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In aereo ai tempi del covid: la mia esperienza di volo
di Andrea Petroni
Pubblicato il 2020-10-05
Nella seconda metà di settembre ho ripreso per la prima volta un aereo dopo il lockdown. Sette mesi senza volare da quel fatidico 22 febbraio 2020 quando rientrai in Italia con la family da una crociera alle Antille. Sette lunghi mesi senza l’emozione del decollo che per tanti non significa nulla, ma che per chi ha la sindrome di wanderlust e/o fa come mestiere il travel blogger abituato a spostarsi di frequente da un Paese all’altro sia per piacere che per lavoro, sono un’infinità. Non starò qui a raccontarti le sensazioni provate in quella domenica di settembre, ti racconterò però com’è andata dal punto di vista “tecnico” e di come si sono svolte tutte le procedure, dall’ingresso in aeroporto fino allo sbarco.
VOLARE IN AEREO AI TEMPI DEL COVID
Sono partito domenica 20 settembre dall’aeroporto di Fiumicino e all’ingresso del Terminal 3 (unico terminal al momento operativo) mi è stata misurata la temperatura corporea tramite un termoscanner posto all’ingresso e controllato dal personale sanitario.
Nello scalo romano si entra solo con la mascherina (come obbligatorio in tutti i luoghi chiusi, e ora in qualche regione anche all’aperto), con qualsiasi tipo di mascherina, ma quando mi sono presentato al desk Alitalia per consegnare il bagaglio l’addetto posto prima dell’ingresso alla fila mi ha detto che sarei potuto salire sul volo solo indossando la mascherina chirurgica. Questa cosa non la sapevo quindi sono andato alla farmacia dell’aeroporto per acquistare le chirurgiche e mi sono messo in fila al desk, ma si possono acquistare anche nei dispensare automatici. La fila è stata rispettosa delle distanze di sicurezza. Arrivato il mio turno e depositato il bagaglio, l’hostess di terra mi ha consegnato il modulo di autocertificazione con cui si dichiara di non essere stati a contatto con persone affette da Covid-19 e in cui si rilasciano i propri dati di contatto che saranno utilizzati in caso di positività di uno dei passeggeri, io l’avevo però già stampata a casa e compilata prima di recarmi in aeroporto.
Anche i controlli di sicurezza si sono svolti nel pieno rispetto delle regole e non mi è stato richiesto di togliere la mascherina, peraltro i contenitori in cui inserire i propri oggetti personali vengono frequentemente sanificati.
I dispenser con il gel per sanificare le mani sono presenti un po’ ovunque ed è buona cosa utilizzarli spesso, soprattutto quando si entra in contatto con oggetti e superfici.
L’imbarco con Alitalia è avvenuto per file. Sono state chiamate prima le ultime (ad esempio dalla fila 29 alla 21) e via via le altre. Si mostra la carta d’imbarco e il proprio documento d’identità, e si consegna l’autocertificazione. Siamo entrati in maniera ordinata e distanti e non si sono verificate le classiche scene di blocco in mezzo al corridoio e incontri ravvicinati con gli altri passeggeri.
Ci si siede uno accanto all’altro, anche se non si è congiunti, e questo mi ha fatto storcere un po’ il naso anche se dicono che se entrambi indossano la mascherina chirurgica il rischio di contagio è ridotto ai minimi termini. Io però sono stato accanto al mio amico/collega entrambi testati meno di 48 ore prima con tampone e sierologico.
Durante il volo il personale di bordo non è passato a distribuire snack e bevande, e nella tasca dei sedili non ho trovato la rivista di bordo.
Non appena atterrati l’hostess ha annunciato la procedura di sbarco invitando i passeggeri ad attenervisi scrupolosamente: tutti seduti fino al proprio turno. È stata fatta alzare la prima fila e fatta uscire dal velivolo, poi la seconda, la terza e così via fino all’ultima. Senza alcun tipo di assembramento nei corridoi che spesso si verifica non appena viene dato il segnale dello sblocco della cintura di sicurezza.
Le stesse identiche regole sono state applicate anche all’aeroporto di Francoforte durante il mio rientro in Italia.
Devo dire che non mi sono sentito “in pericolo” nemmeno per un secondo ed è stato bellissimo essere tornato a volare. Tengo a precisare però che ho volato sia all’andata che al ritorno con Alitalia, quindi la mia esperienza è riferita solo a questa compagnia e agli scali di Roma Fiumicino e di Francoforte.
Si può volare e si può viaggiare purché si rispettino scrupolosamente tutte le disposizioni di sicurezza previste dai vari Stati. Anche solo una leggerezza da parte nostra potrebbe costarci cara. Prima di qualsiasi viaggio fuori dall’Italia ti consiglio però di leggere con attenzione la mia guida Coronavirus e viaggi: un questionario della Farnesina con tutte le risposte.