senza farci distrarre dallo scatto selvaggio di foto.
Proseguiamo la visita dal museo di Sissi in cui viene raccontata la vita privata di Elisabetta, dalla sua infanzia in Baviera al fidanzamento con Francesco Giuseppe, e fino al suo assassinio avvenuto a Ginevra nel 1898 da parte di un italiano. Scopriamo un personaggio diverso da quello che tutti conosciamo per mezzo dei famosi film intepretati da Romy Schneider. Una figura piuttosto complessa, a tratti triste e depressa, la sua mania per la cura ossessiva del suo corpo, il suo atteggiamento di ribellione nei confronti del cerimoniale di corte, la sua passione per gli sport estremi… Sono esposti molti cimeli a lei appartenuti a Sissi come abiti (la maggior parte sono ricostruzioni), oggetti personali e gioielli.
Gli appartamenti sono ovviamente meravigliosi e rimaniamo colpiti dallo studio di Francesco Giuseppe, non tanto per la sua bellezza, quanto nell’apprendere che l’imperatore viveva praticamente segregato lì lavorando sodo dal mattino presto fino a notte fonda (e la battuta di Valentina è inevitabile: “Andre, faceva proprio come fai tu ora col blog”, con la piccola differenza che io sono un travel blogger e lui era l’Imperatore d’Austria. Una differenza sottilissima!).
Usciamo e ci rechiamo al fioritissimo Burggarten che – insieme al Volksgarten – fu realizzato nel 1809 dalle truppe di Napoleone in seguito alla demolizione di alcuni edifici avvenuta per creare questi due spazi verdi. Nel curatissimo parco c’è gente che si rilassa al sole leggendo un libro, chi passeggia mano nella mano, chi gioca con i nipotini e chi come noi scatta forsennatamente centinaia di foto.
Per pranzo ci fermiamo al chiosco Bitzinger che si trova in Albertinaplatz, e mangiamo un delizioso wurstel sotto i raggi di un caldo sole. Il wurstel è per i viennesi lo street food per eccellenza e non si tratta di quelli che siamo abituati a comprare noi al supermercato (noi inteso in senso lato in quanto Vale non li compra mai). Pensa, ne ha mangiato uno anche lei! Questo viaggio lo ricorderò per sempre come il “viaggio degli stravizi culinari di Valentina”.
Dal wurstel alla Sacher-torte il passo è breve, nel vero senso della parola. Attraversiamo la strada e ci ritroviamo in Philarmonikerstrasse. Ci mettiamo in coda per qualche minuto fuori del Café Sacher ed entriamo nel mitico locale famoso tra tutti i golosi del mondo. Eravamo stati qui anche nel nostro precedente viaggio ma tornarci è sempre una gioia sia per l’eleganza delle sale che per la bontà della torta. Ovviamente io prendo una bella fetta di Sacher che mi viene portata con della panna che serve a stemperare il dolce della torta. Che dire, semplicemente deliziosa, un vero piacere per il palato. Me la gusto lentamente per non perdere nemmeno una minima parte del suo sapore.
Estasiato dalla sua bontà sono pronto per godermi la passeggiata guidata in bicicletta lungo la Ringstrasse.
Il prezzo del tour, che prevede sia il noleggio della bici che la guida in lingua inglese, è di € 29. Vale ama così tanto pedalare nelle città estere che l’ho accontentata.
Durante le tre ore tocchiamo i luoghi più significativi della città come l’Opera di Stato (Wiener Staatsoper) – tempio della musica classica mondiale –
la Chiesa di San Carlo Borromeo realizzata nel XVIII secolo in stile barocco,
il monumento dorato a Johann Strauss nello Stadtpark,
il Prater, il Municipio (Rathaus) che rappresenta uno dei massimi esempi di architettura neogotica dell’Europa centrale (dove peraltro d’inverno si svolge un meraviglios mercatino di Natale),
il Burgtheater,
la piazza del Freyung con la Chiesa degli Scozzesi, il Parlamento, l’Hofburg e il Duomo di Santo Stefano. Tutto dall’esterno.
Quello che però più ci colpisce, e che non avevamo visto durante i nostri precedenti weekend a Vienna, è l’Hundertwasserhaus.
Un coloratissimo e alquanto stravagante complesso di case popolari realizzate nel 1986 dall’architetto/artista Friedensreich Hundertwasser. Nei 50 appartamenti gestiti dal Comune e destinati alle famiglie meno abbienti della città – previa verifica dell’effettiva situazione economica della famiglia e prediligendo nuclei in cui vi sia un individuo interessato e attivo nel mondo artistico – Hundertwasser ha voluto infondere allegria e gioia. I prezzi degli affitti si aggirano intorno ai € 5 al metro quadro.
Se proprio devo fare un appunto al tour è che durante il percorso si incontrano un mucchio di semafori e che dopo poche pedalate bisogna fermarsi, scendere dalla bici, attendere il proprio turno e ripartire. Dopo tre ore si è più stanchi dei semafori che per la pedalata.
Alle 18 rientriamo in hotel, ci facciamo una doccia e ci prepariamo per la serata.
Andiamo a cena alla taverna Fuhrgassl-Huber che si trova nel quartiere collinare in cui si coltiva la vite (indirizzo Neustift am Walde 68). Vienna è l’unica metropoli al mondo che vanta una produzione vinicola degna di nota, e l’80% delle coltivazioni serve per produrre vino bianco, come il Gemischter Satz (prodotto con uve diverse dello stesso vigneto). Pensa che i viennesi bevono più vino che birra!
Ci ritroviamo in un mondo completamente diverso da quello cittadino, anche se siamo a soli pochi minuti dal centro. Sembra di essere in un villaggio tirolese. Varcando il portone d’ingresso della taverna siamo in uno splendido giardino con tavoli in legno.
La taverna funziona così: si va al bancone, si sceglie cosa mangiare, si paga immediatamente e ci si siede al tavolo libero. Una specie di self service.
Io prendo non uno ma due stinchi di maiale e un po’ di formaggio, Vale il pollo arrosto e l’insalata, una caraffa di vino per entrambi e l’immancabile strudel di mele.
Trascorriamo una magnifica serata in avvolti in un’atmosfera rilassata ma allo stesso modo allegra.
La nostra seconda giornata viennese non poteva concludersi in modo migliore!
Continua a leggere la seconda parte del nostro diario di viaggio a Vienna.
Viaggio realizzato in collaborazione con l’ente del turismo di Vienna, le opinioni sono personalissime e non affatto influenzate dall’ente.
Musica sigle video: http://www.bensound.com/royalty-free-music
Musica video Hot Head – Topher Mohr and Alex Elena