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Travel influencer: chi è e come ci si diventa. Tutto quello che non ti hanno mai detto
Andrea Petroni 23/12/2024
Negli ultimi anni, il termine “travel influencer” è entrato nel linguaggio comune, generando curiosità ma anche molta confusione. Spesso questa figura viene associata a uno stile di vita di lusso senza reali fatiche o meriti, alimentando pregiudizi e semplificazioni. Tuttavia, dietro a ogni contenuto ben fatto c’è studio, impegno e passione.
Io sono un travel blogger dal 2009 (o meglio, un travel content creator) e vengo considerato anche un travel influencer. Per questo ho deciso di aggiornare e ampliare questo articolo, per raccontarti tutto su questa professione e aiutarti a distinguere la realtà dai luoghi comuni.
TRAVEL INFLUENCER: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
Definizione di influencer
Partiamo dalla base. Un influencer è una persona che, grazie a un pubblico interessato, riesce a influenzare le scelte dei consumatori grazie al proprio carisma e alla sua autorevolezza su un determinato argomento. Il termine fu coniato per la prima volta nel 1940 nello studio “The People’s Choice” di Lazarsfeld, quindi non è affatto una novità.
Sfortunatamente, oggi si tende a identificare l’influencer con chi ha solo un profilo Instagram. In realtà, un influencer può essere anche un blogger, uno youtuber o qualsiasi altro creatore di contenuti capace di generare fiducia. La chiave è la credibilità.
Un punto importante: il termine “influencer” viene attribuito dalle persone, non è un’etichetta che ci si può autoassegnare. Per questo, ti consiglio di evitare frasi come “sono un travel influencer” nelle tue bio.
Travel Content Creator vs Travel Influencer
Travel Content Creator: Si concentra sulla creazione di contenuti di valore come articoli, video e foto, spesso combinando diverse competenze (scrittura, fotografia, videomaking, SEO, etc.).
Travel Influencer: Ha un focus più specifico sull’influenza che riesce a esercitare attraverso i social media, anche se non sempre è specializzato nella creazione di contenuti di alta qualità.
In breve: tutti i travel content creator possono essere travel influencer, ma non tutti i travel influencer sono content creator.
Come si diventa travel influencer
- Passione per i viaggi: Non serve essere ricchi o vivere avventure estreme. Si può viaggiare low cost e raccontare esperienze autentiche.
- Studio e impegno: Dietro una foto, un video o un articolo ci sono competenze tecniche e creative. Ad esempio:
- Fotografia
- Montaggio video
- Scrittura SEO
- Comunicazione efficace
- Coerenza e trasparenza: Seleziona con cura le collaborazioni e non promuovere prodotti che non utilizzeresti personalmente.
- Networking: Costruire relazioni con aziende e altri creator può aprire molte opportunità, ma ricorda che tutto parte dalla tua credibilità.
Influencer ci si diventa con tanto studio e tanto lavoro. Strano vero? Eppure è così. Dietro a una foto, a un video o a un articolo sul blog c’è tanto lavoro.
Non basta aprire un profilo Instagram, spararsi le foto da figo, comprare al mercato nero qualche migliaio di followers e iscriversi in un paio di gruppi di scambio like e commenti (chiamati pod) e ricevere commenti insensati del tipo “sei bellissima”, “sei un mito” sempre dai soliti iscritti al pod.
Non serve nemmeno far diventare il proprio feed di Instagram una copia 2.0 del catalogo di Postalmarket, anzi.
Diciamolo: tu ti fideresti ancora di me dato che parlo sempre e solo di viaggi se oggi mi vedi promuovere una crema per il viso del brand X che fa ringiovanire di 7 anni dopo tre applicazioni, domani della crema del brand Y che fa ringiovanire di 8, dopodomani del bibitone miracoloso che fa dimagrire dopo solo due sorsi (quando mia moglie Valentina – biologa nutrizionista – vede quelle cose diventa verde come l’incredibile Hulk) e poi dell’orologio che riporta indietro nel tempo come in Ritorno al Futuro?
Ci vuole innanzitutto coerenza e rispetto per il proprio pubblico. Il bravo travel influencer è colui che seleziona con cura le proposte commerciali che gli arrivano, che non ha paura di rifiutare quelle che non sono in linea con i propri principi e che non apportano nulla di utile o di interessante per i propri follower. Diffida da chi ha trasformato il suo feed in un catalogo digitale di Postalmarket. Altra cosa che dovrebbe essere logica ma credo sia utile ribadire: bisogna sempre dare ai propri lettori o follower (chiamali come vuoi) le giuste e corrette informazioni.
Sono più le proposte commerciali che rifiuto rispetto a quelle che accetto, e il mio feed Instagram ne è testimone.
Tornando alle competenze posso dirti che l’instagramer deve avere per forza di cose competenze fotografiche, lo youtuber competenze di ripresa e di montaggio video, il blogger deve saper scrivere, deve conoscere le tecniche di scrittura SEO, e deve avere conoscenze fotografiche e di ripresa e montaggio video. Tutti però devono sapere comunicare in maniera efficace.
Sì, se te lo stai chiedendo la mia categoria è quella più sfigata perché deve avere competenze trasversali. Talmente tante competenze che ci ho scritto un manuale di 325 pagine edito dalla Dario Flaccovio, giunto alla terza edizione e in vendita in tutte le principali librerie italiane, anche online e su Amazon.
Però credimi, è secondo me il lavoro più bello al mondo, al punto da averci impostato tutta la mia vita.
Io ho iniziato nel 2009 per pura passione, passione che poi nel corso degli anni si è trasformata in un lavoro full time a seguito di un evento non proprio felice. Non ho iniziato volendo diventare un travel influencer, volevo solo condividere le mie esperienze di viaggio in maniera del tutto disinteressata.
Leggi Il giorno che ha cambiato la mia vita.
Tipi di influencer: nano, micro e macro influencer
Come ti dicevo poco fa anche tu potresti essere un travel influencer senza nemmeno saperlo. Non bisogna per forza avere un milione di follower su Instagram per esserlo. Anzi, ultimamente le aziende si stanno rivolgendo a profili che hanno qualche migliaio di follower e che hanno una community più solida rispetto ai super big con tassi di coinvolgimento ben più alti rispetto alle star, e che costano di meno.
Al momento possiamo fare una distinzione tra:
- Nano Influencer: tra i 5 mila e 10 mila follower
- Micro Influencer: tra 10 mila e 50 mila follower
- Mid-Tier Influencer: tra 50 mila e i 300 mila follower
- Macro Influencer: tra i 300.000 e un milione di follower
- Mega Influencer: tra 1 milione e 5 milioni di follower
- Celebrity: oltre 5 milioni di follower.
Cosa fa un travel influencer
Un travel influencer – che sia anche un content creator – viaggia e racconta, ma il lavoro non si esaurisce lì. Ecco alcune attività comuni:
- Instagram: Scatta foto, realizza reel, condivide stories, cura il feed e risponde ai follower.
- YouTube: Filma e monta video, racconta esperienze in maniera più approfondita.
- Blog: Scrive articoli dettagliati, crea guide di viaggio e utilizza tecniche SEO per posizionarsi su Google.
- TikTok: Realizza video brevi e accattivanti per attirare un pubblico giovane.
Ogni attività richiede tempo e competenze specifiche. Per esempio, una semplice foto può richiedere ore tra scatti, editing e pubblicazione.
Quando mi vedi in viaggio (e nelle stories o nelle foto sui social vedi gli hashtag adv o ad, di questi poi te ne parlerò in un paragrafo successivo) sono lì per lavoro. Visito il posto, prendo appunti, scatto foto, registro spezzoni di video che diventeranno poi il video del viaggio, faccio condivisioni live su Instagram, TikTok, Facebook e Twitter, e quando poi rientro a casa scrivo articoli (per una guida o un diario di viaggio ci impiego anche due o tre giorni), condivido video su Instagram (ogni foto che condivido mi porta via un paio d’ore tra editing, ricerca degli hashtag e risposta ai commenti), su TikTok e sugli altri social.
Insomma – come avrai capito – quando viaggio per lavoro non sto tutto il giorno sdraiato a bordo piscina a sorseggiare cocktail come le foto di alcuni travel influencer potrebbero far intendere, c’è tutto un lavoro dietro a ciascun post, a ciascuna foto e a ciascun video, che non si percepisce.
Come guadagna un travel influencer e gli hashtag per capire il tipo di collaborazione
Le principali fonti di guadagno sono:
- Collaborazioni commerciali: Sponsorizzazione di prodotti, destinazioni o eventi.
- Banner pubblicitari: Inserzioni sui blog.
- Affiliazioni: Guadagni derivanti da link affiliati.
- Vendita di prodotti propri: Ebook, corsi, merchandising.
Le collaborazioni devono essere trasparenti, usando hashtag come #ad, #adv, #advertising per le sponsorizzazioni pagate e #gifted o #suppliedby per i prodotti inviati gratuitamente.
Purtroppo c’è ancora chi non inserisce nulla in barba ai suoi follower e alle regolamentazioni. Ma stanno arrivando multe!
Errori da evitare
- Acquistare follower: Penalizza la credibilità e danneggia l’engagement.
- Promuovere qualsiasi prodotto: Compromette l’autenticità e la fiducia.
- Mancanza di trasparenza: Espone a sanzioni e critiche.
- Non investire nella formazione: Il mondo digitale è in continua evoluzione.
Per le aziende: come collaborare con un travel influencer
Se sei un’azienda in cerca di informazioni su come collaborare al meglio con un travel influencer, ecco alcuni consigli che ti aiuteranno a scegliere l’influencer giusto e i canali migliori per il tuo obiettivo.
In particolare nel settore travel, il social ispira e il blog informa. La visibilità sui social come Instagram è fondamentale per stimolare il desiderio di partire, ma la decisione finale di acquistare il viaggio spesso avviene attraverso una ricerca più approfondita su Google, blog e magazine.
Ma con le recenti modifiche agli algoritmi di Instagram e TikTok, non basta più guardare solo il numero di follower. È cruciale considerare la qualità dell’engagement. L’algoritmo di Instagram, infatti, premia l’interazione e la rilevanza del contenuto, non solo i numeri. Stesso discorso per TikTok: qui il contenuto video è sempre più visibile grazie all’algoritmo che spinge i video virali, ma la viralità non sempre significa un pubblico di qualità per il tuo brand.
La prima domanda da porsi è: “qual è il mio obiettivo”? E subito dopo, “qual è il target a cui voglio rivolgermi?”. Su Instagram, non fermarti al numero di follower. Spesso un influencer con migliaia di follower in una nicchia specifica può essere molto più utile di uno con centinaia di migliaia di follower che non corrispondono al tuo target.
Ad esempio, se devi promuovere un trekking, un influencer con una community piccola ma altamente coinvolta in outdoor e natura potrebbe essere più adatto di un’influencer di moda con milioni di follower. Ricorda che anche su TikTok la chiave è l’autenticità: se un video ha successo non solo per i numeri ma per l’engagement genuino, avrai sicuramente maggiori possibilità di raggiungere il target giusto.
Inoltre, fai attenzione ai “fake followers”. Non è un segreto che alcuni influencer acquistino follower falsi o appartengano a gruppi di scambio “like” e commenti (i cosiddetti “pods”). Sfrutta strumenti come Ninjalitics per analizzare il profilo e osserva attentamente i picchi di follower e le interazioni. Se un influencer cresce improvvisamente di 10.000 follower in un giorno senza un motivo apparente o senza un reel virale in quei giorni, probabilmente sta usando pratiche poco trasparenti.
Un altro consiglio importante: verifica la qualità dei commenti. Un influencer con centinaia di migliaia di follower ma con pochissimi commenti pertinenti potrebbe non essere in grado di coinvolgere veramente il suo pubblico. Occhio anche a quelli con tanti commenti di creator, banali e quasi tutti uguali, potrebbero essere in uno o più gruppi di scambio like e commenti che falsano l’engagement.
Chiedi sempre un media kit aggiornato con analytics veritieri e approfonditi. Verifica che l’età media e la geolocalizzazione dei follower siano in linea con il tuo target di mercato. E ricorda, se l’influencer parla italiano ma ha la maggior parte dei suoi follower in Asia o Brasile, qualcosa potrebbe non quadrare.
Non sottovalutare nemmeno altre piattaforme come Pinterest, che è in crescita nel settore viaggi, o Facebook, che rimane un canale valido per target più maturi, solitamente over 30, che sono più propensi a spendere per viaggi. Infine, TikTok è ormai un canale indispensabile: l’algoritmo di TikTok premia contenuti creativi e coinvolgenti, perciò un influencer che sa come realizzare video accattivanti può portare un’enorme visibilità al tuo brand.
Travel influencer: conclusioni
Mi auguro che leggendo questo post avrai capito che un travel influencer non è solo chi condivide foto e video su Instagram, e che dietro a questa professione si nasconde tanto lavoro che spesso però non viene percepito.
Il consiglio che mi sento di darti se vuoi approcciarti a questo mondo è quello di iniziare in punta di piedi, solo se spinto da una forte passione e non dalla voglia di viaggiare gratis. Diffida poi da chi ti vuole dare consigli per “scroccare viaggi”, da chi ti invoglia a intraprendere quest’avventura con l’abbaglio del viaggio gratis, si tratta pur sempre di lavoro e come tale va rispettato e onorato sia dall’una che dall’altra parte, anche nei confronti degli altri professionisti che di questo campano.
Studia, aggiornati, fai tremila prove e commetti errori perché ci si migliora solo sbagliando. Non volere tutto e subito, per affermarsi ci vogliono almeno un paio di anni, e non tutti ci riescono.
Leggi Travel content creator: chi è, cosa fa e differenze con l’influencer.
Se ami viaggiare leggi anche Lavorare viaggiando: le 18 migliori professioni per girare il mondo e Chi sono i nomadi digitali.
Io ti faccio comunque un grosso in bocca al lupo!
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